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3D Day al Future Film Festival

di Dario Adamo - lunedì 1 febbraio 2010 - 4743 letture

3d: tutti ne parlano e pochi sanno di cosa si tratti veramente. Innovazione tecnologica che sta cavalcando l’onda degli entusiasmi degli ultimi successi commerciali (Avatar oggi, Alice di Tim Burton e il terzo capitolo di Toy Story i successi annunciati nei prossimi mesi) o una reale trasformazione del linguaggio cinematografico, un passaggio epocale tanto per la storia quanto per la grammatica della settima arte di cui tutti dovremmo prendere atto? Di questo e di molto più si è parlato in occasione del 3D Day al Future Film Festival, svoltosi nella Sala Hera del Future Village all’interno del Palazzo Re Enzo, in una lunga giornata scandita da incontri tra autori, distributori, esercenti e addetti ai lavori intervenuti per l’occasione

Mattina: case history di produzioni italiane

La tavola rotonda della prima parte della giornata ha avuto come protagonisti alcuni di coloro che hanno lavorato e stanno continuando a lavorare utilizzando la tecnica stereoscopica tridimensionale. Giampiero Piazza e Francesca Tornimbeni sono gli stereografi della casa di produzione Lilliwood che hanno partecipato alla realizzazione del cortometraggio Il volo di Wim Wenders, girato in Calabria e interamente realizzato in tecnica stereoscopica. Insieme a Gianfranco Borgatti (co-produttore del film), gli autori hanno illustrato il loro metodo di lavoro, basato sulla percezione visiva e sulle ottiche inclinate a differenza di quanto accade negli USA dove si predilige l’utilizzo delle ottiche parallele, insistendo particolarmente sul valore della tecnica stereoscopica come nuovo strumento di comunicazione e non come semplice effetto speciale. L’impressione, per coloro che stanno lavorando con questo metodo, è quella che il 3D rappresenti realmente la nuova frontiera del linguaggio cinematografico e non una semplice sperimentazione tutta votata alle spettacolarità. A conferma di ciò i due stereografi hanno annunciato che è già stato avviato il progetto del primo lungometraggio italiano realizzato completamente in tecnica stereoscopica, le cui riprese inizieranno il prossimo mese. A seguire è intervenuto Pietro Carlomagno, stereografo indipendente che ha curato la realizzazione del primo spot pubblicitario in 3D proiettato nelle sale cinematografiche (per le Gocciole Pavesi). Oltre ad avere illustrato tutte le fasi del processo produttivo, Carlomagno ha ribadito che il ritorno alla sterografia (tecnica per nulla nuova, ma tornata alla ribalta negli ultimi anni) rappresenta un passo in avanti in termini di linguaggio e, a proposito di fruizione, ha anche fornito preziosi consigli al pubblico per una visione ottimale del 3D in sala (posizione centrale anche rispetto alla distanza dallo schermo). L’ultimo contributo della mattinata è venuto da Giosuè Boetto, noto giornalista e autore RAI, che ha presentato al pubblico del Future il documentario tridimensionale sul Big Bang da lui realizzato in collaborazione con Cineca di Bologna che sarà presente stabilmente al Museo dell’Astronomia di Torino. Partendo da alcuni servizi di divulgazione scientifica che la RAI ha trasmesso negli anni ’70, Boetto ha tracciato un interessante percorso storico che ha messo in evidenza l’importanza dell’informazione culturale veicolata prima attraverso la televisione e oggi grazie ai new media. Ne risulta un ulteriore applicazione del 3D, utile in questo modo anche al perseguimento di obiettivi strettamente culturali

