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A me piacerebbe MariaRita Sgarlata

Tempo di elezioni, il mondo politico torna a esistere persino in Sicilia. Le elezioni sono quelle regionali: nuovo Parlamento regionale (ARS) e nuovo presidente della Regione...

di Sergej - lunedì 10 luglio 2017 - 4940 letture

A me piacerebbe MariaRita Sgarlata come candidato e come presidente della Regione Sicilia. Piacerebbe che la "sinistra" o quel che ne è rimasto in Sicilia (molto poco) si unisse attorno a una battaglia che non è solo per una persona onesta e per bene, ma è anche una battaglia per l’ambiente e per i beni pubblici e culturali, che sono oggi gli unici beni per i quali vale la pena combattere (politicamente). In Sicilia abbiamo migliaia di problemi, mafia e corruzione soprattutto. Ma oggi è sui beni pubblici e su quelli ambientali e sul patrimonio culturale che la sinistra dovrebbe ricompattarsi e tornare a immaginare un futuro e una prospettiva di lavoro.

La situazione "politica" cioè dei partiti partitini e soprattutto dei personaggi politici che veicolano voti e clientele, è fluida. Abbiamo assistito alla morte di tutti i partiti tradizionali (quelli nati dopo il 1945), la situazione è molto più simile al quadro politico del 1920 che ad altri: una miriade di portatori di voti, senza più legami se non di cordata; quasi nessun legame di tipo ideologico. In questo quadro l’unico partito che ha provato a costruirsi è stato quello del Movimento 5 Stelle - nel paradosso di volersi considerare "movimento", e con esiti ancora insufficienti e con il problema di trovare persone mentalmente non corrotte in un ambiente che è totalmente corrotto.

Da come sono messe le cose, l’unico candidato serio potrebbe essere quello del centro-destra, Musumeci che noi ricordiamo e abbiamo apprezzato come presidente della Provincia di Catania, ma la cosa è accaduta un ventennio fa: finora il centro-destra ha rifiutato di schierarlo o lo ha osteggiato, ma può darsi che stavolta si decida a impiegarlo. Una sua presidenza non credo riesca a innovare le strutture regionali, cosa che invece è essenziale per lo sviluppo dell’isola. Il PD è alla frutta in Sicilia e non solo da ora, e da sempre fa parte dello schieramento conservatore. Da come andranno le elezioni in Sicilia ci saranno ripercussioni anche a livello nazionale (come sempre): stavolta, rispetto alla leadership di Renzi (nel PD). I bersaniani hanno tutto l’interesse a costruire una candidatura alternativa a quella del PD, ma i bersaniani in Sicilia sono molto imbolsiti e non credo che riescano ad andare oltre l’idea (cretina) di Corradino Mineo - ottimo giornalista televisivo e capace di intuizioni, ma pessimo politico. In più, in Sicilia, i "bersaniani" sono in realtà Leoluca Orlando Cascio, che è un’altra storia.

Sono esistiti in Sicilia i "movimenti", cui hanno aderito quel poco di borghesia presente nell’isola. Nel passato sono riusciti a movimentare un po’ l’aria, ma senza mai riuscire a essere determinanti e determinati: alla fine la politica è sempre riuscita a far valere i propri metodi e la propria esperienza militare. Oggi i movimenti, dopo il periodo della "lotta alla mafia", sono alla frutta.

Non diversamente i partitini della "sinistra", frammentati ed elettoralmente in Sicilia incapaci di superare il 2% dei votanti. La tentazione di gran parte di queste piccole formazioni è quello di voler utilizzare le elezioni regionali, ancora una volta, per "contarsi" invece di partecipare a un movimento e un’azione politica. Lo scopo, come sempre, è quello di sapere chi è più forte e chi meno, in modo che ai prossimi tavoli di trattativa politica ognuno potrà sapere quanto spazio potrà avere in quelle trattative. Siamo nella fase delle necessità primordiali della politica, il grado neandertheliano della politica.

Io spero sempre che in Sicilia (e in Italia) ci sia spazio per una politica di più ampio respiro, che pensi ai modi di superare la fase attuale (ragazzi, la "crisi" non è provvisoria, è una cosa che dura ormai da dieci anni almeno...). Quando si individuò Crocetta come candidato, si sperava di aver trovato una persona di polso e d’intelligenza, capace di rompere gli schemi dell’adagismo regionale, della corruzione diffusa, i privilegi dei funzionari. Pensavamo addirittura che Crocetta provenisse dai movimenti, dalla stagione dell’antimafia. Le cose sono andate diversamente.


ps: chi scrive qui non ha contatti con Mariarita Sgarlata né con alcuno dei movimenti, partiti politici, persone citate. Sono considerazioni personali, che spero aprino un dibattito anche all’interno della redazione di Girodivite che ringrazio sempre per l’ospitalità. Considerate quanto scritto le considerazioni senili di uno un po’ fuori dal mondo.


pps: chi non conoscesse MariaRita Sgarlata, può andare a dare un’occhiata al suo website, e rileggere la recensione sul libro in cui narra delle esperienza di assessore regionale.



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