SHOAH: LA GIORNATA DELLA MEMORIA - Per ricordare ciò che è stato, senza dimenticare ciò che è

mercoledì 11 febbraio 2004, di Stefania Anfuso

Martedì 27 gennaio è stata la giornata del ricordo della Shoah, il genocidio degli Ebrei operato dai nazisti.

Martedì 27 gennaio è stata la giornata del ricordo della Shoah, il genocidio degli Ebrei operato dai nazisti. Certo è giusto che a sessant’anni di distanza si commemori la morte atroce, nei lager, di sei milioni di Ebrei, colpevoli solo di essere nati tali. E’ giusto che i giovani di oggi conoscano quelle tragiche vicende, non le dimentichino e anzi cerchino di creare un futuro diverso da esse. E’ giusto che ognuno di noi mediti su come un singolo individuo, Hitler, che aveva vinto le elezioni in Germania nel 1930 promettendo arbeit und brot, pane e lavoro, abbia potuto trascinare un’intera nazione, cuore dell’Europa moderna, verso una follia pura: l’eliminazione fisica degli Ebrei, visti come i nemici interni del Reich, i "burattini del comunismo" pronti a conquistare il mondo. Ma è giusto anche interrogarsi se la Shoah sia solo da addebitare alla particolare contingenza storica e alla mente malata di Hitler oppure se essa sia pure il frutto della violenza brutale che è insita nella natura degli uomini. Disse Bertold Brecht riferendosi a Hitler: "Questo mostro stava, una volta, per governare il mondo! I popoli lo spensero, ma ora non cantiamo vittoria troppo presto: il grembo da cui nacque è ancora fecondo". Purtroppo questi nostri anni, così carichi di intolleranza tra popoli diversi, sembrano dare ragione a Brecht: forse la memoria da sola non è una garanzia di difesa, forse la storia è destinata a ripetersi, malgrado noi vogliamo indirizzarla su nuove strade, perché l’uomo non può vivere senza ammazzare i suoi simili. E dopo la seconda guerra mondiale, gli stessi Ebrei, vittime non solo della Shoah ma di persecuzioni e pregiudizi millenari, hanno dimenticato la lezione della storia a spese delle popolazioni arabe palestinesi, costrette ad abbandonare le loro terre per far posto allo Stato d’Israele………. Ma questa è tutta un’altra "questione" rimasta purtroppo aperta fino ai giorni nostri. Stefania Anfuso

Stefania Anfuso

Attualità e società

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