Alla scoperta di Agenda 21 - Intervista alla Dr. Musumeci

Negli ultimi anni la sensibilità ambientale ha compiuto incoraggianti passi avanti per via dell’adozione di appropriati protocolli come Agenda 21

di Emanuele G. - mercoledì 7 novembre 2007 - 2868 letture

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Agenda 21

C’è differenza fra ambientalismo e politiche ambientali. Spesso la distinzione non è molto chiara e ciò causa problemi di non poco conto. Infatti, il sentire ambientalista è molto diffuso, mentre è molto difficile implementare opportune politiche ambientali come Agenda 21 diretta emanazione del Summit sulla Terra tenutosi a Rio de Janeiro nel 1992. Proprio su Agenda 21 abbiamo intervistato la Dr. Musumeci responsabile di questo particolare strumento al Comune di Melilli.

Da quali esigenze nasce Agenda 21?

L’Agenda 21 Locale, nata formalmente nel 1992 durante i lavori del Summit della Terra che si è tenuto a Rio de Janeiro, è un percorso di Sviluppo Sostenibile e pertanto nasce proprio dall’esigenza di voler rendere realizzabile uno sviluppo che consideri non soltanto la componente economica ma anche la componente ambientale e sociale. Agenda 21 significa letteralmente l’elenco delle cose da fare (la nostra Agenda) nel 21° secolo al fine di realizzare uno Sviluppo Sostenibile attraverso la reale integrazione della componente ambientale in ogni politica e azione, anche attraverso una partecipazione dei cittadini in ogni processo decisionale. Tale compito spetta alle Autorità Locale perché, riprendendo quello evidenziato dal Manuale ICLEI che traccia le linee guida per attivare una Agenda 21 Locale, sono quegli Enti che sono maggiormente vicini ai cittadini e pertanto riescono a capirne le reali esigenze e necessità; sono le più vicine alle possibili soluzioni e infine la dimensione locale è riconosciuta quale livello ottimale per le decisioni ambientali che hanno un interesse circoscritto e che devono essere prese collettivamente.

Quale relazione fra Agenda 21 e la Carta di Aalborg?

Nel 1994, ad Aalborg, si è svolta la Prima Conferenza Europea sulle Città Sostenibili. In tale sede gli Enti europei presenti hanno firmato la Carta di Aalborg con la quale si impegnano ad attuare la propria Agenda 21, ad elaborare Piani di Azioni a lungo termine per la realizzazione di uno Sviluppo Sostenibile e ad avviare una campagna di sensibilizzazione. Pertanto ogni Ente Locale che vuole attivare l’Agenda 21 Locale presso il proprio territorio deve sottoscrivere la Carta di Aalborg. Nel 2004 si è tenuta, sempre ad Aalborg, la Conferenza Europea Aalborg +10, in cui si è fatto il punto dei 10 anni di Agenda 21, si sono, attraverso numerosi workshop illustrati numerose buone pratiche di sostenibilità e sono stati approvati gli Aalborg Commitments che si concretizzano in 10 impegni e 50 obiettivi di sostenibilità.

Mi sembra che il lato fortemente innovativo sia da invenire nella progettazione ambientale dal basso…

Più che progettazione ambientale possiamo parlare di programmazione e pianificazione sostenibile che significa considerare la trasversalità della componente ambientale. Ogni azione che l’Amministrazione attua ha un impatto ambientale che deve essere attentamente valutato e considerato; in caso contrario potrebbero essere messi in atto azioni economicamente vantaggiosissime ma i cui impatti ambientali sono a carico di generazioni future che dovranno farsi carico di costi per ripristinare l’ambiente…sempre ammesso che il danno non sia irrimediabile! Comunque si il lato fortemente innovativo dell’Agenda 21 Locale è la partecipazione: le decisioni non devono essere calate “dall’alto” ma condivise ed elaborate insieme da tutti i cosiddetti portatori di interessi. Il cuore del percorso di Agenda 21 è proprio la partecipazione, il confronto con tutte le parti socio-economiche-ambientali al arrivare alla individuazioni di soluzioni possibili e concrete. Due autori americani Osborne e Gaebler, nel libro “Reinventare l’amministrazione”, hanno definito l’amministrazione post-burocratica come amministrazione catalitica, in quanto con il catalizzatore – sostanza chimica che non partecipa direttamente a una reazione ma la favorisca, così l’Amministrazione deve essere capace di prendere decisioni con altri o di farli prendere ad altri. Se questo può comunque sembrare abbastanza utopico è comunque necessario che l’Amministrazione ascolti le esigenza e la volontà dei cittadini; che ne tenga conto nella scelte che compie e che, infine, sia in grado di comunicare con trasparenza gli obiettivi e le politiche che ha scelto di attuare.

