Sanità e Contratto: Lacrime di coccodrillo?

mercoledì 7 giugno 2006, di Enzo Maddaloni

Per onestà intellettuale oggi abbiamo un obbligo (anche morale) chiederci chi in Campania negli ultimi anni ha prodotto “azioni di buona salute”

A livello nazionale il sindacato CGIL FP - CISL FPS e UIL FPL stanno, giustamente denunciando a livello nazionale, dopo che il comitato di settore e la Corte dei Conti hanno dato "certificazione negativa" e non si è ancora attivata l’autorizzazione all’ARAN alla stipula del contratto nazionale di lavoro dei 500.000 operatori del comparto della sanità pubblica scaduto da 29 mesi, interessando di conseguenza nuovamente della questione il Governo Prodi, tentando di evitare di ricominciare da capo con un’ennesima procedura che avrebbe l’effetto di rinviare sinedie la definitiva sottoscrizione del contratto nazionale di lavoro della sanità pubblica, con gravissimo nocumento ai lavoratori del settore a fronte di una perdita notevole del potere di acquisto degli attuali salari (un euro = alla vecchia mille lire), il "ricatto sociale che alcune regioni come la Campania sta ponendo per avere più soldi sul fondo sanitario regionale.

Ci si lamenta, giustamente, del fatto che questa è una situazione gravissima che nasconde appunto in modo neanche velato l’intento di alcune regioni (come ad esempio la Campania) di ottenere risorse dal governo centrale utilizzando il contratto dei lavoratori della sanità come merce di scambio, dall’altra però dovremmo chiederci, proprio nel caso della nostra regione e con il deficit dichiarato di oltre 6 Mld di euro (12.000 Mld di vecchie lire) al 31/12/2005 quante azioni lo stesso sindacato a livello regionale a messo in campo per evitare ciò negli ultimi anni?

A mio parere pochissime se non "coraggiose ed improponibili" iniziative di singoli dirigenti e delegati sindacali, ostacolati anche sul piano politico-sindacale, che da anni denunciano lo sfascio della sanità in Campania e proposto cambi di rotta nelle gestione delle risorse senza però sostegno e condivisione.

Bertol Brecht affermava "...guai a quel popolo che ha bisogni di eroi..."! Non rischiamo tutti di piangere "lacrime di coccodrillo" ?

Per onestà intellettuale oggi abbiamo un obbligo (anche morale) chiederci chi in Campania negli ultimi anni ha prodotto “azioni di buona salute”: sul controllo e la gestione delle risorse? Chi ha sostenuto e difeso azioni di denuncia di sperpero del denaro pubblico in sanità , a fronte di strutture sanitarie auto-referenziali pubbliche e private? Chi ha lottato per sostenere una seria programmazione della sanità in Campania? Chi non ha accettato il ricatto politico di “tacere” di fronte allo sfascio annunciato della sanità in Campania , che sta (insieme ad altre situazioni locali) mettendo in discussione i contratti nazionali di lavoro?

In verità solo i lavoratori oggi hanno l’obbligo di sottrarsi al “ricatto” a cui “non oggi” ci ha sottoposto la condizione di “cecità politico-sindacale post-concertativa” che in Campania, ha consentito di premiare Direttori Generali che hanno prodotto solo clientele e deficit promuovendoli ad alti incarichi gestionali e mandando a casa altri che producevano economie attraverso anche aumenti di valori prestazionali all’Utenza! I Lavoratori della Campania non sottostando a nessuna logica di ricatto dovrebbero iniziare a chiedersi se: è giusto affidare a questa classe dirigente ancora il destino della sanità in Campania, con la conseguenza di non aver neppure i contratti nazionali rinnovati?

Ora se non si mette mano immediatamente ad un riordino programmato dell’uso delle risorse la fine è certa. Quindi più che lamentarsi del possibile “ricatto” nei confronti del governo da parte di alcune regioni, per avere più soldi utilizzando il rinnovo dei contratti, il sindacato nazionale dovrebbe chiedere immediatamente al governo centrale di commissariare quelle regioni che hanno deficit di bilancio in sanità che superano un certo livello di spesa mettendole in “amministrazione controllata”.

Ecco credo che al “ricatto” non si soggiace anche attraverso il fatto che anche il sindacato nazionale non diventi “complice” di qualsiasi inqualificabile tentativo di “ricatto sociale” e per questo auspico che intervengano al più presto in tal senso.

Credo, nella sostanza, che non serve solo andare sotto la nostra regione il 30 maggio 2006 occorre che ci sia una piattaforma più chiara anche a livello regionale sul riordino del sistema.

Oggi come lavoratori della sanita della Campania prendiamo atto dell’impegno assunto dall’Assessore Regionale della Campania alla Sanità Montemarano di sollecitare il Governo Nazionale alla sottoscrizione del Contratto dei Lavoratori della Sanità..ironia della sorte... "io speriamo che me la cavo!"


Enzo Maddaloni è un operatore della Sanità della Regione Campania


Enzo Maddaloni

:.: Città invisibili

Parole chiave

Home page