La rivoluzione che conta


La rivoluzione che conta è quella che avviene nell’immaginazione, e nasce dalle speranze e dai desideri.


di Pina La Villa pubblicato il 17 maggio 2010

Sabato 15 maggio 2010 ore 16.30, Aula 1 del monastero dei Benedettini di Catania, occupato dagli studenti che protestano per la la chiusura della Facoltà di Lingue.

L’ingresso è da una piazza Dante assolata e ventosa, al massimo della sua bellezza, vuota di auto, silenziosa. Qui incontro le donne della rete delle “Città Vicine”. Le Merlettaie di Foggia, le donne della Mag (società di Mutuo Soccorso per l’economia sociale, la finanza etica e il microcredito) di Verona, le amiche di cittàfelice di Catania, tutte accomunate da un’esperienza ormai decennale di incontri e scambi di esperienze - la rete delle Città Vicine appunto - nata dieci anni fa nel segno della Libreria delle donne di Milano e della rivista ViaDogana.

L’occasione è l’incontro organizzato da Città Felice, Città Vicine, Facoltà di Lingue e Letterature straniere dell’Università di Catania, dal titolo "l’ALTRA Vicenza" nell’esperienza delle donne del No Dal Molin”, alla presenza di Antonella Cunico di Femminileplurale, Clara Jourdan della Libreria delle donne di Milano, e Anna Di Salvo della Città Felice di Catania.

No dal Molin è un movimento nato nel 2006 contro il progetto di costruire una seconda base militare americana a Vicenza. Il movimento è stato protagonista di un’opposizione intensa e costante, che si è espressa in varie forme, ha coinvolto i cittadini di Vicenza e non solo, e ha trovato momenti di grande mobilitazione.

Alla fine la base si farà, le lotte non sono riuscite a impedirlo, ma sono stati tre anni di esperienze entusiasmanti, che Antonella Cunico ci racconta nel corso di quest’incontro, e che stanno alla base anche della nascita, nell’ottobre del 2009, di Femminileplurale. Si tratta di un’associazione alla quale hanno dato vita un gruppo di donne provenienti dal movimento No dal Molin, che vogliono continuare a praticare l’attenzione alla città e l’amore per i suoi luoghi, sulla base della tradizione del movimento delle donne e del rapporto con le tante realtà dei gruppi che operano nella città.

Nell’accogliere anche Femminileplurale nella rete delle Città Vicine, Clara Jourdan dice, citando un intervento di Rebecca Solnit a proposito della guerra in Iraq, che le trasformazioni vere hanno inizio nell’immaginazione e nella speranza, anzi che la rivoluzione che conta è quella che avviene nell’immaginazione. Insomma, sia nel caso dell’opposizione alla guerra in Iraq che in quello alla costruizione della base a Vicenza, a dispetto dei risultati, quello che conta è il cambiamento che è stato innescato. Le lotte del movimento No dal Molin hanno trasformato le persone e il loro modo di stare insieme e di pensare la città.

E’ nata così, dalle speranze e dai desideri, l’Altra Vicenza, la città degli uomini e delle donne che continuaranno a contrastare la logica della militarizzazione tenendo aperto il dibattito su un nuovo modello di città, e soprattutto praticando un diverso modo di vivere e operare nella città, che costituisce, ora e subito, un’alternativa.


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