La partecipazione è senza dubbio la modalità con cui attivare concretamente Agenda 21…

Concretamente l’Agenda 21 si attua attraverso la istituzione del Forum Plenario in cui fa parte chiunque voglia dare un contributo attivo al percorso che intende intraprendere l’Amministrazione. Pertanto potranno fare parte del Forum cittadini, associazioni ambientaliste, ordini professionali, associazioni di categoria, associazioni industriali, gruppi di volontariato, ecc.ecc. Per poter essere operativi ed arrivare ai primi obiettivi del percorso (redazione del Rapporto sullo Stato dell’Ambiente e Piano di Azione Locale) è auspicabile che si attivino dei Gruppi di Lavoro Tematici così da poter meglio concentrarsi su particolari temi ritenuti prioritari.

Come funzionano i forum che si devono attivare e quali indicazioni devono fornire al Comune che ha deciso di attivare Agenda 21?

I Gruppi di Lavoro Tematici devono riunirsi e confrontarsi al fine di raggiungere 2 obiettivi principali: Rapporto sullo Stato dell’Ambiente: predisporre un documento che mediante indicatori ci permetta di capire quale è lo stato dell’arte del nostro territorio sotto il profilo ambientale, ma anche sociale ed economico. Piano di Azione Locale: dopo aver stabilito e fatto il punto sulla reale situazione territoriale è possibile confrontarsi per definire quali obiettivi, azioni e progetti dobbiamo realizzare, nel tempo, per uno sviluppo durevole e una migliore qualità di vita dei cittadini. Per fare questo è comunque necessario che i Gruppi Tematici vengano seguiti da facilitatori o esperti che siano in grado, mediante diverse tecniche di partecipazione, di realizzare un più ampio e rappresentativo coinvolgimento.

Quali i passaggi fondamentali per un’applicazione corretta di Agenda 21 sul territorio?

È difficile codificare e generalizzare un percorso di Agenda 21 Locale. Anche le linee guida sono appunto linee; Agenda 21 è un percorso flessibile che deve essere cucito sul territorio: non può prescindere dal contesto, dalla storia, dalla cultura. Ha comunque delle tappe fondamentali quali una reale volontà politica di attuare un percorso di Agenda 21, una formazione dell’Amministrazione sul percorso che intende intraprendere, un momento di coinvolgimento e sensibilizzazione degli attori, dei momenti di confronto per individuare quali sono i problemi e le criticità che la comunità riconosce come prioritari, la redazione di un piano d’azione, l’applicazione del piano il suo monitoraggio, il suo feedback.

Come giudica l’interesse da parte dei Comuni siciliani nei confronti di Agenda 21?

I Comuni siciliani, tranne qualche bella iniziativa già avviata e consolidata, stanno muovendo adesso i primi passi nel percorso di Agenda 21 Locale. Sinceramente la giudico positivamente e credo che se avviato attraverso una reale volontà politica di perseguire uno sviluppo sostenibile, di cominciare un confronto serio con tutti i portatori di interesse, nel comunicare in piena trasparenza le proprie politiche, Agenda 21 è davvero un potente strumento di cambiamento.

Come bilanciare le esigenze di sviluppo economico con quelle dell’Ambiente?

