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Uno: Nick e l’online sottoterra

Nick vive da anni in un seminterrato nei pressi della stazione di Russel Square Street... E’ in questa città da undici anni. Un lavoro vero non l’ha mai cercato... La scrivania è il suo collegamento con il modo esterno...

di Tano Rizza - mercoledì 29 giugno 2005 - 6008 letture

Nick vive da anni in un seminterrato nei pressi della stazione di Russel Square Street. Interrato e sotterrato dalla fame di affitti e dall’enorme prezzo di una casa. Ma questo, per lui, non rappresenta un reale problema. La luce non batte mai nella sua stanza, fatta eccezione per uno spiraglio che illumina, saltuariamente, l’angolo sinistro del suo letto. In quel preciso punto, lui, non si trova mai a stare. Non conosce la luce, non conosce bene il giorno e la sua attività frenetica.

Vive, lavora e pensa di notte. Le tende, piccoli pezzi di stoffa scura lunghi non più di qualche decina di centimetri, lo separano dagli sguardi indiscreti dei cani e dalle zampe dei loro, affrettatissimi, padroni. Conosce intensamente le caviglie di tutte le persone che passano dalle sue parti, le classifica, guarda le scarpe e si difende dai loro rumori con uno stereo perennemente acceso. Ha diversi milioni di Mp3. E a rotazione col suo lettore, nell’arco di qualche settimana, riesce ad ascoltarli tutti.

E’ in questa città da undici anni. Un lavoro vero non l’ha mai cercato. Preferisce vivere di nulla, vivere di buio. I pensieri del suo passato, logorato e travagliato, li ha messi alle spalle. Con un esercizio mentale faticosissimo riesce e mettere da parte e dimenticare i ricordi, quelli passati e quelli che verranno. Non ha ricordi, non sa bene cosa vuole fare e non li interessa minimamente. Vive per pagare l’affitto e mangia pochissimo. La stanza presa in affitto è piccola, senza luce, sottoterra. Chiunque eviterebbe di viverci dentro, di passarci solo pochi minuti, per Nick invece è l’ambiente ideale per vivere e sopravivere sereno, e non se ne priverebbe mai. Un letto, una scrivania e un divano che fa anche da armadio, dove le sue vesti sono ordinatamente messe in disordine.

La scrivania è il suo collegamento con il modo esterno. La connessione al web è la sua unica speranza per non cadere nell’indifferenziato mondo esterno del nulla. L’online è il suo mondo preferito, perché virtuale e non concreto. Pochi conoscono la sua faccia, svariate migliaia di persone conoscono il suo nickname. E’ lo stesso da sempre. Non è un hacker, non è un maniaco sessuale, non è uno squilibrato. La sua ragione di vita è indeterminata, fluttua costantemente tra un sito e una chatt, tra un portale e un sito di controinformazione.

Si è costruito, intorno, una fitta rete di contatti, potenzialmente potrebbe andare a vivere ovunque nel mondo. Le sue conoscenze sono illimitate, internet è stata la sua scuola, la sua univerisità e il suo corso di perfezionamento. Conosce inglese, francese, tedesco, spagnolo e ha dimestichezza con la maggior parte dei sistemi informatici e ambienti di lavoro elettronici sviluppati nella terra. La sua conoscenza è a portata di clic, e costa solo poche sterline al mese. Ma non intende cercare un lavoro fisso.


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> Uno: Nick e l’online sottoterra
4 luglio 2005

Perkè ambientare il romanzo negli stati uniti? è + difficile continuarlo. sarebbe poco credibile quando cisi trova a parlare di luoighi, anche se in generale, che non si conoscono...
    > l’America è il non luogo per eccellenza
    5 luglio 2005, di : sheherazade

    L’America è il luogo dove può succedere di tutto, niente è qualificativo di un posto, qualsiasi descrizione va bene perchè non ha una personalità ben definita. L’America è come un fumetto!
    > Ma non è a Londra?
    14 agosto 2005, di : Mary

    A me sembra che dopo parlino di Londra... non di Stati Uniti!