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All’Università di Salerno, una tesi su "La cultura gay online"

L’autore, Pasquale Quaranta, è iscritto a Scienze della comunicazione e si è concentrato sui siti italiani frequentati dalla comunità omosessuale. “È una realtà work in progress, fatta di persone e progetti che valorizzano l’agire comunitario e la produzione cooperativa del sapere...

di ale - giovedì 4 gennaio 2007 - 60335 letture

L’autore, Pasquale Quaranta, è iscritto a Scienze della comunicazione e si è concentrato sui siti italiani frequentati dalla comunità omosessuale. “È una realtà work in progress, fatta di persone e progetti che valorizzano l’agire comunitario e la produzione cooperativa del sapere”.

di Alessandra Vitali, Repubblica.it, 19 dicembre 2006

IL proposito è impegnativo. Cercare di capire quale sarà, nel futuro prossimo, l’impatto della cultura gay sulla società e in che modo l’evoluzione di tale cultura sarà correlata alla sua divulgazione sul web. Soprattutto, comprendere in che modo internet permette alla comunità gay di diffondere la propria cultura. Questi gli argomenti che animano una tesi di laurea, di fatto una rivoluzione nell’ambito accademico italiano. A discuterla, proprio oggi, Pasquale Quaranta, iscritto a Scienze della comunicazione presso l’università di Salerno. Che alle sue 140 pagine di lavoro ha dato il titolo "La cultura gay online: il caso italiano".

Una rivoluzione, si diceva, perché mentre negli Stati Uniti e in Gran Bretagna sono attivi, da anni, corsi di “gay and lesbian studies”, le nostre università sono “impermeabili” a studi sull’argomento, salvo rare eccezioni in cui il discorso si colloca nel più ampio dibattito sugli studi di genere. La tesi vuole essere un contributo al dibattito sulla cultura gay online in Italia, “una realtà work in progress – spiega Quaranta – fatta di persone e progetti che valorizzano l’agire comunitario e la produzione di sapere in modo cooperativo”.

Ventiquattro anni, giornalista, consigliere nazionale di Arcigay, Quaranta si è soffermato sui siti di cultura omosessuale italiani. Con precisi criteri di ricerca, a partire dall’esclusione dei siti pornografici, di quelli a pagamento, di quelli di puro dibattito politico-partitico, e di quelli delle associazioni omosessuali che si limitano a dare informazioni agli iscritti.

“Ho preso in esame la Rete come strumento metodologico per il rilancio della cultura gay – spiega Quaranta – perché se nella carta stampata è facile trovare resistenze da parte degli editori, in Rete ognuno è editore di se stesso, come dimostrano molti gruppi auto-organizzati”. Internet dunque può garantire uno spazio altrimenti difficile da trovare, “per una cultura che si fonda su valori di uguaglianza, solidarietà, pace, nonviolenza, rifiuto di ogni totalitarismo. Per intenderci – osserva l’autore della tesi – gli stessi della chiesa cattolica”.

L’ottica è quella della “liberazione gay”: “La comunità omosessuale sta tentando di introdurre in Italia un paio di idee, che non sono nuove ma sono difficile da far passare. La prima, è che “donne e uomini omosessuali non sono malati, ma parte di una variante naturale dell’essere umano, che poi è la definizione che ne dà l’Organizzazione mondiale della sanità. La seconda, è che le persone omosessuali hanno gli stessi diritti e gli stessi doveri delle altre persone con orientamento eterosessuale”.

Niente di nuovo dunque, “ma è da decenni che il movimento gay sta cercando di far passare questi due principi, con i Gay Pride, con convegni, dibattiti e con la nascita continua di associazioni. Il problema è che in Italia è ancora forte, e cresce, il sentimento di omofobia. La tesi è anche una risposta ai pregiudizi, perché penso – sostiene Quaranta – che solo la cultura possa combatterli”.

In quanto all’omofobia, lo stesso Pasquale Quaranta, circa un anno fa, ne è stato vittima. “Stavo girando un servizio per Lucignolo, il programma di Italia Uno, nella piazza di Battipaglia. L’obiettivo era quello di vedere le reazioni della gente a un atteggiamento manifestamente omosessuale. A telecamere nascoste, ci siamo presi per mano, con un amico: sono arrivati prima fischi e insulti, poi l’aggressione vera e propria. Grazie al filmato è stato possibile risalire agli autori, solo uno è stato processato, ma credo non abbia scontato alcunché”.

Se è vero che la Rete può ritagliarsi il ruolo di strumento metodologico perché la cultura, gay in questo caso, si diffonda all’insegna della libertà, è anche vero che internet comporta alcuni rischi. “Il più frequente – spiega Quaranta – è quello di strumentalizzare il portato della cultura gay. Penso ad esempio allo sfruttamento commerciale, mentre ci sono esperienze, come gay.it o gay.tv, che sono un esempio di coniugazione fra impresa e difesa dei diritti civili. A questo, bisogna fare attenzione: a non abdicare agli ideali della cultura gay per scopi meramente commerciali, che la Rete, ovviamente, favorisce”.


