Il mare riempie la bocca

mercoledì 26 luglio 2023, di Piero Buscemi

Le leggi, in Italia, da tempo sono state inventate per essere "ingannate".

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Lido

Cos’ha di particolare questa foto? Raffigura un lido estivo pronto a ospitare i clienti in fuga dalla calura delle città e disposti a rilassarsi su quei lettini con a disposizione il mare a un passo. Forse è proprio questa la particolarità di questa foto. Racchiusa in un’immagine esplicativa di quello che possiamo vedere nel periodo estivo in molti litorali, alla faccia di qualsiasi norma che ne regola l’utilizzo e che difende i diritti dei cittadini.

La foto l’abbiamo scattata a Santa Teresa di Riva, affacciata sulla costiera jonica del messinese e della quale ce ne siamo occupati in passato quando abbiamo voluto approfondire il pavoneggiamento dell’amministrazione locale quando, replicata negli anni, ha manifestato un orgoglio smisurato dopo avere esposto la bandiera blu su tutto il litorale. Non vogliamo riprendere l’argomento, ma per chi avesse voglia di andare a leggere l’articolo che abbiamo accennato, può farlo al seguente link Bandiere Blu.

Tornando alla foto, vogliamo sottoporre all’attenzione dei nostri lettori la normativa che tutela i cittadini nel loro diritto a usufruire del mare, bene pubblico di tutti, e le arroganze che improvvisati gestori di stabilimenti stagionali manifestano nei mesi estivi.

L’accesso al mare dovrebbe essere sempre consentito, libero e gratuito, anche in presenza di uno stabilimento balneare. Lo stabilisce la legge n. 217 del 15/12/2011 che, all’art. 11, comma 2 lettera d) sancisce “il diritto libero e gratuito di accesso e di fruizione della battigia, anche ai fini di balneazione“.

Per intenderci, l’area usufruibile liberamente dai cittadini, denominata battigia, è quella fascia costiera sulla quale si infrangono le onde. Questa fascia normalmente deve essere lasciata libera nei suoi 5 metri di larghezza e solo se la larghezza totale della spiaggia è inferiore ai 20 metri, questo limite scende a 3 metri. La foto manifesta palesemente il mancato rispetto di qualsiasi limite normativo e vi garantiamo che, in ogni caso, quel tratto di spiaggia è largo sicuramente più di 20 metri.

Questo diritto è riconosciuto e tutelato dalla legge 296 del 2006 che, all’art. 1 comma 251 stabilisce “l’obbligo di consentire il libero e gratuito accesso e transito, per il raggiungimento della battigia antistante l’area ricompresa nella concessione, anche al fine di balneazione“. In pratica chiunque può raggiungere la battigia anche entrando nello stabilimento balneare senza l’obbligo di pagare nulla, salvo nel caso in cui utilizzano i servizi messi a disposizione, quali ombrelloni, lettini e quant’altro.

Non possiamo dire se lo stabilimento in questione pratichi almeno questo diritto democratico nei confronti dei concittadini, non avendo avuto modo di verificarlo. Rimane lo stralcio delle norme sull’occupazione della battigia senza alcuna attenzione al rispetto delle regole e dei bagnanti. Inoltre, spesso negli anni precedenti, non sono stati rari i casi di intervento delle autorità locali, anche in altri paesi adiacenti, con l’ausilio dei vigili urbani per frenare il fenomeno dell’occupazione impropria di questa fascia di spiaggia, spesso occupata con ombrelloni privati ma anche da barche, manifestando anche una certa maleducazione da parte di cittadini e una certa predisposizione a infrangere i diritti altrui.

Forse questa complicità non sottoscritta rende tutti un po’ miopi davanti a queste manifestazioni di arroganza che sono davanti agli occhi di tutti. Forse anche per questo chi dovrebbe controllare il territorio e bloccare questi fenomeni, spesso si trova nel dubbio amletico su quale categoria, cittadini o gestori, dedicare l’attenzione.

La verità è che, purtroppo, con il mare molti si riempiono la bocca, tra bellezze da ostentare ai turisti, purezze dei fondali difficilmente riscontrabili con prove attendibili, grazie anche al fenomeno della così detta rema, una fortissima corrente che due volte al giorno parte dallo Stretto di Messina per raggiungere la litoranea jonica in direzione Catania, spazzando e ripulendo i fondali e quanto rappresenta la vergogna del menefreghismo di tanti che pensano ancora di avere il diritto di sporcare e inquinare, senza particolari rischi di sanzioni civili e penali.


Piero Buscemi

:.: Città invisibili

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