L’arancio e il mattone

giovedì 8 giugno 2006, di Sergej

A Lentini le elezioni comunali, l’11 giugno. Chiunque sia il nuovo sindaco, si troverà ad affrontare una serie di questioni problematiche, che decideranno quale volto questa città dovrà avere nei prossimi anni.

L’11 giugno 2006 a Lentini si vota. Elezioni comunali, dopo che il sindaco in carica, Nello Neri, si è fatto beccare con un doppio incarico incompatibile con la carica di sindaco che ricopriva. Nello Neri, magistrato, è stato eletto per due volte al Parlamento Italiano nelle file di Alleanza Nazionale. E’ stato eletto nel 2004 sindaco con 7.138 preferenze. Ora si ripresenta candidato sindaco, ma all’interno degli autonomisti di Raffaele Lombardo. Il centro-destra presenta anche Nunzio Dolce, factotum in città del deputato regionale Pippo Gianni, a capo di una coalizione che comprende diversi partiti tra cui AN. Una divisione delle destre che farebbe ben sperare se non ci fosse un’altrettanta frammentazione delle sinistre. Contro Neri e Dolce tenzonano infatti Salvatore Oddo per una lista civica, Sebastiano Mangiameli per la Margherita, e Armando Rossitto per i DS. La sinistra arriva alle elezioni con un increscioso incidente di percorso. Fino all’ultimo i due partiti maggiori della coalizione, DS e Margherita, non erano riusciti a trovare un accordo. Si è arrivati alle "primarie". Il direttivo provinciale dei DS ha imposto il ritiro dei candidati Cosentino e Baretta che volevano contrapporsi a Sebastiano Mangiameli. Ne è venuta fuori una cosa pasticciata: alle primarie della sinistra ha corso il solo Sebastiano Mangiameli che ha vinto. Sembrava tutto fatto, e invece i DS ci hanno ripensato e hanno presentato un proprio candidato: Armando Rossitto, preside proveniente dalle associazioni e dalla società civile - ha svolto attività in Libera e in una serie di progetti volti all’educazione alla legalità.

Giorno 11 dunque i cittadini lentinesi hanno la possibilità di decidere se riconsegnare la città alle destre o riavviare un percorso con le sinistre. Perché Lentini, città agrumicola con quasi 25 mila abitanti, afflitta da una endemica crisi dell’agricomicoltura, ha un bisogno disperato di ritrovare una identità e un progetto, una speranza di sviluppo.

Chiunque sia il nuovo sindaco, si troverà ad affrontare una serie di questioni problematiche, che decideranno quale volto questa città dovrà avere nei prossimi anni.

Primo fra tutti la questione di contrada Xirumi. L’ex sindaco Neri il 18 aprile 2006 ha fatto approvare dal Consiglio Comunale una variante al Piano Regolatore: i terreni agricoli li si vorrebbe far diventare zona residenziale, per un complesso abitativo affidato ai militari americani della base di Sigonella. Su questa faccenda Girodivite, il centro studi DDisa e i Verdi di Lentini hanno presentato una "opposizione" alla delibera (è il termine tecnico) con cui si pone al Consiglio e alla cittadinanza il problema. Secondo l’ "opposizione", diverse sono le irregolarità e le violazioni alle leggi vigenti che la variante al Piano Regolatore ha posto. Una zona sottoposta a vincolo paesaggistico, proprio sotto la collina di San Basilio dove è localizzato un vasto insediamento rupestre neolitico e pre-greco. Una nuova città di 6 mila abitanti che avrà bisogno di strade, fogne, acqua, strutture. Con un impatto ambientale e antropico devastante.

La crisi agrumicola che impoverisce da decenni la città ha disseccato progressivamente anche le capacità di progetto da parte delle classi dirigenti di questa città. Nella depressione, si pensa al mattone e agli "americani" come un modo per incamerare risorse, senza però pensare alle conseguenze che sul territorio, sul paesaggio e sulla vita dei cittadini una simile speculazione edilizia avrà.


Sergej

Il caso di Contrada Xirumi - Lentini SR

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