Pomeriggio: incontro esercenti/distributori e panel tecnologico

Sul versante distributivo/commerciale molte sono state le voci che hanno permesso al pubblico del Future di avere un quadro abbastanza chiaro riguardo le tendenze del mercato. Nicola Maccanico, direttore generale della Warner Bros. Italia ha fornito subito i primi dati sul successo del 3d in Italia: a fronte di un sostanziale equilibrio rispetto alla stagione scorsa in termini di biglietti venduti nel 2009 si è registrato un incremento dei guadagni grazie soprattutto alle proiezioni in 3d. In linea generale, ha sottolineato Maccanico, il più importante effetto positivo portato dal 3d riguarda la riaffermazione dell’unicità dell’esperienza in sala in un’epoca durante la quale si è voluto a tutti costi equiparare il cinema domestico a quello tradizionale. Il 3d tuttavia non porta solo vantaggi: secondo Maccanico occorrerà valutare con cura gli effetti sui mercati di sbocco secondari e sperare che questa nuova tecnologia non nasconda una grande bolla speculativa che se esplodesse arrecherebbe danni irreparabili. Rappresentanti dell’esercizio come Giuseppe Corrado del gruppo The Space Cinema e Gianantonio Furlan titolare dei Furlan Cinema e Teatri hanno confermato gli effetti positivi della nuova tecnologia dichiarando che già a partire dai prossimi mesi aumenteranno le sale per le proiezioni in 3d che verranno sfruttate non solo per i nuovi film in arrivo, ma anche per la distribuzione di contenuti alternativi: The Space sta già contrattando i diritti per i prossimi mondiali di calcio e, dopo il concerto degli U2, saranno altri gli eventi musicali proiettati in 3d nelle sale. Una problematica interessante sollevata durante la serie di incontri ha riguardato gli effetti del 3d sulla cosiddetta “tenitura” dei film: Gianluca Pantano, direttore della programmazione della UCI Italia ha ricordato che la vita media di un film in 2d (o in 35mm) si sta accorciando di anno in anno e che è necessario dunque trovare in breve tempo nuove soluzioni Complessivamente anche grazie ai contributi degli altri intervenuti (Andrea Maluccelli, esercente e presidente Agis Emilia-Romagna, Gino Zagari segretario generale Anem, Raid Onhanian Sales Manger 20 th. Fox Italia e Giulio Carcano Sales Manger della Walt Disney Italia) risulta unanime la convinzione che il 3d sia tutt’altro che una moda effimera, ma che rappresenti invece uno standard destinato a durare a lungo. Sembra inevitabile dunque che i prodotti futuri dovranno adeguarsi al cambiamento e rispettare gli standard raggiunti.

Il terzo e ultimo incontro professionale del 3d DAY ha riguardato l’aspetto prettamente tecnologico e ha visto la partecipazione di Pier Carlo Ottoni, Direttore Generale Digima spa, che ha illustrato il fenomeno del “passaggio” al 3d dal punto di vista delle forniture agli esercenti che stanno adeguando le proprie sale alle proiezioni stereoscopiche, sottolineando come sia in atto una vera e propria “corsa agli armamenti”; Andrea Tito, responsabile marketing TV Panasonic Italia con il quale si è discusso delle possibilità offerte dal 3d nel settore dell’home entertainment (saranno disponibili già a partire da giugno i primi televisori 3d Full HD dell’azienda giapponese) e infine Christian Casati della Nvidia che ha parlato delle applicazioni 3d stereoscopiche per pc.

Da un lato l’entusiasmo dimostrato da stereografi e autori impegnati nello sviluppo di un linguaggio (riscopertosi) nuovo, dall’altro il mercato con i successi “trainati” dall’effetto 3d, hanno fatto pensare ad un futuro univoco per il cinema, ad un’esperienza cinematografica tutta orientata al totale coinvolgimento dei sensi. Non mancano i detrattori e gli scettici, coloro che guardando al 3d storcono il naso e palesano molta diffidenza, rivendicando a spada tratta i valori base di un cinema che si possa definire di buona qualità e additando il 3d come un entusiasmo fatuo. Staremo a vedere se la prossima edizione del Future Film Festival avrà ancora un 3d day… o se davvero si sia trattato solamente di un abbaglio stereoscopico.


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