Speech

Sospesi tra Obama e la Direzione del Pd

di Adriano Todaro - mercoledì 17 maggio 2017 - 5019 letture

Sono triste. Triste perché pur abitando a ridosso di Milano, mi sono perso lo speech di Barack Obama. Non sono stato invitato ma avrei potuto partecipare sborsando la modica cifra di 850 euro. Neppure tanto a pensarci bene anche perché non è che tutti i giorni hai a portata di mano Obama vestito da cantante gospel e Matteo Renzi in maniche di camicia con contorno di un terzetto di pensatori del pensiero molto debole come il suonatore di piffero Bobo inteso Maroni, Maurizio inteso Martina e Beppe inteso Expo.

Ho chiesto a girodivite di pagarmi la partecipazione ma, come al solito, la direzione ha fatto orecchie da mercante. E così il discorso me lo sono perso, mi sono perso lo speech come dicono i renziani poliglotti. E allora sono costretto a scrivere le solite cose su questa povera Italietta infetta.

Comincio però, per tirarmi un po’ su, con una ventata di gioventù perché sono il nostro futuro, il sol dell’avvenire. E comincio da Arianna. Il nome deriva dal greco e significa “casta, molto sacra, pura”. E chi è questa Arianna casta? E’ Arianna Furi che è entrata a far parte della nuova Direzione del Pd. Ultimo anno di liceo classico, la molto sacra Arianna ha idee chiare e mentre la greca Arianna è innamorata di Teseo e lo aiuta a uscire dal labirinto grazie ad un gomitolo di filo, la nostra pura Arianna è innamorata di Matteo e, probabilmente, lo aiuterà a trovare la strada giusta. Pensate che è iscritta ai Giovani dem da quando aveva 14 anni. Ora è vero che a 14 anni si fanno tante cazzate ma avere una figlia iscritta ai giovani del Pd non è certo una bella prospettiva per i genitori. Comunque per la molto sacra Arianna, “Renzi sta facendo degli investimenti”. Ah sì, e su cosa ha investito? “Sulle App e Bob”. Ma va? E ‘sti cazzi? Non c’è li metti? Poi un’idea geniale: “Bisogna rendere le sezioni del partito più smart… una grafica comune, attività sui social”. Un programma, come si vede, molto puro. Ma la giovane sacra Arianna è anche molto modesta: “Ho tantissimo da imparare, la politica è fatta di studio e approfondimento”. Su questo siamo completamente d’accordo. Ecco, studi e approfondisca così quando parlerà in Direzione la potranno capire tutti, anche Fassino. E il futuro come lo vede: “Mi piacerebbe fare il percorso di Maria Elena Boschi”. Arianna, ti prego, non dire più nulla. Hai già detto tutto!

Non c’è solo Arianna. Altre caste, molto sacre, pure leggiadre donzelle fanno parte della Direzione Pd. Tutte che si sono distinte, nel corso degli ultimi anni, in un lecchinaggio metodico nei confronti del Capo. C’è Micaela Campana che interrogata dai giudici di Mafia Capitale, per ben 39 volte ha risposto “non ricordo”. Questa potrebbe seguire, in Direzione, il settore della Memoria. C’è Alessandra Moretti indicata per aprire un salone di bellezza all’interno del Nazareno considerato che secondo lei le donne in politica debbano essere esteticamente belle, curate ed eleganti, mica come Rosy Bindi. E c’è Simona Bonafé candidata a dirigere il settore Interventi Tv essendo la massima esperta dell’interruzione nei dibattiti; parlare in continuazione senza dire nulla. Altra importante entrée Michela (non Micaela, mi raccomando!) Di Biase coniugata Dario Franceschini che, probabilmente, andrà a dirigere il settore Cultura perché è laureata in Storia e conservazione del patrimonio artistico. Ha affermato, in polemica con il MS5: "Vorrei capire come si fosse, si sarebbe comportato il M5s, come vi sareste comportati voi se questi accadimenti avrebbero riguardato…". Me cojoni!

Naturalmente ce ne sono tante altre come la sempreverde bancaria etrusca Boschi Fioriti e la frangetta più intelligente del Parlamento europeo, Debora Serracchiani, che non è più vicesegretaria ma le cazzate sulle violenze degli stranieri le racconta ancora e ci sono, poi, i maschietti. Tanti nuovi della politica come l’Americano Veltroni e il Lungo Fassino, c’è un Faraone che rastrella voti per Matteo dalla Sicilia, c’è il “ciaone” trivellatore Carbone, i fratelli De Rege al secolo i fratelli Pittella di quel di Lucania. Poi l’ex sinistrorso Genny o, meglio, Gennariello il Migliore oggi folgorato sulla via di Scandicci, l’ex fidanzatino tenebroso di Elenuccia nostra, Bonifazi e tantissimi altri. Tutti di primo piano, intellettuali rigorosi, avulsi al potere come Luca Lotti.

Ci immaginiamo le risate quando si riuniranno in Direzione: “Capo l’Alitalia è in deficit”. “Beh anche l’Unità perde 400 mila euro al mese”. E giù risate. “Capo, sono 5 milioni gli italiani che fanno la fame”. “E allora? Anche Luca Montezemolo tira la cinghia. Non si taglia il ciuffo perché i parrucchieri sono troppo cari”. E giù risate. “Capo, in una vetreria è morto un ragazzo senegalese di 23 anni”. “Non facciamo particolarismi. Lotti si è chiuso un dito nel cassetto Consip e stoicamente non ha pianto”. Insomma, da scompisciarsi.

Voglio ritornare però un momento a quello che scrivevo all’inizio, alla visita di Obama a Milano. Di cosa ha parlato Barack per 850 euro a cranio? Della fame del mondo, argomento importantissimo, di povertà e nutrizione. Il bugiardo di Rignano, provincialotto com’è, subito ha scritto con piaggeria che “Obama è in gran forma: ha ancora molto da dire e da dare alla politica mondiale”. Poi è riuscito a imbucarsi all’Ispi (Istituto per gli studi di politica internazionale) per magnare.

La giusta conclusione dopo aver parlato di fame nel mondo.


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