Non credo che ormai sia più attuale il dualismo Ecologia-Economia o Ambiente – Economia. Infatti dopo un primo momento in cui queste due sfere potevano essere considerate nemiche adesso è opinione condivisa che lo sviluppo economico deve essere visto in armonia con l’ambiente: essi vivono in un sistema di interdipendenza per il quale il sistema economico influisce nell’ambiente e viceversa. Un ambiente che è stato degradato e depauperato non potrà offrire nulla e nessuna attività economica potrà essere resa possibile in esso. Come ho detto anche prima in qualsiasi attività o azione, pubblica o privata che sia, quando consideriamo i costi e gli investimenti da effettuare e i ricavi/benefici da ottenere dobbiamo prevedere, quantificare anche i costi o i benefici sia ambientali che sociali. Indubbiamente questo è spesso difficile perché si tratta di considerare dei costi esterni o occulti che spesso non passano dal mercato e per i quali è difficile avere una stima attendibile. Ma è necessario farlo perché solo così avremo la certezza che le attività intraprese portino realmente uno sviluppo della società. Esemplare è la slide che mostra Al Gore nel film “Una scomoda verità” in cui c’è una bilancia dove da una parte abbiamo dei lingotti d’oro sull’altro piatto c’è L’INTERO PIANETA e si domanda, ironico, di scegliere fra l’economia ( i lingotti) e ambiente (il pianeta). Ovviamente se non abbiamo il pianeta come avere ricchezza e sviluppo??

Una sua breve disamina sulla qualità dell’Ambiente nella nostra isola…

La qualità ambientale della Sicilia come di qualsiasi altre Regione non può essere riassunta in poche righe senza cadere in superficialità e luoghi comuni. Esistono delle aree naturali e ancora ambientalmente abbastanza intatte così come è indubbio che in alcune zone, come la nostra, una industrializzazione selvaggia e poco lungimirante ha causato dei danni ambientali alcuni dei quali forse irrimediabili. Il punto è un altro: esistono studi ricerche, monitoraggi fatti anche da Istituti pubblici di ricerca…adesso è necessario passare ad un fase di azione attraverso delle politiche ambientali serie e degli interventi di ripristino.

Si può essere fiduciosi verso un avvenire più eco-compatibile?

Le emergenze ambientali quali i Cambiamenti Climatici stanno portando a rivedere e a considerare urgenti attuare misure e piani di azione, di mitigazione e di adattamento. Non si può più aspettare o posticipare è il nostro futuro in pericolo. Non c’è più alcun scienziato che ne ha dubbi. Questo presuppone assumersi ognuno una parte di responsabilità…ognuno di noi nel nostro vivere quotidiano deve ripensare i propri comportamenti che spesso non sono per nulla neutri all’ambiente. Non aspettarsi che siano il Comune o le industrie ad avviare un cambiamento, per quanto necessario, ma interrogarsi quale “impronta” noi come consumatori, a volte consumistici e poco attenti, lasciamo nel nostro pianeta. Essere attenti e “sostenibili” ci permetterà di scegliere sempre quando andiamo a fare la spesa, quando dobbiamo dosare i consumi energetici, quando dobbiamo buttare i rifiuti, quando andiamo a votare!


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Alla scoperta di Agenda 21 - Intervista alla Dr. Musumeci
7 novembre 2007, di : Mariella Cristiano

Leggendo quanto ha dichiarato la dott.ssa Musumeci mi convinco sempre di più che Agenda 21 rappresenta un’opportunità che gli Enti Locali non possono lasciarsi sfuggire. E’ uno strumento che aiuta ad analizzare, a pianificare,a realizzare e a monitorare interventi sul territorio. Agenda 21 dà la possibilità di avere uno sguardo d’insieme che altrimenti sarebbe difficile avere;aiuta a evidenziare le interdipendenze fra la sfera ambientale,quella economica e quella sociale. E’ una sfida difficile,impegnativa ma sicuramente entusiasmante perchè traccia un cammino nuovo nell’affrontare i problemi.Trasparenza e partecipazione sono le parole chiave di questo percorso.Sarà forse questo a frenare le nostre ammnistrazioni nella scelta di questo percorso?