La differenziata divide le famiglie siciliane

Un nuovo dramma si sta consumando all’interno delle famiglie. Aumentati i casi di separazione. La colpa è tutta della differenziata.

di Piero Buscemi - martedì 16 gennaio 2018 - 4626 letture

Non ci sono più le famiglie di una volta. Quelle belle famiglie rurali fotografate in bianco e nero, che tanto hanno descritto la società italiana del secolo scorso. Hanno riprovato a ricrearle in laboratorio, sfruttando la creatività dei pubblicitari e le loro famiglie sorridenti all’ombra di un mulino. Ma non è la stessa cosa. Qualcuno dice pure che è troppo evidente il trucco. E poi, i bambini di oggi non ridono più così spontaneamente. Troppo impegnati a superare l’ultimo livello di Shadow Fight 3 o a chattare con l’infermiera del terzo piano, bisognosa anche lei del suo Toy Boy.

Adesso, poi, ci si è messa pure la differenziata. Cosa c’entra la differenziata? Ingenui! La differenziata c’entra sempre. In tutte le attività quotidiane del nostro vivere moderno. Avranno preso spunto dall’archiviazione dati con le mitiche cartelle virtuali dei nostri sistemi operativi, installati sul nostro pc, ma nel corso degli anni la differenziata si è talmente evoluta da camminare con i piedi suoi, anzi le rotelle sue.

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differenziata

Quei bei contenitori multicolore. Ogni colore abbinato ad un prodotto. Una guerra artistica tra le varie amministrazioni per la scelta della tinta giusta da contrapporre a quelle monotone, standard e banali utilizzate un po’ dovunque. I malpensanti continuano a dire che, nella fase finale, i colori si mescolano vertiginosamente in discarica, dando vita all’uniformità bianca simile a quel dischetto multicolore che facevamo girare velocemente da bambini durante l’ora di Scienza fino a vederlo completamente bianco. Magari il risultato non è così bianco. Come negare un falò improvvisato nelle nostre campagne siciliane, una volta ricche di agrumi? Quella profumata ed evanescente diossina che si sprigiona nell’aere, truccata da effusione fumaria, che conquista le nostre narici per non abbandonarle più.

Sono esperienze che la nostra famiglia rurale del secolo passato non ha mai avuto possibilità di goderne. A quei tempi, al massimo era concessa un’inalata di calde margherite vaccine nelle fredde mattinate d’inverno. Tutt’altra cosa. Si racconta che sono state fondate delle città a tema per consentire un po’ a tutti di beneficiare delle inalazioni di Diossina Spray (soluzione 100%). Le famose e facilmente raggiungibili Dioxin Town, sparse per tutto il territorio nazionale e così diffuse ormai nelle province siciliane.

La differenziata, però, ha rotto l’incantesimo di questa immagine del mondo moderno. Si è annidata subdolamente negli interstizi dei rapporti familiari. Quelli, almeno quelli, che si credeva fossero inattaccabili dalla perdita di ideali e di tradizioni, esportati nel secolo precedente fino negli Stati Uniti. Quelle "famiglie" che hanno riempito l’America di cultura e senso pratico, dove lo scambio di cortesia è stato spesso interpretato in malafede come "... di favore".

Diciamola tutta. La differenziata ha diviso le famiglie siciliane. Una volta, accordi mai sottoscritti prevedevano il rito del sacchetto della spazzatura, compito affidato la sera al marito, affetto durante le altre ore della giornata di Pigrizia, Scansafatichismo, Sindrome del Deretano Incollato al Sofà e Pollice Carpale da Telecomando. Al calar della sera, non c’erano quiz che reggevano. Il coniuge maschio abbandonava il divano, nascondeva il telecomando in un luogo sicuro ed asciutto, indossava il giubbotto sopra la canottiera bianca da camera e imbracciata l’artiglieria... ops... scusate, un lapsus deandriano, imbracciata la spazzatura, scendeva in strada a svolgere il suo dovere di cittadino e di capo-famiglia.

Era l’occasione quotidiana per incontrare l’infermiera del terzo piano, ormai stanca di aspettare il Toy Boy e i suoi fottutissimi "5 minuti, ammazzo il mostro ed arrivo...". Erano scambi culturali sempre ben composti. Delicati incontri ravvicinati sostenuti da un baratto di esperienze dell’operatore ecologico improvvisato, tra le varie posizioni da assumere sul divano e le avventure in corsia della donna in camice bianco.

Situazioni accettate con parsimonia dalle mogli che restavano a casa a finire di rassettare la cucina del dopo cena. Il capo-famiglia utilizzava il pretesto del sacchetto dell’immondizia per entrare in sinergia con il mondo sconosciuto del quartiere. Brevi incontri, parole appena accennate, contatti umani da erudizione sanitaria. Così veloci, ancora i soliti malpensanti, da coniare il nomignolo di "sveltine". Le mogli, grandissime attrici, ad interpretare la parte delle ingenue all’oscuro di questi incontri fugaci ed innocenti. Poi gli uomini tornavano al loro divano e tutti erano felici.

L’utilizzo dei secchielli della differenziata ha stravolto tutto. L’obbligo di porre il contenitore appena fuori la porta ha ridotto i tempi di alienazione dal tran tran quotidiano che il marito siciliano si concedeva a fine giornata. La moglie non può più fingere di ignorare e quella "sveltina" diventata ormai come "accelerata", condiziona la reazione. I dati statistici pubblicati ultimamente sulle percentuali di separazioni e divorzi in Sicilia tracciano una situazione drammatica ed irreversibile. Una tragedia che rischia di essere esportata nel resto d’Italia. E non sorprendiamoci che i comuni del Nord Italia, poi, vengano sciolti per "infiltrazione differenziata"!


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