Investire in bio-architettura: il futuro delle nostre case

martedì 27 febbraio 2007, di Nicola Natale

Colloquio con l’arch. Patrizia Milano di Eco-logica, società di Ingegneria, Consulenza e Servizi Ambientali sui temi della BIO ARCHITETTURA E DELLA EDILIZIA

di Nicola Natale

Costruire di più o costruire meglio? Il decennio che ci lasciamo alle spalle sarà probabilmente ricordato tra gli anni d’oro per chi a vario titolo si occupa di immobili. C’era e c’è una gran voglia di possedere una casa propria. Tassi bancari più umani hanno consentito a molti di sostituire l’affitto con la rata di mutuo. Molti invece hanno messo al riparo i propri risparmi da investimenti finanziari spesso evanescenti. Sfruttando questa propensione degli italiani non potevamo garantirci migliore qualità architettonica e ingegneristica del patrimonio immobiliare? O addirittura elaborare “an original way of building”, linee architettoniche tali da identificare e caratterizzare immediatamente il paesaggio urbano pugliese? Sembra utopia bella pura, tipica di chi con le case non ci campa, ma, in definitiva, cosa cercano i flussi turistici e quindi noi quando andiamo in vacanza? Non certo le immense periferie degradate. E il turismo come impresa pulita, generatrice di preziosa valuta estera non era (ci avevano detto) una delle nostre poche chance?

Per capire quanto sensata possa essere questa impostazione siamo andati a sentire l’architetto Patrizia Milano di Eco-logica, una società di ingegneria in Bari, team molto affiatato di 12 professionisti tra ingegneri, architetti e persino geologi, che alla grande esperienza in tema di gestione ambientale unisce un curriculum di tutto rispetto nel campo della edilizia residenziale e pubblica. Opportuno precisare che Eco-logica ha una particolarità: è una delle poche imprese di questo tipo con un team all’80% femminile, una caratteristica che è stata la carta vincente nell’approccio alla complesse progettazioni richieste da bandi europei.

Architetto, le caratteristiche del paesaggio pugliese non avrebbero dovuto ispirare qualcosa di più originale alla gente impegnata nell’edilizia? Possibile che dopo i trulli non siamo più riusciti a concepire nulla di originale?

La diffusione del cemento dovuta alla grande praticità d’uso ed il boom edilizio hanno interrotto le secolari tecniche dell’edilizia pugliese. E così come i dammusi a Lampedusa, qui in Puglia, i vecchi trulli, le case ipogee e le abitazioni dei centri storici, sono diventati segni di una tradizione ormai passata. Ma l’architettura è lo specchio delle esigenze dell’uomo. Oggi la velocità richiesta dai committenti e la necessità di ottenere alti profitti, anche per il complesso delle leggi che disciplinano il settore, fa probabilmente passare in secondo ordine esigenze di tipo architettonico e ambientale. Per questo non hanno prevalso una o più linee architettoniche che identifichino la nostra regione e diano una connotazione ben riconoscibile anche in fase di marketing territoriale.

Sugli orrori cromatici e sullo schematismo costruttivo di tanti edifici si sprecano le battute…..

La fretta di tirar su pareti e calcestruzzo che caratterizza l’edilizia di oggi ci ha portato a considerare ben poco l’importanza della progettazione. Certo tutto ha un costo, e il tempo in primo luogo. Trascurare però la direzione dei venti e del sole, la scelta del luogo, mette in gioco non solo l’armonia di un edificio, la cosiddetta “forma” ma anche la sua funzionalità. Un buon progetto, insieme alla cura nell’utilizzo dei materiali, è una garanzia in questo senso. Chiunque abiti o lavori in edifici fatti male questo lo intuisce benissimo: sono gli effetti della non-bioarchitettura.

E’ possibile una inversione di tendenza? Il forte impatto della legislazione e della comunicazione europea spinge a utilizzare nuove tecniche costruttive. Di fatto però sono riletture in chiave moderna di materiali e schemi costruttivi della cultura e della tradizione locale. Per molti anni l’uomo ha costruito la sua dimora con quei criteri che ora vanno sotto il nome di bioarchitettura. Bioedilizia erano i trulli di Alberobello, i sassi di Matera, i nuraghi sardi. E ci sono già comuni della Lombardia, penso a Carugate, che hanno dato una decisa accelerata sui loro regolamenti edilizi in senso bioarchitettonico, noi rischiamo ancora una volta di arrivare tardi.

Solo che si dovranno mettere in conto maggiori investimenti a fronte di costi già proibitivi….. Come già detto prima il risparmio energetico che queste case consentono, permetterà di recuperare rapidamente il maggior esborso. Senza considerare la tenuta nel tempo del valore di queste abitazioni, un dato che mi sembra tutt’altro che trascurabile. Abbiamo ragione di supporre che chiunque preferirà questo tipo di edifici rispetto a quanto è sul mercato oggi. Tra l’altro la recente finanziaria 2007 ha introdotto agevolazioni per chi vorrà riqualificare dal punto di vista energetico la propria abitazione o vorrà installare dispositivi che producano energia da fonti rinnovabili.

Non ritiene che dovrebbe esserci una informazione più autorevole su materiali e tecniche costruttive?

Molto spesso si acquista un’abitazione a scatola chiusa, rifinita e senza la conoscenza dei materiali utilizzati, affidandosi completamente ai costruttori e utilizzando come unico elemento decisionale la economicità dell’edificio stesso. Questo ha contribuito a creare molta “cattiva edilizia”. Applicando i principi dell’architettura ecologica alla costruzione di un edificio, gli svantaggi iniziali come ad esempio la difficoltà di reperire alcuni materiali, vengono ammortizzati nel tempo con minori costi di gestione. L’utilizzo ad esempio di fonti energetiche rinnovabili consente, nel tempo, un grosso risparmio su gas ed energia elettrica. Per questo sosteniamo che progettare in un certo modo ripaghi tutti: dall’imprenditore edile che non perde nulla in termini di velocità, qualità e valore di mercato dell’eseguito, al cliente che in definitiva ne sarà il fruitore finale. Tutte le volte che ci è possibile utilizziamo questa filosofia nei nostri progetti . E questo vale per l’ambito privato e per quello pubblico come si può vedere benissimo sul nostro sito www.eco-logicasrl.it.


Nicola Natale

:.: Città invisibili

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