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Animals: quaranta anni dall’uscita del mitico album dei Pink Floyd

Il 21 gennaio del 1977 l’ormai affermato gruppo inglese pubblicò l’album scenografico che caratterizzerà molti dei concerti portati in giro per il mondo dei successivi anni.

di Piero Buscemi - mercoledì 25 gennaio 2017 - 9893 letture

Per gli appassionati di questo mitico gruppo inglese, a parte l’innegabile suadente musicalità dei precedenti album, fuori da qualsiasi comparazione immaginabile con altri prodotti musicali di quei tempi, e sicuramente, anche dei decenni trascorsi dopo, era l’attesa dell’ultima copertina che i grafici del gruppo concepivano ad ogni uscita di un nuovo Lp dei Pink Floyd, che incuriosiva prima ancora di averne ascoltato la musica.

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Pink Floyd Animals

La scelta non era mai casuale e, in tempi in cui il marketing si poggiava sulla creatività e l’esclusiva di trasmissione di un’immagine che, ai giorni nostri, avrebbe fatto parte delle milioni di immagini stereotipate od eccessivamente ritoccate da programmi digitali di ultima generazione, i progetti grafici rappresentavano spesso il successo o l’apatia del pubblico che si approcciava per le prime volte ad un gruppo di musica di ricerca, mai ascoltato in precedenza.

Avere tra i propri 33 giri di produzione floydiana le mitiche copertine che avevano completato le emozioni, già difficilmente descrivibili nell’ascolto di quelle musiche, basti pensare al prisma di The Dark Side of The Moon o ai due uomini in fiamme che si stringono la mano in Wish You Were Here, se ci soffermiamo solo a ricordare i due precedenti album di Animals, non poteva in quegli anni non trovare completezza se non con la copertina concepita per il lancio del nuovo disco.

La Battersea Power Station, la centrale elettrica londinese la cui foto fu utilizzata per la copertina, fu arricchita dal mitico maiale volante in cielo tra le ciminiere per richiamare il pezzo chiave dell’album, Pigs on the wing, che introduce e chiude il disco. Su questa scelta coreografica, si racconta che il maiale gonfiato ad elio, durante la preparazione della copertina, si staccò e cominciò a veleggiare per i cieli di Londra, per essere recuperato qualche giorno dopo nei pressi di una fattoria. Costituirà una dei marchi di fabbrica dei Pink Floyd, che lo utilizzeranno in moltissimi concerti.

I Pink Floyd avevano già abituato il loro pubblico alla realizzazione di concept album, dove la tematica aveva costituito l’elemento essenziale e trascinante dell’intera sonorità, indissolubile dai testi che hanno sempre accompagnato il viaggio musicale che si era deciso di intraprendere, affidandosi alle tracce floydiane.

Lo scorrere del tempo e la folle rincorsa dell’uomo nel provare a fermarlo, tematica riflessiva apprezzata in Dark Side, aveva lasciato posto alla nostalgia dell’uomo Syd Barrett, fondatore del gruppo, e alla sua ispirazione creativa annebbiata da regole di mercato dettate dall’industria discografica, con l’uscita di Wish you were here.

Animals esce fuori da quei canoni consolidati nei precedenti nove album. Roger Waters, che aveva già ideato l’immagine di copertina descritta, si occupò quasi esclusivamente della stesura dei testi. E’ una denuncia più marcata della bramosia di potere dell’uomo che, per consolidarlo, è disposto a qualsiasi cosa, anche ad un ritorno primordiale ed istintivo, considerato erroneamente come esclusiva degli animali.

L’ispirazione fu il noto romanzo La fattoria degli animali di George Orwell, che lo scrittore pubblicò nel 1945. Il paragone con il mondo animale per descrivere, e forse giustificare, la condizione spregevole nella quale la società del suo tempo era miseramente crollata, è il filo conduttore dell’album. Catalogando l’umanità in tre categorie animali, porci, pecore e cani, rispettivamente politici, forze dell’ordine e il popolino, la metafora esseri umani-animali ebbe notevoli riscontri negli avvenimenti di cronaca che monopolizzarono l’informazione durante quella fine degli anni ’70.

Musicalmente parlando, l’album contiene 5 tracce: Pigs on the wing Part 1, nella quale Roger Waters si riserva uno spazio intimistico, eseguendo il brano con la chitarra acustica, i cui versi lasciano intendere ad una sua personale esternazione emotiva, rivolta alla moglie "If you didn’t care what happened to me/And I didn’t care for you/We would zig zag our way through the boredom and pain/Occasionally glancing up through the rain/Wondering which of the buggers to blame/And watching for pigs on the wing". Il secondo brano è Dogs, che in pieno stile floydiano contiene un’introduzione acustica, eseguita da David Gilmour e focalizza il testo sulla descrizione ironica dei "cani", i bramosi di potere senza scrupoli, disposti a qualsiasi reato per raggiungere lo scopo. La rabbia di Waters tocca il culmine con il terzo brano Pigs, e la stessa musica diventa più ritmata e più in stile rock, dove il basso la fa da padrone, dividendosi la platea con l’organo Hammond di Richard Wright. La metafora dei porci, che rappresentano gli sfruttatori e i parassiti della società, è evidente sin dal primo verso, "Big man, pig man, ha ha charade you are". I riferimenti a personaggi della politica britannica del periodo sembrano scontati, tra i quali la Thatcher, già pronta a prendere il potere.

Con il quarto brano, Sheep, quasi a voler dare un’immagine più bucolica e meno aggressiva del precedente, la tastiera di Wright torna protagonista all’inizio del pezzo. Qui, le pecore (sheep) vengono descritte all’inizio come tranquille creature, sottomesse all’arroganza dei potenti. Una parvenza che dura poco, lasciando il posto alla rabbia sociale, manifestata nelle piazze solo in presenza di una guida da seguire, in mancanza della quale, il popolo "pecora" si sottomette mestamente per mantenere un assurdo quieto vivere, come sottolinea Waters nel testo "What do you ger for pretending the danger’s not real/Meek and obedient you follow the leader/down well-trodden corridors, into the valley of steel/what a surprise!".

L’ultimo pezzo è, come abbiamo già anticipato, la seconda parte di Pigs on the wing, nel quale Waters confessa alla moglie il suo bisogno di rifugio tra le mura domestiche, provando a lasciare fuori quei "porci in volo", metafora dei mali della società. Proponiamo di seguito, i versi finali che chiudono il disco:

You know that I care what happens to you
 And I know that you care for me
 So I don’t feel alone
 Or the weight of the stone
 Now that I’ve found somewhere safe
 To bury my bone
 And any fool knows a dog needs a home
 A shelter from pigs on the wing


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