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Amministrative a Salerno: sinistra contro sinistra

Il laboratorio del centro sinistra salernitano, quello che da anni veniva additato ad esempio; il fiore all’occhiello dei Ds; mostra la corda, scricchiola e, alla fine, vacilla.

di Vincenzo Raimondo Greco - giovedì 18 maggio 2006 - 4273 letture

Il laboratorio del centro sinistra salernitano, quello che da anni veniva additato ad esempio; il fiore all’occhiello dei Ds; mostra la corda, scricchiola e, alla fine, vacilla.

Come una vela in piena burrasca, rischia di perdere la rotta e di non trovare il porto entro cui ripararsi. E’ questa la realtà in cui si trova il centro-sinistra alla vigilia delle elezioni amministrative.

Certo, un primo allarme si era avuto con i risultati delle elezioni politiche che, in città, avevano sancito la vittoria della Casa delle Libertà. Ma la battuta d’arresto potrebbe diventare l’avvisaglia di un rapido e costante declino. Così viene vista la doppia candidatura a sindaco di Salerno proveniente dall’area: da una parte, Alfonso Andria che raccoglie l’adesione di tutti i partiti del centro sinistra; dall’altra, Vincenzo De Luca, forte di un consistente raggruppamento dei Ds salernitani e di quasi tutti gli amministratori uscenti, del sindaco Mario De Biase e di una larga fetta degli industriali salernitani.

Un centro sinistra che, quindi, si presenta fortemente diviso; così come divisa è la Quercia che, con la candidatura dell’onorevole Vincenzo De Luca, ha voluto sancire una autonomia nei confronti della segreteria regionale. D’Attorre contro Nappi; il segretario salernitano contro quello regionale; bassoliniani contro deluchiani.

L’ennesima “Notte dei lunghi coltelli” vissuta nella sede di via Manzo e vinta dagli estimatori di “Vincenzo”, come viene affettuosamente chiamato De Luca. E’ stato chiaro, sin dall’inizio, che la contrapposizione avrebbe lasciato feriti sul campo di battaglia; ma, qualcuno ha sperato, fino all’ultimo istante, in una ricomposizione: “in ballo - aveva dichiarato Gianfranco Nappi al ‘Corriere del Mezzogiorno’, il 23 aprile scorso- c’è un’importante esperienza amministrativa. Ritengo che, che quando un politico è coinvolto in una vicenda giudiziaria della portata di quella salernitana, debba saper creare un distacco tra la vicenda e le proprie scelte politiche”.

Posizioni che ricalcavano quelle, precedentemente, assunte dai Verdi, dall’Italia dei Valori e da Rifondazione e che si erano concretizzate con l’uscita dalla maggioranza che sostiene il sindaco in carica Mario De Biase.

E lo strappo, da tempo annunciato, si è concretizzato. La partita è aperta e, con molta probabilità, si chiuderà ai supplementari con il ballottaggio tra l’europarlamentare diellino, Andria, e l’onorevole diessino, De Luca. A favore del secondo gioca il ricordo di una Salerno rinata, additata da altri sindaci italiani come la soluzione da seguire; la capacità berlusconiana di sfruttare il mezzo televisivo; una innata inclinazione alla dura contrapposizione verso il “napolicentrismo”.

A favore del primo, un quadro politico variegato che va dall’Udeur a Rifondazione; una gestione dell’Ente Provincia impeccabile; l’immagine di un politico votato alla concertazione e al dialogo.

I due dovranno affrontare questioni spinose: dalla centrale termoelettrica allo sviluppo turistico; dal completamento delle infrastrutture, già avviate ma non ancora concluse, alla ridefinizione di un’area industriale pressoché inesistente.

Sembra destinata, invece, ad essere spettatrice ininfluente la Casa delle Libertà che, come detto, uscita vittoriosa dalle elezioni politiche non ha saputo trovare, dopo la rinuncia dell’azzurra Mara Carfagna, una candidatura forte in grado di contrapporsi autorevolmente ai big del centro sinistra.

Non c’è spaccatura, almeno ufficialmente, nello schieramento di centro destra, ma il centrista Nino Marotta, avvocato e parlamentare nella precedente legislatura, non pare in grado di impensierire Andria e De Luca. E forse, proprio questo elemento potrebbe tornare utile a De Luca. In caso di ballottaggio con Andria, De Luca potrebbe diventare il collettore di buona parte dei voti di centro destra.

Non è, forse, in questi settori che si auspica un sindaco forte e decisionista per riacciuffare Salerno dal baratro in cui è caduta? E, in caso di successo, potrà giocare da posizioni di forza la partita con la Direzione nazionale sul suo futuro.

Ogni decisione di Roma su Vincenzo de Luca è stata congelata, sopita ma non dimenticata.


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