All’ombra delle Due Torri
Parliamo di Bologna. L’occasione è il voto amministrativo di giugno. Abbiamo incontrato Carmelo Adagio che si presenta per i Verdi, per il Consiglio di quartiere di San Vitale.
Carmelo Adagio, 36 anni, ricercatore presso il dipartimento di Storia dell’Università di Bologna e autore di numerosi libri ed articoli sulla storia europea del ventesimo secolo. Si è occupato di cinema, di storia spagnola. E’ nella redazione del quadrimestrale Zapruder. Si presenta alle elezioni amministrative di giugno, a Bologna, per la presidenza del Consiglio di quartiere di San Vitale. E’ un esponente dei Verdi. Proviamo a parlare con lui della città, dei suoi problemi, di come si vive oggi a Bologna.
Bologna alla vigilia delle elezioni. Com’è la situazione dei partiti politici? Come sono gli schieramenti? Cosa sta succedendo a livello politico?
Si è creato un vasto consenso attorno alla candidatura di Cofferati. Dopo dubbi e distinguo di alcuni soggetti, fra cui i verdi, che contestavano che l’indicazione del candidato fosse fatta prima ancora di un percorso programmatico, è cominciato un processo di consultazione che ha coinvolto migliaia di cittadini ed ha portato alla conferma della candidatura e alla delineazione di una vasta serie di analisi e opzioni programmatiche per il comune e per i quartieri.
Com’è cambiata Bologna in questi ultimi anni? Cosa è Bologna oggi?
Bologna è cambiata in peggio. C’è stato un lassismo assoluto dell’amministrazione, che non è intervenuta nei settori della mobilità, della cultura, delle politiche sociali. Oggi abbiamo asili nido insufficienti (1 bambino su 3 resta fuori), traffico al collasso, elevati livelli di benzene nell’aria, proliferazione incontrollata di antenne per cellulari. In più, Bologna ha perso la sua caratteristica peculiare di città produttrice di cultura e di innovazione. C’è da cambiare, e molto.
Ti presenti per il quartiere San Vitale. Cosa è San Vitale, quali sono i problemi attuali di questo quartiere?
San Vitale è un quartiere molto ampio e diseguale, che unisce il centro città (parte dalle due torri) alla periferia (fino al confine con Castenaso). I problemi sono molti, e differenziati. Mancanza di spazi verdi, e in generale di spazi per le attività giovanili e culturali; inoltre il centro storico, la zona universitaria, soffre di un degrado urbano dato da intenso traffico, desertificazione dei piccoli negozi commerciali, fuga degli abitanti giovani. Nella periferia c’è una urbanizzazione insufficiente, con nuovi quartieri privi di strutture e di spazi aggregativi. Il quartiere non ha competenze dirette per affrontare tutti questi problemi, ma può essere a fianco dei cittadini e dei comitati nel delineare le necessità della zona e nel far pressione sull’amministrazione comunale. Ma il prossimo quinquennio dovrà vedere una riforma del ruolo dei quartieri, che devono essere messi in condizione di svolgere più efficacemente il loro compito.
- Cosa sono i Verdi a Bologna?
I verdi a Bologna sono oggi il frutto di un ricambio generazione e culturale quasi completo; si tratta di gruppi sociali emersi con i movimenti degli ultimi anni (Seattle, Genova, ecc), che in questa città sono sempre stati all’opposizione (anche quando governava il centrosinistra) e che adesso vogliono portare istanze e volti nuovi nel governo della città. C’è bisogno di innovazione e ricambio generazionale anche a questo livello.
Ma tu, perché lo fai? ;-)
Per quanto ti ho detto prima, perché dopo anni di lavoro nei movimenti (attac, social forum) e di lotta per una partecipazione dal basso, ho accettato di impegnarmi nel lavoro sui quartieri, l’ente più vicino ai cittadini e che ha come scopo primario quello di raccogliere le istanze di base della popolazione.
Come si fa oggi una campagna politica? C’è differenza rispetto a quello che si faceva dieci anni fa?
Oggi abbiamo internet e la posta elettronica, ma centrali sono come prima i rapporti diretti creati con associazioni, comitati, singoli cittadini. Anche perché noi siamo poveri e non abbiamo accesso ai media: quindi dobbiamo diventare noi stessi media.
A chi ti rivolgi, tu?
Mi rivolgo a tutti quei cittadini che chiedono maggiore partecipazione e che si rifiutano di delegare: penso che il quartiere deva favorire queste istanze.
- Pensi che un Consiglio di quartiere abbia la possibilità di cambiare qualcosa nella vita delle persone?
Sì: indicando delle priorità e collaborando con i cittadini per indicare soluzioni possibili ai problemi di traffico, servizi sociali insufficienti, esigenza di spazi ecc.
Che ne pensi del voto ai 16enni? E della proposta dell’Acli di dare il voto ai genitori, uno per ogni figlio che si ha? E il maggioritario? E...
Quante domande! Sono contrario al principio del voto multiplo, cui sottende l’idea che il figlio è un bene di proprietà che da diritto ad un voto in più. Non scherziamo! Si può sperimentare invece il voto ai 16enni, soprattutto a partire dal voto nei comuni e nelle circoscrizioni. Ma penso necessario anche concedere diritto di voto ai cittadini immigrati residenti nel comune. Sul maggioritario: resto un proporzionalista convinto, ma di questo parleremo un’altra volta!
- Ci sono 2 contributi al forum. - Policy sui Forum -
dai manifesti elettorali.. non conoscendolo non gli avresti dato un soldo... mentre mi è sembrato una persona in gambissima. Sono d’accordo con l’idea dei quartieri avanzata ed è molto vicina a quello che io stessa penso ( oltre che vicina al concetto e alla pratica partecipativa messi al centro del programma da Cofferati stesso, sottolineandone, così,la crucialità).. bene siccome io stessa non voto a Bologna (studente fuori sede) sensibilizzerò almeno chi può farlo.
Per tornare alla critica iniziale, li avrei resi un pò più comunicativi, i manifesti, più giovani e vitali.. visto che infondo parlano di una persona che mi sembra avere queste caratteristiche... grazie. buon lavoro. paola
Carissima Paola, grazie per la comprensione! In effetti, ogni volta che guardo il mio manifesto sui viali di Bologna mi angoscio un po’... penso, ma chi è quello lì? Sta con Forza Italia? In realtà gli strateghi della comunicazione dei verdi, temendo che la mia candidatura fosse considerata troppo "estremista", hanno deciso di mandare segnali tranquillizzandi mettendomi a forza una giacca (ma non la cravatta! non la porterò mai) e spedendomi sui viali in posa presidenziale... Spero solo che parlando con i cittadini, con gli studenti come te, anche fuori sede (è il mio target migliore, peccato non votino!) sia riuscito a far capire il mio progetto di quartiere basato sulla partecipazione... Vedremo come andrà a finire! Carmelo