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"Se continuano così sarà un massacro"

In Iraq si continua a combattere una delle tante guerre infinite. I grandi del mondo si apprestano ad incontrarsi nuovamente, spendendo altre parole mentre in questi angoli dimenticati si continua a morire di guerra.

di Redazione - mercoledì 15 marzo 2017 - 4073 letture

"Se continuano così sarà un massacro". Mentre Salah racconta cos’è successo, suo fratello sta ricevendo le cure nei nostri medici in pronto soccorso.

Sono più di 10 i pazienti arrivati oggi all’Emergency Hospital di Erbil e a Mosul lo scontro tra l’esercito iracheno e Daesh non lascia possibilità di fuga ai civili, intrappolati nelle loro case. L’esercito bombarda con missili a medio raggio, i miliziani utilizzano principalmente cecchini e autobombe.

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È stato proprio un’autobomba a esplodere vicino alla casa di Salah, ferendo gravemente suo fratello e uccidendo tre vicini. I primi soccorsi sono arrivato solo dopo un’ora e il viaggio fino al nostro ospedale è durato tre ore, attraverso quattro checkpoint."Prego perché tutto questo finisca il più presto o a Mosul non rimarrà anima viva.

Dal 1995 Emergency ha assistito in Iraq oltre 699.000 persone (dati al 31 dicembre 2016) nei suoi due Centri chirurgici, nella rete di Centri sanitari, nel Centro di riabilitazione.

L’intervento di Emergency in Iraq si è concentrato nel Kurdistan iracheno, al confine con Iran e Turchia, in una zona densamente minata.

Attualmente, Emergency gestisce in Iraq un Centro di riabilitazione e reintegrazione sociale a Sulaimaniya, in Kurdistan, avviato nel 1998 constatata l’elevata presenza nell’area di persone amputate. Oltre alla cura dei pazienti e all’applicazione di protesi, Emergency favorisce il loro reinserimento nelle comunità di provenienza.

Inoltre, dal 2014 Emergency offre assistenza sanitaria ai profughi iracheni e siriani nei campi delle aree di Arbat e di Kalar. I Centri sanitari di Emergency attualmente presenti in Iraq sono sei: quattro nell’area di Arbat e due nell’area di Kalar. A partire da luglio 2014, inoltre, il nostro staff ha offerto cure presso il Centro sanitario di Aliawa, nell’area di Khanaqin, fino al passaggio di consegne con le autorità sanitarie locali effettuato a febbraio 2015.

Nel 1995 Emergency ha riattivato l’ospedale di Choman, villaggio curdo al confine tra Iran e Iraq. L’area, abitata dai curdi iracheni, era disseminata da più di 10 milioni di mine, anche di fabbricazione italiana.

A Sulaimaniya e a Erbil, città allora controllate da due fazioni in lotta tra loro, nel 1996 e nel 1998 Emergency ha aperto due Centri chirurgici per fornire assistenza gratuita e di alta qualità. Entrambe le strutture sono state nel tempo ampliate con unità specializzate nel trattamento delle ustioni e delle lesioni spinali.

In tutto il paese Emergency ha attivato una rete di 22 Posti di primo soccorso per offrire cure tempestive ai feriti e il loro trasferimento in ospedale in casi di emergenza.

Nel 2005, in considerazione della raggiunta autonomia del programma, Emergency ha trasferito alle autorità locali la gestione dei Centri chirurgici e dei Posti di primo soccorso, ora integrati nel sistema sanitario nazionale.


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