Il giorno della civetta

giovedì 3 novembre 2005, di Serena Maiorana

Per parlare di Sciascia, della Sicilia e di un libro che ha fatto scuola. E poi soprattutto per parlare di mafia.

La Sicilia raccontata è sempre gialla e rugosa. Secca, corrotta e caldissima. Non piove mai nella Sicilia raccontata. E l’inverno stenta ad arrivare.

Abbondante e povera, omertosa e pettegola, gioiosa e disperata. La Sicilia è soprattutto terra la del paradosso. Del sistema stravolto, anzi capovolto. Come se una civetta uscisse a volare di giorno. Paurosa immagine di morte. Letteraria metafora della mafia. E di quella Sicilia che alla mafia da sempre ha dato cittadinanza.

Per questo “Il giorno della civetta” è il titolo che Sciascia ha dato ad un suo libro. Probabilmente il più noto. Un libro sulla Sicilia e sulla mafia. E sull’inscindibilità dell’una dall’altra.

Il capitano Bellodi è il protagonista della storia. Trasferitosi per lavoro dalla moderna città di Parma fino giù, in un piccolo paesino della Sicilia, per risolvere un caso di duplice omicidio. Che più tardi, tra troppi silenzi e mille depistaggi, si rivelerà un’intricata storia di mafia.

Così Bellodi cerca di arrivare alla verità. Ma quella stessa verità, che pure è tanto evidente, continua a sfuggirgli dalle mani come qualcosa di unto e viscido, che proprio non puoi afferrare. Ed alla fine infatti la verità scivola lontana. E la conclusione, paradosso nel paradosso, trova pace nel restaurarsi dell’ordine mafioso.

Con "Il giorno della civetta" Sciascia ha fatto molto di più che scrivere un romanzo. Ha inventato un genere letterario, quello del poliziesco siciliano, che in seguito avrebbe trovato felici sviluppi. Ma non solo, con questo libro Sciascia ha affrontato soprattutto una tematica, quella mafiosa, descrivendola nei suoi dettagli scomodi e con le sue collaborazioni politiche. Alla faccia di chi diceva (e di chi dice) che la mafia non esiste.

Oggi, trent’anni dopo la pubblicazione del libro, si prende leggendolo una consapevolezza amara. Nulla è cambiato, forse qualcosa, ma irrimediabilmente in peggio. Gattopardiana condanna di una terra amara, gialla di limoni e nera di lutto.

"Il giorno della civetta", di Leonardo Sciascia, (disponibile in varie edizioni e prezzi).


Serena Maiorana

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