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A Gela, oggi, l’acqua non è un bene comune

La grave situazione ha colpito anche uno dei cimiteri di Gela dove in seguito ad un decesso di un ragazzo di 14 anni non si è potuto lavare il corpo esanime a seguito di autopsia...

di cirignotta - mercoledì 31 dicembre 2008 - 2820 letture

Tra le città della Sicilia, Gela con una popolosità di 77000 abitanti è sicuramente la più martoriata riguardo alla problematica dell’ acqua, infatti nei giorni scorsi e per ben 8 giorni i cittadini non hanno ricevuto nelle proprie abitazioni la normale erogazione.

La grave situazione ha colpito anche uno dei cimiteri di Gela posto in località “Farello” dove in seguito ad un decesso di un ragazzo di 14 anni non si è potuto lavare il corpo esanime a seguito di autopsia. Molte volte si punta l’indice riguardo gli aiuti umanitari al terzo mondo, però non ci si accorge che situazioni anche più scabrose sono dietro l’angolo della nostra bella Italia. I cittadini sono ormai allo stremo e parlano di sopruso pubblico delle istituzioni che calpestano o fanno calpestare il diritto ad un bene comune “l’acqua”.

L’azione oppressiva delle società private che nel territorio d’ambito dell’ ATO IDRICO della provincia di Caltanissetta, gestiscono su appalto pubblico l’erogazione dell’acqua , ha raggiunto, il limite dello scontro civile. Infatti chi non paga le bollette dovute per acqua non potabile,ma utilizzabile per altri servizi ,si vede tagliare nella notte l’erogazione dell’acqua con la chiusura coatta dei contatori. Atti in perfetta regola amministrativa ,visto che il preliminare di contratto con l’ente pubblico prevede la chiusura dei contatori per morosità , permettendo così alle società private di far valere crediti in denaro in cambio dell’erogazione di acqua non potabile che in taluni casi ha provocato nei cittadini veri danni alla salute vedi gastroenteriti, congiuntiviti ed altro.

Varie in tal senso le ordinanze, fatte dal Sindaco, su richiesta dell’Ufficiale sanitario, che dopo i controlli di rito ha anche bloccato l’erogazione nel quartiere Sant’ Ippolito ed a ridosso della villa comunale per la presenza di germi patogeni. Una vera piaga incurabile per la popolazione che non riesce ad oggi dopo anni di sofferenze a uscire dal Tunnel della sete.

Affrontando la problematica ci si chiede come mai il vicino complesso industriale funzioni sempre in regime H24 con acqua buona, mentre invece la città deve sempre patire la sete? Cosa si nasconde dietro le quinte dei mega interessi miliardari dell’industria ? Chi ha firmato il preliminare di contratto di gestione privata delle acque, dove si prevede il taglio dell’erogazione di un bene comune ed indispensabile per la vita umana? L’acqua di Gela è potabile?

I consumatori hanno il diritto di non dovere pagare ad 1 euro a m3 acqua malsana e puzzolente? Siciliacque Società di gestione regionale, ha l’obbligo di fornire acqua buona ai vari ambiti provinciali? La legge Galli và riformata? Alcune risposte sono state date dall’art 23bis del decreto legge 133 votato nell’agosto 2008 che permette entro il 2010 la gestione dei servizi idrici basata sul libero mercato. Per i Gelesi quindi tempi duri e molte domande senza risposta con la consolazione ,in termini di economia familiare, di dover regalare per le feste natalizie ed ai parenti più cari solo dell’acqua minerale,pulita naturalmente.


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