S&G n. 216

mercoledì 24 maggio 2023, di Franco Novembrini

ANAC vs Coop La Speranza

Settimana di fuoco quella trascorsa. Si credeva che l’annosa questione che contrappone la cooperativa "La Speranza" al comune di VLS1929 sarebbe stata risolta affidando alla storica cooperativa che da oltre 40 anni si occupa, fra le altre benemerite incombenze, del trasporto dei disabili invece una tegola è caduta sulla testa dei dirigenti ai quali è arrivata una comunicazione dell’ANAC, nientepopodimenochè Autorità Nazionale Anticorruzione. La segnalazione è partita dagli uffici comunali che si sarebbero accorti di una dichiarazione non conforme alle disposizioni di legge circa la classificazione di cooperativa di cat. "A", mentre risulta solo di cat. "B". Da parte di sindaco ed assessori sostengono in un comunicato che la la segnalazione era un atto dovuto e non farlo avrebbe costituito un reato passibile di sanzioni. Un tentativo di avere una spiegazione dal sindaco da parte del vicepresidente della cooperativa è andato a vuoto- Credo che se la cosa che si trascina ormai da anni fosse stata risolta con un poco di buon senso e senza lacci e lacciuoli, ascoltando l’opinione dei parenti dei disabili che di quel servizio usufruiscono, forse la cosa sarebbe andata in maniera diversa, anche economicamente. Non nascondo di essere dalla parte de "La Speranza" per ragioni personali e perché quando si tratta di disabili comparire come soggetto di articoli e di diatribe non li aiuta, anzi.

LA STAZIONE - Finalmente il sindaco si è deciso a scrivere al prefetto di Monza sulla questione della salita e discesa dal "Besanino", unico tipo di treno che ferma alla nostra stazione. Ci sono voluti molti mesi di richieste affinché la Junta si facesse carico del problema che di fatto impedisce la salita e la discesa di anziani e disabili dal treno. La risposta da parte degli uffici comunali era sempre la stessa, il problema era delle RFI, nessuno si era accorto che le ferrovie erano obbligate a far sapere agli utenti che potevano richiedere un elevatore, come hanno fatto diverse piccole stazioni vicine, che avrebbe potuto risolvere, anche se in maniera francamente discutibile, il loro problema. Chi segue questa rubrica si ricorderà che la Junta ha trattato lungamente con le ferrovie per il cambio di nome della stazione che dovrebbe attirare folle di gitanti che scendono dal treno, traversano il centro città per poi entrare nel Parco di Monza. Ma dovrebbero essere tutti atleticamente disposti a saltare un gradino di una cinquantina di cm. Ci sono voluti la perseveranza di un universitario, fra l’altro neo medagliato come numero 2 ai campionati europei di hand bike e una interrogazione in Consiglio comunale del gruppo misto, nonché la insistente denuncia di "Io scelgo VLS1929" perché fosse scritta la missiva al prefetto. Speriamo in una sollecita soluzione per questo problema di civiltà.

CARANCHIONE E CARANCHINO - Sempre in questa settimana si è parlato sia del Caranchione, ricordo che nel programma elettorale della Junta era il terzo in ordine di importanza dopo la sistemazione delle scuole e piazza Europa, orbene qualcuno ha detto che data l’altezza dell’opera ci si sarebbero potute svolgere anche gare di salto con l’asta. Ora il candidato sindaco della destra ha fatto notare che l’altezza sarebbe giusta ma i saltatori hanno bisogno di una lunga rincorsa per effettuare il salto. Si potrebbe chiedere di fare un regolamentoad hoc di salto con l’asta da fermo o fare una porta nella struttura e farli partire da remoto. Intanto sapere quanto costa il mantenimento da fermo della faraonica opera non sarebbe male. Anche l’orrendo Caranchino, opera "provvisoria" in cemento armato che deturpa la vista di chi esce o entra nel Parco è pronta ad entrare in servizio. Ops, correggo, lo sarebbe se fossero pronti i fogli (documenti) senza i quali non si può aprire. Comunico che fra pochi giorni le scuole chiudono e se ne riparlerà a settembre. Forse.

IL PRANZO - In una foto su un settimanale locale si vede una lunga tavolata di genitori ma anche di politici "attovagliati" nella mensa scolastica ad un pranzo proposto dalla ditta che fornisce i pasti alla mensa, cercando di frenare le defezioni degli schiscettisti i quali, avendo vinto la causa che li escludeva dalla mensa possono portarsi il pranzo da casa. E’ una bella foto che mi ricorda, data l’età, quando ero militare a Gaeta e veniva a controllare la mensa qualche alto ufficiale, il cibo era immancabilmente "ottimo e abbondante". Le sedie e i tavoli sembrano nuovi e non più quelli che costringevano i "bassetti" a stare in ginocchio.


Franco Novembrini

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