Alitalia, centinaia di lavoratori in piazza a Fiumicino e Milano
“Non molleremo mai!”. Nuova mobilitazione giovedì 8
A pochi giorni dalla grande manifestazione al Mise, questa mattina centinaia di lavoratori Alitalia si sono dati di nuovo appuntamento al Terminal 3 dell’aeroporto Leonardo Da Vinci di Fiumicino per un’assemblea indetta da USB, Cub, Acc e Naca Piloti per discutere la grave situazione che si è venuta a creare. In contemporanea si è tenuto un altro presidio a Milano, al la sede della Regione Lombardia, che ha visto la partecipazione di circa 200 lavoratori degli aeroporti di Linate e Malpensa.
I dipendenti Alitalia e Cityliner si trovano stretti tra lo strangolamento in atto di Alitalia voluto dalla UE e la trattativa folle per regalare quello che resta del mercato italiano ad altri vettori, riducendo Alitalia a una micro compagnia e producendo migliaia di esuberi. Il governo, intanto, non riesce a imporre che i ristori Covid giungano con la tempestività necessaria per pagare gli stipendi mentre la stessa UE ha autorizzato più di 25 miliardi di elargizioni alle concorrenti.
La grande partecipazione dei lavoratori, in un clima di tensione crescente, ha visto poi la trasformazione dell’assemblea in un grande corteo a Fiumicino che ha percorso per più di un’ora le strade di accesso aeroportuali, terminando davanti al centro direzionale di Alitalia, mentre a Milano l’Assessorato al Lavoro della Regione ha ricevuto una delegazione dei manifestanti.
È stata gradita la partecipazione all’assemblea a Roma di una delegazione del Comune di Fiumicino, composta dal vicesindaco Ezio Di Genesio Pagliuca e della presidente del Consiglio Comunale Alessandra Vona, che ha invitato i lavoratori a presidiare il Comune il prossimo 8 aprile in occasione del Consiglio straordinario sulla questione Alitalia, al quale sono invitati le rappresentanza delle sigle sindacali ed esperti del settore.
“Non molleremo mai!” era lo striscione di apertura del corteo e rappresenta lo spirito con cui si apre una fase di mobilitazione continua e crescente contro un delitto industriale e sociale ai danni di un patrimonio collettivo, di un settore intero e di migliaia di lavoratori diretti e indiretti.
Questo Governo si deve assumere le proprie responsabilità: deve interrompere questa folle trattativa con la UE e intraprendere una strada nuova che parta dalla tutela dell’occupazione e di un asset strategico per l’Italia intera.
- Non molleremo mai
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