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ABUSI SESSUALI SU UNA BAMBINA. ACCUSE CHOC: MOLESTATA DA UN PARENTE A CASA DEI GENITORI DELLA MADRE

Una brutta storia. Di quelle che si sa che accadono, perchè le si sente al telegiornale o le si legge sulla stampa. Ma che lasciano l’amaro in bocca, e annientano la vita.

di Letizia Tassinari - domenica 21 settembre 2008 - 3284 letture

Una brutta storia. Di quelle che si sa che accadono, perchè le si sente al telegiornale o le si legge sulla stampa. Ma che lasciano l’amaro in bocca, e annientano la vita. Tutto nasce da una separazione tra coniugi: la fine di un rapporto tra due giovani sposi, la cui causa principale, forse, è stata la troppa ingerenza della famiglia di lei, nella cui casa la coppia viveva. Due avvocati, per una separazione giudiziale, e una figlia, minore. Alla prima udienza presidenziale il giudice del Tribunale Civile di Lucca, adotta i provvedimenti urgenti. La bambina viene affidata alla madre. Come accade nella maggior parte dei casi. Il padre, genitore non affidatario, ha diritto di visita due giorni la settimana e può tenerla con se due fine settimana al mese. “Laura”, il nome è di fantasia, ha soltanto tre anni. E’ bellissima, dolce, e parla come una “grande”. Un week end che è casa dei nonni paterni con il babbo dice di sentire un dolore forte ai genitali. A casa della mamma avrebbe fatto tante volte “strani” giochi con un parente stretto, minorenne, che vive nella stessa abitazione. Una frase che pare una coltellata, o una bomba che annienta quanto sta attorno. L’uomo si sente male. Avvisato il suo avvocato per telefono, si precipita al Pronto Soccorso dell’Ospedale Unico Versilia, dove ben tre medici, tra cui una psicologa, allertati dal legale stesso della delicata visita medica da effettuare, si fanno trovare pronti. Il referto parla chiaro: evidenti segni di abuso sessuale anale. Scatta la denuncia per violenza sessuale su minore nei confronti del parente della moglie. Ai carabinieri. E il padre, quella sera, non riporta a casa dalla madre la bambina. A costo di beccarsi una denuncia per sottrazione di minore, che viene poi archiviata. Motivo dell’archiviazione: la tutela del minore da una situazione drammaticamente pericolosa. La notizia di reato dell’abuso sessuale su minore viene trasmessa alla Procura presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze. Che, a distanza di due anni, deve ancora pronunciarsi in merito. Il giudice del Tribunale Civile di Lucca, dove è invece pendente la separazione giudiziale e al quale il padre fa ricorso per una modifica delle condizioni di affidamento della minore, ordina una immediata perizia di ufficio da parte di una psicologa infantile. La bambina, interrogata sotto forma di gioco e con l’utilizzo di pupazzi, racconta nei minimi particolari al perito del Tribunale i giochi sessuali fatti a casa della famiglia materna. Giochi che farebbero inorridire qualsiasi persona normale, se a subirli è poi una creatura di soli tre anni. Il Giudice della separazione decide per l’affidamento condiviso. A patto che la madre cambi casa e vada ad abitare da sola ed entrambi i genitori seguano un percorso con una educatrice sociale. Da quel giorno per il padre è però iniziata un’odissea, fatte di decine di querele da parte della famiglia della moglie e altrettanti procedimenti penali per molestie, ingiurie, minacce e lesioni. Due dei quali finiti in assoluzione. Il padre sta chiedendo l’affidamento esclusivo. E aspetta giustizia, in attesa che il Tribunale per i Minorenni di Firenze si pronunci in merito alla violenza sessuale, già refertata da tre medici e provata sia da un consulente di ufficio che da un consulente di parte.

Letizia Tassinari


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