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All’Università di Salerno, una tesi su "La cultura gay online"
5 gennaio 2007

Non ho ancora capito che cosa si intende per cultura gay. Oscar Wilde è forse un poeta e scrittore che possono leggere ed amare solamente gli omosessuali? Pasolini parlava forse di argomenti omosessuali? O non era forse persona con una coscienza civile più salda di tanti altri e per questo motivo si rivolgeva a chiunque volesse coglierne i messaggi?

Esistono gli eterosessuali e ci sono anche gli omosessuali. La cultura che cosa ha a che fare con le predisposizioni di natura sessuale?

Il tutto (come da disegno descrittivo) si risolve nel fatto che per un eterosessuale Batman e Robin combattono il crimine, mentre per gli omosessuali si baciano sulla bocca? Americanismi e contro-americanismi, cultura settaria ed autoghettizzazione. Il K.K.K. non è mai esistito in Italia, prima che una certa cultura ve lo importasse.

A volte però accade che gli stessi omosessuali diano una interpretazione di se stessi che li squalifica. Sarà colpa della necessità di liberarsi dal pregiudizio? Non lo so. Io non ho pregiudizi, ma mi rendo conto che a volte sono gli stessi omosessuali che provano a farmeli venire. Cosa vogliono gli omosessuali da un eterosessuale, al di là del rispetto? L’omosessualità non è una religione a cui ci si deve convertire. Non credo che gli eterosessuali debbano baciarsi sulla bocca per fare contenti gli omosessuali, se non scherzando come Fiorello in TV, e farli sentire meno diversi. Sono loro che fanno pesare su stessi la loro diversità, e conseguentemente sugli eterosessuali, i loro diversi da osteggiare. Non vedo una società giovanile con pietre in mano pronta a lapidare per questo tipo di diversità.

Le diversità osteggiate che oggi mettono a rischio la nostra convivenza sono ben altre: quelle di natura razziale per esempio sono ancora motivo di scontro. Il problema dei nostri giorni non è lo scontro fra cultura eterosessuale e cultura omosessuale (per altro inesistenti in questa dimensione contrapposta), ma fra cultura pacifica e cultura bellica, fra cultura mercantilizia e cultura solidale, fra cultura sociale e cultura egoistica.

Chi alimenta uno scontro sostanzialmente inesistente, ad eccezione di determinati ambiti ristretti e per determinati e circoscritti argomenti, non vuole una pace sociale e un equilibrio che sono necessari per andare avanti tutti assieme: uomini e donne. Tutto ciò a prescindere dalla sessualità, che in quest’ottica si rivela ancora una voltà come un tabù alimentato apposta nella mente umana per altri fini e scopi tutt’altro che nobili.

E se Benedetto XVI fosse omosessuale senza essersene reso conto? Senza aver maturato questa consapevolezza? Sarebbe un paradosso che proprio lui, da vate della chiesa cattolica, si scagliasse contro i gay. Pensate che non siano mai esistiti papi omosessuali? Credo che la millenaria storia della chiesa ammetta quantomeno un ragionevole dubbio riguardo a questa ipotesi.

Chi si scaglia contro i gay appartiene a ben altra cultura. Se non esiste la cultura omosessuale è innegabile che esiste una cultura contro gli omosessuali. Sempre più marginale, ma esiste. L’errore degli omosessuali è combattere una lotta per affermare i propri "diritti naturali" contro la società intera, persino contro chi, come me, li rispetta semplicemente come esseri umani, per questo motivo uguali a me, in tutto e per tutto.

Se c’è qualcosa che avverto come di un altro pianeta, questa è l’immagine di uomini che imbracciano fucili, piuttosto che abbracciare altri uomini.

All’Università di Salerno, una tesi su "La cultura gay online"
13 gennaio 2007 |||||| Sito Web: Belle ragazze in una scatola di alici

Cultura gay, normalità. Cosa oggi è normale? Anche la cultura eterosessuale spesso mostra connotati onanistici che la pongono ben al di là di ciò che può definirsi normale.

Trovate che sia normale fare una vacanza di due settimane con una bella ragazza virtuale? Normale o no è in ogni caso un fatto!

Ciascuno tragga da sè le proprie conclusioni e si faccia le proprie convinzioni. Io dico che esiste ancora chi è normale (omosessuale o eterosessuale) e chi non lo è più!

All’Università di Salerno, una tesi su "La cultura gay online"
13 gennaio 2007

Con riferimento al messaggio precedente: perchè il link non funziona?

Fa niente lo scrivo qui: http://giochi.alice.it/gallery/le_ragazze_di_dead_or_alive_xtreme_2.html?pmk=hpstr1_0