Dell’avere obblighi e dell’essere in obbligo

domenica 9 gennaio 2022, di Massimo Stefano Russo

In portoghese obrigado significa grazie, esprime il riconoscere l’altro e l’accettarne la corrispondente identità che diversamente può venirci in aiuto.

La pandemia, sin dall’inizio questione politica importante, resta in primo piano, sulla scena mediatica. Mass media, classi dirigenti e gente comune ne parliamo tanto. Nei mesi abbiamo conferito alla comunicazione sulla pandemia un potere enorme. Potrebbe essere altrimenti? Il fenomeno riguarda la salute pubblica e le politiche sanitarie. L’emergenza pandemica è grave e l’incertezza grande. Possiamo ragionevolmente riflettere su come uscire dalla pandemia? Dobbiamo legittimare i megalomani diffidenti verso la scienza e avallare correnti ideologiche e politiche irrazionali e insensate? Le scorciatoie che manipolano la realtà attraverso il linguaggio aprono la strada a ogni sorta di eccessi, riportano alla mente ricordi brutti di altre propagande.

Generano contraddizioni e conflitti, formulando slogan per infiammare gli animi e mobilitare a parer loro “le truppe”. Le battaglie giuste non si combattono con espressioni false. Bisogna aprire gli occhi perché c’è chi vuol strumentalizzare la pandemia. Il pensiero libero e critico sfida i preconcetti, ma non può diventare operazione ideologica e politica di bassa lega. E’ necessario comprendere anche le sfide economiche, politiche e sociali implicate nella questione pandemica. Per capire bisogna acquisire il sapere necessario, indispensabile per porre le giuste domande, nell’attendersi risposte responsabili; consapevoli che per comprendere gli elementi scientifici e tecnici di base ci vuole sforzo intellettuale e soprattutto onestà. Bisogna essere capaci di chiedere e interrogare domandando alle persone giuste.

Il modello matematico rappresenta in forma semplificata un fenomeno complesso della realtà. E’ difficile comprendere la complessità del discorso scientifico in relazione all’argomento pandemico.

La modellizzazione è essenziale nelle situazioni complesse che necessitano una conoscenza approfondita. La formalizzazione matematica avvantaggia, grazie alla tecnologia che rende possibile grandi capacità di calcolo. Le falsità e soprattutto coloro che le spacciano per verità vanno stanati. Spesso nei dibattiti dimentichiamo non solo chi sta parlando, ma su quali basi e con stupore continuiamo a scoprire leader decisamente inquietanti che vogliono dettare legge rivolgendosi con tono alterato alla moltitudine.

In portoghese obrigado significa grazie, esprime il riconoscere l’altro e l’accettarne la corrispondente identità che diversamente può venirci in aiuto. Bisogna conoscere il significato e il senso dell’obbligo, a partire dalla sottile differenza tra l’avere un obbligo e l’essere in obbligo. Nell’obbligo c’è un vincolo, un legame attraverso la legge. Si obbliga l’altro, si è obbligati verso l’altro. Chi è in obbligo in genere ha un debito, è in debito. Cosa implica l’obbligatorietà? Il comando che diventa un obbligo comporta il dovere del darne seguito obbediente, con il proprio agire, pena una sanzione per l’inadempienza trasgressiva. Chi è obbligato ha un dovere. L’obbligo è in sé più della richiesta e del comando. In campo finanziario esistono le obbligazioni, in forma di prestiti, acquisizioni a scadenza, con interessi.

obrigado merci grazie gracias

L’imposizione è forzata, nell’obbligo c’è la necessità. Chi è in obbligo contrae un debito. Ci sono obblighi richiesti che sono in pieno e totalmente accettati dalla maggioranza, mentre di fatto solo una minoranza non li ritiene tali. Che fare? Nell’obbligo c’è la responsabilità di chi da e di chi riceve. L’obbligo è un impegno, o meglio un’ancora impegnativa con le esenzioni straordinarie tutte da giustificare. Perché si richiedono degli obblighi? Quale la loro essenza, il loro senso? Gli obblighi si rendono necessari in situazioni di eccezionalità, quando si tratta di obblighi procedurali, quali gli atti amministrativi solitamente vengono accettati, “senza battere ciglio.” Salvo poi passare alle contestazioni nella logica del contenzioso. Cosa fare di fronte a un obbligo ritenuto inaccettabile, non condivisibile? Nel dichiararsi indisponibile a un obbligo ci si richiama alla possibilità di avvalersi di una dispensa liberatoria.

Gli obblighi sono necessari per governare, perché obbligati dalla legge si ha un obbligo nei confronti della legge. L’obbligo adempiuto fa acquisire dei diritti e concede dei permessi. E’ preferibile una puntuale osservanza degli obblighi che un loro disconoscimento con atti di insubordinazione. Molti obblighi naturali e formali a nessuno viene in mente di rimetterli in discussione.

La burocrazia si regge su obblighi istituzionali. La contestazione di un obbligo sotto forma di protesta porta a disobbedire al comando. A ogni comando corrisponde un obbligo che se contestato genera un conflitto. Gli obblighi sono relazionali e si appellano al principio di autorità, nel riconoscere l’autorità di chi dà il comando ed emette, decreta l’obbligo. L’obbligo, a cui non si può sfuggire, è sempre autoritario e repressivo. Diventa problematico quando diventa un caso di coscienza e compromette la stessa vita, sia la propria che l’altrui. L’azione che obbliga costringe. Attenersi alla legge comporta rispettare degli obblighi e dei sacrifici.

L’obbligo come richiesta di principio si esprime concretamente nell’agire. Gli obblighi concepiti in pieno accordo e concordati si affermano in armonia. Ci sono cose che si fanno semplicemente per rispetto e per necessità, nel timore delle sanzioni penali. Nel dare comandi e obblighi, nel comprendere l’altro, c’è anche un prendersi carico delle altrui responsabilità richieste. I favori personali si desiderano, ma chi agisce solo per il suo esclusivo profitto è incapace di ascoltare e di avere fiducia nelle azioni altrui ed è facile che si attiri molti risentimenti.

Gli obblighi come impegni da osservare, per perseguire il bene comune, riconoscono i valori costitutivi e il patto che rende alleati e solidali, a differenza della cultura individualista che fa scomparire progressivamente l’altro e i suoi bisogni. La rettitudine salva, ma come considerare gli atteggiamenti dei militanti, di chi sostiene che la pandemia non esiste e non sia reale, rifiutando quanto dispone la legge? Superficiali, ipocriti che preferiscono rimanere nell’ignoranza? Li si può rifiutare e ignorare del tutto? La rissa, lo scontro verbale e fisico, senza regole e senza esclusione di colpi che mira a sopraffare l’avversario, serve poco e niente.

Per convincere chi non è d’accordo e dissente bisogna avere la capacità di accorgersi dei propri errori e correggerli, nel dare seguito a ciò che è giusto fare nel rispetto reciproco, leali e cauti nel parlare e diligenti nell’agire. Il virus è un pericolo per l’essere umano e la nostra salvezza: moltissime sono le esposizioni involontarie e spesso inconsapevoli, siamo tutti minacciati e c’è ancora molto da fare.


Massimo Stefano Russo

:.: Città invisibili

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