Trasacco: la polizia irrompe all’alba nella chiesa occupata da sette mesi

mercoledì 17 marzo 2004, di Lorenzo Misuraca

Da sette mesi gli abitanti di Trasacco avevano occupato la chiesa del paese per impedire che il loro frate se ne andasse. Alle 4.30 del mattino del 15 marzo la polizia e i carabinieri hanno fatto irruzione nella chiesa. Ma per sette mesi la stampa non ha parlato di questa storia di lotta quotidiana.

Dovere del cronista sarebbe non lasciarsi quotidianamente travolgere dai grandi avvenimenti nazionali e mondiali, dimenticandosi delle piccole storie quotidiane che succedono ogni giorno e portano in sé un valore simbolico degno di notizia. Una di queste storie parla di una lotta. Una lotta portata avanti dagli abitanti di Trasacco, meno di seimila abitanti in provincia de L’Aquila.

Da sette mesi gli abitanti di Trasacco avevano occupato la chiesa della Madonna del Perpetuo Soccorso per impedire che il loro frate, Emilio, l’unico rimasto in un convento che le autorità religiose avevano deciso di chiudere, se ne andasse. Erano arrivati addirittura a murarlo dentro, e fino al 15 marzo lo avevano "sequestrato" all’interno della chiesa annessa al convento, presidiandola a turno. Al suo posto il vescovo aveva nominato Don Duilio Testa, senza curarsi del parere della popolazione. Lunedì 15 ho saputo di questa occupazione "a sfondo spirituale" da un articolo sulla Repubblica online che parlava dello sgombero dell’edificio sacro. Alle 4.30 del mattino, i solerti uomini della polizia e dei carabinieri hanno fatto irruzione nella chiesa, consegnandone le chiavi -in senso metaforico- all’osteggiato Don Testa (che più che un nome sembra una minaccia). Saputo del blitz, diverse persone si sono radunate nel piazzale antistante il convento per protestare.

L’operazione di polizia è stata organizzata nei minimi dettagli. Le forze dell’ordine si sono perfino premurate di togliere l’energia elettrica alle campane della chiesa (fottuta tecnologia!) che i fedeli okkupanti suonavano per lanciare gli allarmi ogni volta che qualcuno tentava di forzare la porta d’ingresso. Sembra una scena dei Promessi Sposi (ricordate l’allarme lanciato a colpi di campana dopo il tentato matrimonio a tradimento di Renzo e Lucia?). Sembra una di quelle città tedesche occupate nel Cinquecento dagli anabattisti (sconfitti dalla storia e per questo scomparsi dai libri di testo) e assediate dagli eserciti fedeli al Vaticano.Sembra.

In realtà è l’Italia del ventunesimo secolo, dove una comunità non può neanche tenersi il parroco che preferisce, non può neanche tenere il proprio convento. Dove il popolo di Trasacco, stanco di non poter decidere, occupa la propria chiesa -proprio come dei senzadio comunisti- per sette lunghi mesi, nel totale silenzio della stampa.

In Italia c’è un intero paesino che si da i turni per presidiare una chiesa occupata, aiutandosi con le campane, per sette mesi - da agosto a marzo - e nessuno ne parla. Chissà, allora, quante altre piccole lotte, strenue resistenze quotidiane, insubordinazioni di provincia, in parole semplici quante altre storie degne di essere raccontate vengono negate ogni giorno al nostro interessato ascolto.


Lorenzo Misuraca

:.: Città invisibili

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