A Bob Dylan il Nobel per la Letteratura

Uno strano gioco del destino ci fa celebrare il cantante delle proteste, innalzato a poeta. E la morte di Dario Fo.
Sicuramente era stato già deciso da tempo. Il nome di Robert Allen Zimmerman, in arte Bob Dylan, era già stato estratto per la designazione del Nobel alla Letteratura. Ci piace, però, giocare di fantasia e illuderci che l’esimia Accademia svedese abbia voluto consolarci, distraendoci per un attimo dalla tragica notizia della scomparsa di Dario Fo al quale, come tutti ricordano, fu assegnato lo stesso premio nel 1997.
E’ una nostra scelta, quella di affidarci alla poesia dei sentimenti che possono dettare la coscienza dei membri dell’Accademia nel momento della scelta dei nomi. Quello della Letteratura, poi, è particolarmente ricco di fascino e di imprevedibilità, vista l’enorme possibilità di spaziare in diversi campi della scrittura, per individuare il più meritevole del riconoscimento.
Bob Dylan ha sicuramente dato l’occasione agli "svedesi" di riscontrare il consenso della critica e anche della gente, sicuramente più impegnata e distratta in incombenze più importanti. Dylan rientra tra gli artisti musicali che hanno saputo attraversare i decenni, magari non sempre con le approvazioni unanimi dei fedelissimi fan che lo seguono da quel lontano 1962, quando si presentò al pubblico statunitense prima, e poi a quello internazionale, con la sua chitarra folk e le sue sonorità acustiche, figlie di una cultura che veniva dalle ballate di Woody Guthrie e dalla scrittura underground di Jack Kerouac.
Una considerazione, che ci sentiamo di fare, è quella che sia il nostro giullare Fo, che quello statunitense, hanno dovuto aspettare che le acque della contestazione e della satira da sminuire il potere fossero acquietate, per essere accostati alla cultura dei grandi letterati del passato, che si sono fregiati del Nobel.
Nel complesso, ci accontentiamo di queste scelte controcorrente che ogni tanto l’Accademia ci concede. Del resto, in ambito prettamente letterario il Premio Nobel si è arricchito negli anni di diversi episodi, più o meno discutibili che, in ogni caso, fanno parte della storia di questo riconoscimento internazionale.
Rimarrà nel ricordo di tutti l’intervento del Kgb nel 1958 per costringere l’autore de Il Dottor Zivago, Boris Pasternak, di rifiutare il premio. E sicuramente indimenticabile l’atto di protesta avanzato nel 1964 da Jean-Paul Sartre che rifiutò il premio dichiarando "nessun uomo merita di essere consacrato da vivo".
Altri tempi, altri uomini, altre culture.
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