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Addio Don Draper

1992 non è sicuramente la solita fiction italiana, ma io starei attento prima di gridare, ancora, al Nuovo Miracolo Italiano.

di Fabrizio Cirnigliaro - mercoledì 1 aprile 2015 - 4425 letture

Guardando Madmen, uno spettatore pretenzioso corre il rischio di andare in estasi. C’è chi fin dal pilot si accorge del potenziale della serie e non riesce a non pensare al capolavoro, per descrivere l’opera di Matt Weiner, temendo allo stesso tempo che niente potrà mai raggiungere quel livelli di scrittura. C’è invece chi impiega più tempo ad entrare in sincronia con il ritmo di Mad Men e pur non sbilanciandosi in giudizi affrettati ne intuisce il potenziale, ma è indeciso se si tratti di un prodotto sopravvalutato dai più, di una normale serietv degli anni zero di livello medio alto o della famosa “cacata pazzesca”. Fra questi, alcuni abbandonano quasi subito e altri danno fiducia ai propri opinion leader di serietv venendo pian piano catturati dalla macchina (perfetta) creata da Weiner. madmen

Mancano pochi giorni alla Season Premier della stagione conclusiva di Mad Men. Dopo 8 anni di attese il sogno/incubo di Don Draper arriverà alla sua conclusione e con le prime giornate calde di Maggio, quando andrà in onda il final Season, ci sveglieremo con un senso di vuoto lasciato da Don Draper e Company. I più ottimisti magari sperano di non essere abbandonati totalmente da Weiner e sognano una serie spin off su Sally Draper, but..that’s a talk for another time C’è poi chi, nella nostra penisola, ha sognato di essere Don Draper: Stefano Accorsi. Per il secondo anno consecutivo, con la primavera arriva una nuova serietv di qualità SKY. Dopo Gomorra e Romanzo Criminale è il turno di 1992, anch’essa basata su fatti veri, però non vera, basata su storie di personaggi realmente esistiti, ma comunque un’opera di fantasia. 1992 strizza l’occhio alle serie prodotte negli States e in UK e senza alcun dubbio nulla ha che spartire con le varie produzioni poliziesche/biografie/sportive/religiose di mamma Rai e zia Mediaset.Detto questo però, I difetti dei prodotti di punte di SKY però restano quasi tutti.

Innanzitutto, l’affidare la regia ad una sola persona. È mai possibile che in Italia non esista l’eventualità di un turn over alla regia, consentendo a diversi bravi registi (e ne avremmo) di mettere il proprio talento e professionalità a disposizione di un prodotto di punta? In Gomorra a dire il vero si sono (per fortuna) alternati all’onnipresente Sollima altri registi, ma a farne le spese è stata soprattutto la sceneggiatura verticale. Troppe storie nate, sviluppate e concluse in un unico episodio. Il punto di forza di 1992 è sicuramente la storia corale. Nei primi episodi si sono sviluppate le storie di diversi personaggi interessanti, anche se il meno credibile di tutti purtroppo è proprio uno dei protagonisti principali (e produttore) della serie. Risulta impossibile, guardando il pubblicitario interpretato da Accorsi, non pensare che sia stato ispirato da Don Draper. Ma non è lo stesso venditore, non è lo stesso padre divorziato che ha rapporto occasionali con ragazze poco più grandi di sua figlia (che inutile dire nulla c’entra con Sally), non è lo stesso sociopatico talentuoso interpretato da un vero attore talentuoso come Jon Hamm.

Chi in questi ultimi anni è stato abbagliato dalla bellezza di Mad Men, quando si trovava nella fase di evangelizzazione della serie, per spiegare agli amici l’ambientazione di quella New York degli anni ‘60 quando i pubblicitari rivoluzionarono sotto gli occhi di tutti - mentre pochi se ne accorsero veramente - la società civile americana, usava citare la Milano dei fine anni ‘80 inizi anni ‘90, sì: Pubblitalia. Nel momento in cui quindi si è saputo della realizzazione di 1992, l’attesa era davvero tanta. Il difetto maggiore rimane comunque l’avere, per l’ennesima volta, realizzato un prodotto che è un fritto misto fra storia vera (i nomi dei "personaggi" Di Pietro, Dell’Utri ecc.) e fatti di finzione. Ma perché? Cosa sono, dei mockumentary? Poi sicuramente, nonostante il tentativo di realizzare una storia corale, molto personaggi sono solostock charachter al limite dello stereotipo. Non è sicuramente la solita fiction italiana, ma io starei ‘schiscio’ prima di gridare, ancora, al Nuovo Miracolo Italiano.


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