Addio alla poetessa Patrizia Cavalli
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A 75 anni se ne va la poetessa della semplicità.
Questa sfusa felicità che assale
Questa sfusa felicità che assale
le facce al sole,
i gomiti e le giacche
– quante dolcezze
sparse nel mercato,
come son belli
gli uomini e le donne!
E vado dietro all’uno
e guardo l’altra,
sento il profumo
inseguo la sua traccia,
raggiungo il troppo
ma il troppo non mi abbraccia.
È doveroso ricordare Patrizia Cavalli con i suoi versi. Una poetessa d’altri tempi, verrebbe da dire. Per le argomentazioni, i sentimenti, le quotidianità da sembrare banali, racchiuse ed espresse con uno stile che ha attinto dal classicismo ma si è espresso con la contemporaneità del suo tempo. Ha rappresentato la voce delicata di quei messaggi espressi senza una reale ricerca di una sintassi non particolarmente sofisticata, ma diretta e semplice appunto, che raggiunge e stimola la sensibilità del lettore che non necessita di particolari interpretazioni.
Accostata alle altri interpreti del suo tempo, da Maria Luisa Spaziani a Anna Maria Ortese, ma anche Elsa Morante con la quale mantenne un rapporto di amicizia e di collaborazione artistica che la portò alla sua prima pubblicazione, fortemente sostenuta dalla Morante, col titolo Le mie poesie non cambieranno il mondo nel 1974.
Si cimentò anche con la narrativa, per quanto in una sola occasione con il romanzo uscito nel 2019, Con passi giapponesi, con il quale ottenne il Premio Campiello. Si dedicò alla traduzione dell’Anfitrione di Molière e il Sogno di una notte di mezza estate di Shakespeare e, dello stesso autore, l’Otello.
Anche in campo musicale prestò la sua poetica alla cantautrice Diana Tejera, con la quale realizzò nel 2013 il libro/disco Al cuore fa bene far le scale e con Chiara Civello collaborò per la realizzazione del brano E se.
Era nata a Todi il 17 aprile 1947.
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