Quando le Istituzioni si arrabbiano

giovedì 8 febbraio 2007, di Guglielmo Paradiso

"Sono stati i tifosi. I tifosi del Catania, una tifoseria tristemente celebre per la sua violenza e la sua appartenenza per la maggior parte a quei gruppi dell’estrema destra..."

La polizia si è incazzata. Si sono arrabbiate le istituzioni, si sono indignati gli ambienti sportivi, è rimasto inorridito il sindaco Scapagnini lo stesso che gridava ai sondaggi sbagliati del sole 24 ore su Catania, lo stesso che giurava la perfetta vivibilità della città che amministra malamente eppure anche lui aveva espreso l sue perplessità sul derby alle autorità competenti. La città è allibita, soprattutto perché ha rovinato i festeggiamenti della Santa patrona Agata.

Già bastava l’esaltazione della festa a rendere abbastanza prevedibile quello che poi è successo allo stadio Massimino per un derby che dovendosi disputare contro il Palermo si prevedeva infuocato. Lo sapevano tutti. Evidentemente il prefetto non lo sapeva. Non era a conoscenza che sarebbe stata una partita da giocare a porte chiuse. Lo sapeva il cittadino medio, ma il prefetto no. Il prefetto non è un cittadino medio. Ingenuo e incompetente prefetto, ora indignato dal comportamento dei tifosi.

Ma soprattutto stupisce che la polizia si incazzi. Si è incazzata perché c’è un morto, il loro morto. Già questo non lo potevano prevedere non lo potevano sapere. Eppure loro sanno chi è stato. Io lo so, non ho le prove ma lo so. E se lo so io che non ho la pretesa di Pasolini di essere un intellettuale lo sa pure la polizia. E’ abbastanza semplice.

Sono stati i tifosi. I tifosi del Catania, una tifoseria tristemente celebre per la sua violenza e la sua appartenenza per la maggior parte a quei gruppi dell’estrema destra che la polizia di Catania ha sempre difeso. Erano quelli che hanno bloccato il Gay Pride a Catania in maniera del tutto illegale senza particolari conseguenze, sono gli stessi che durante le sfilate contro l’aborto, sfilano senza problemi per le vie del centro super scortati.

Quanta differenza di trattamento mentre al Pride erano presenti poche volanti che dopo l’interruzione da parte di nazifascisti hanno atteso ore e invano l’arrivo di rinforzi per poter continuare a far circolare la manifestazione. E con che gentilezza i garanti dell’ordine pubblico hanno chiesto loro di andare via mentre è ben noto che durante le manifestazioni di forza nuova duramente le forze dell’ordine allontanano dal centro cittadino coloro i quali hanno la colpa di girare con un abbigliamento vagamente sinistroide per non provocare i manifestanti dicono loro. I violenti sono quelli che durante i festeggiamenti per l’entrata del Catania in serie A avevano macchine dipinte a festa di rossoblu e che giravano fianco a fianco per tutta la notte scortati dalle forze di polizia, macchine l’indomani mattina trovate abbandonate e risultate rubate senza che si rintracciassero i colpevoli.

I tifosi violenti sono quelli che presenti al comizio della Borsellino svoltosi in Piazza Dante disturbavano la manifestazione con lancio di petardi e canti del ventennio fascista. E quale fu allora la risposta delle forze dell’ordine presenti al comizio, per tutelarne il sereno svolgimento, ai manifestanti che chiedevano di far cessare le provocazioni? "Noi siamo qui per voi non per loro".

E allora pur esprimendo sentite condoglianze alla famiglia Raciti mi sento di dire che quei tifosi, quei violenti non erano lì per attaccare me o quelli come me ma erano allo stadio per attaccare i garanti dell’ordine pubblico a cui non resta che ingoiare questo amaro boccone di aver cresciuto delle serpi in seno.


Guglielmo Paradiso

:.: Città invisibili

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