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Afghanistan: l’inverno si abbatte sugli sfollati

Portiamo aiuti a chi ha freddo e fame. Emergenza tra gli sfollati dalle campagne.

di ActionAid - mercoledì 2 febbraio 2022 - 1895 letture

Emergenza inverno

In Afghanistan, nelle aree rurali e nelle città le famiglie sfollate in ripari di fortuna dalla scorsa estate affrontano un durissimo inverno, tra temperature in rapido calo e forti tempeste di neve negli altipiani, con la fame che aumenta e gli sforzi per trovare il carburante che riscaldi case e rifugi.

Con il nostro staff di operatori umanitari stiamo raggiungendo circa 10.000 famiglie in quattro province dell’Afghanistan, tra cui Herat, Kabul, Ghor e Balkh, per assicurare ai più vulnerabili aiuti d’emergenza per affrontare il freddo crescente. Sono state avviate distribuzioni di denaro per permettere alle famiglie a rischio di comprare cibo e beni primari per la sopravvivenza come carburante e stufe per il riscaldamento, vestiti pesanti e scarpe, coperte. Le donne stanno ricevendo, inoltre, kit per l’igiene personale con articoli essenziali come sapone e assorbenti igienici. Stiamo fornendo anche supporto psicosociale alle persone traumatizzate e colpite dal conflitto, dalla grave siccità e dalla fame ai massimi storici.

Sudipta Kumar, direttore nazionale ActionAid in Afghanistan, è recentemente tornato a Kabul dopo aver visitato Herat per supervisionare una distribuzione di aiuti in denaro:

"La situazione è grave per le comunità di tutte le province dell’Afghanistan. Le temperature gelide e le forti tempeste di neve stanno intensificando una crisi umanitaria già devastante, con più della metà degli afghani che devono affrontare fame e malnutrizione gravi. La crisi bancaria sta danneggiando tutti e limita la distribuzione di aiuti umanitari. Anche coloro che continuano a lavorare non riescono a dare da mangiare alle loro famiglie. Gli alti livelli di inflazione hanno visto salire il prezzo di articoli essenziali come il petrolio e il riso. Tutti i governi devono lavorare per affrontare questa crisi. È essenziale che il flusso di denaro nel paese sia ripristinato in modo che le organizzazioni umanitarie possano operare senza restrizioni. Tutti gli operatori umanitari devono avere accesso illimitato alle comunità più bisognose".

"A Herat e in tutto l’Afghanistan, molte famiglie stanno affrontando una situazione disperata con l’arrivo dell’inverno. Le persone sfollate dagli scontri armati e dalla siccità nelle campagne arrivano in città senza niente, cercano delle vie d’uscita dalla disperazione ma non c’è lavoro, non ci sono mezzi per comprare il cibo, pagare l’affitto e il carburante per riscaldare le case neanche per i residenti” spiega Kumar.

"Una delle donne che ho incontrato tremava dal freddo mentre mi raccontava che la sua famiglia sta sopravvivendo con Kushk naan (pane) e chai (tè). Stiamo dando supporto ad alcune delle famiglie più a rischio, ma ce ne sono molte altre che hanno urgente bisogno di aiuto. Non si può aspettare oltre" conclude Supdita Kumar.

Rischio violenza sulle donne

Le donne e le bambine sono le più a rischio di violenza, sfruttamento e povertà estrema perché il recente conflitto, la crisi climatica e la crescente povertà stanno costringendo le famiglie a fuggire verso i centri urbani in cerca di lavoro e sicurezza, esponendole a nuove minacce come i matrimoni precoci e forzati. Le banche rimangono chiuse e la disoccupazione è in aumento. Gli alti livelli di inflazione hanno visto il prezzo di articoli essenziali come il petrolio e il riso salire alle stelle. Anche coloro che ancora hanno un lavoro non possono permettersi di sfamare le loro famiglie.

Dall’inizio della crisi umanitaria di agosto, noi di ActionAid ha attivato unità di emergenza per gli sfollati e le comunità di Mazar E Sharif, Herat e Kabul, portando aiuti a 35.000 persone con interventi salvavita portando derrate alimentari, acqua potabile, servizi igienici e kit d’emergenza per l’igiene personale per donne e ragazze.

Le storie degli sfollati

A Mazar lo staff ActionAid ha incontrato Mohammad che, con sua moglie e i loro 9 figli, è arrivato da Khodiymat, un paese della provincia di Faryab. Mohammad soffre di una disabilità che gli impedisce di fare lavori fisici pesanti e, essendo i suoi figli ancora minorenni, l’unico modo per sopravvivere è l’assistenza dei parenti e delle organizzazioni umanitarie. La famiglia per la maggior parte del tempo mangia solo pane e tè perché tutto il resto è troppo costoso. Grazie ad un nostro sostegno di 6000 AFN oggi Mohammad può comprare generi alimentari come farina, olio, riso e fagioli. "E anche se l’inverno è già alle porte ed è necessario anche il riscaldamento - dice Mohammad - la priorità ora è avere da mangiare".

A Herat invece vivono Abdul e Halima, marito e moglie di 80 e 75 anni che, a causa di problemi di salute non possono lavorare e permettersi di mantenere la figlia e i due nipoti con cui vivono. Con il sostegno economico di ActionAid sono riusciti a far fronte a parte delle spese ospedaliere, e a comprare farina per fare il pane.

“Compriamo solo pane” ci ha spiegato Sara, 57 anni, che abbiamo incontrato a Firozkoh, dove si è spostata nei mesi scorsi con il figlio, la nuora e quattro nipoti. Quest’anno la sua famiglia ha perso il 90% del raccolto di grano a causa della siccità ed è stata costretta a vendere il bestiame per sopravvivere. Sara e la sua famiglia hanno quindi lasciato il proprio villaggio nella provincia di Ghor e sono arrivati nella città di Firozkoh, in cerca di lavoro e aiuto. “Siamo fuggiti per evitare la morte, ma anche qui siamo senza lavoro e durante questo freddo inverno abbiamo bisogno di vestiti caldi, coperte e carburante per proteggerci dal freddo".

Il nostro lavoro in Afghanistan

In Afghanistan siamo impegnati dal 2002 a fianco delle comunità per difendere i diritti umani e l’empowerment delle donne, l’educazione di bambine e bambini, per promuovere la partecipazione civica, sostenere i mezzi di sostentamento degli agricoltori per fermare l’insicurezza alimentare e la malnutrizione. In quasi 20 anni di interventi sono state raggiunte 3 milioni di persone.

Finora i bambini afgani sostenuti a distanza da donatori italiani sono stati 3.049. E sono 190 mila, di cui 92 mila donne e 98 mila uomini, le persone coinvolte dai progetti che portiamo avanti. Siamo in Afghanistan per rafforzare i diritti delle donne e per combattere le violenze di genere. Ad esempio, solo nel 2018 grazie alle attività che abbiamo realizzato sul campo 3.075 donne membri dei circoli Reflect hanno partecipato a corsi di alfabetizzazione della durata di 9 mesi dopo cui hanno ricevuto il certificato ufficiale dal Ministero dell’istruzione.


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