A Lorena

Lorena Quaranta, 27 anni. Strangolata a Furci Siculo (Messina) dal suo partner, 31 anni.
Mentre i rinati movimenti new age inneggiano a un futuro luminoso in cui l’umanità si sarà purificata grazie a un virus planetario che ci ha insegnato i veri valori dell’esistenza, questa stessa umanità dà sicuramente più segni di squilibrio che di un ritrovato amore per il prossimo. E’ impossibile trovare un disinfettante. L’alcool è sparito dagli scaffali.
Credo che ci siano case in cui tra secoli si troveranno cumuli di scorte inutilizzate. E ovviamente si continuano a consumare violenze domestiche. Una studentessa assassinata dal fidanzato, che riesce a uccidere lei ma – guarda un po’ – non se stesso, non fa nemmeno notizia. Passa in second’ordine, dietro ai numeri con cui stiamo giocando come sonnambuli da settimane. I guariti. I contagiati. I morti. Il picco.
Ci dicono che nel mese di marzo i reati sono calati del 75%, ma le farmacie restano nel mirino dei rapinatori. I maltrattamenti in famiglia sembrano diminuiti, ma è un dato falso: il fatto è che nessuno/a li denuncia. Crescono inoltre le truffe online. Calano invece (non di prezzo, ma di numero) le mascherine, che dovrebbero al contrario aumentare.
Dedico questo pensiero a Lorena, strangolata dal suo uomo in una mattina di questo marzo assurdo. Lo dedico al giovane laureato in Lingue che si è impiccato sulle scale per aver perso il lavoro a causa del coronavirus.
Il virus non ci rende migliori. Smettiamola di dire sciocchezze e non dimentichiamo che è uno solo dei tanti guai che ci affliggono.
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