La moneta di Lentini al Museo

sabato 6 novembre 2021, di Sergej

Un gruppo di privati cittadini e associazioni dona una antica moneta greca di Leontinoi al Museo di Lentini

"L’evento si è svolto il 5 novembre 2021 presso l’aula polifunzionale del Museo Archeologico di Lentini", ci dice Cristina Stuto, neo assessore alla cultura del Comune di Lentini, "grazie al progetto "#1 Leontinoi Restitutor Orbis" promosso dall’associazione Avanti Tutta Sicilia, presieduta da Settimo Minnella, condiviso e supportato da singoli sostenitori e da tante realtà associative attive nel nostro territorio (SiciliaAntica, Neapolis ecc_), che contestualmente hanno dato vita al Comitato transitorio di riferimento".

Il tetradramma, proveniente dall’antica zecca greca di Leontinoi (Λεωντίνοι) e raffigurante una testa di leone simbolo della città. è stato consegnato a Lorenzo Guzzardi, direttore del Parco Archeologico di Leontinoi, alla presenza di Alberto Samonà - assessore regionale dei Beni Culturali e dell’Identità Siciliana -, di Rosario Lo Faro - sindaco di Lentini -, Cristina Stuto assessore alla cultura di Lentini - e Giuseppe Stefio - sindaco di Carlentini. Il Museo di Leontinoi è ubicato a Lentini, ma il Parco archeologico di Leontinoi copre una vasta area che è attualmente condivisa tra Carlentini e Lentini.

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Tetradramma di Leontinoi

Il Museo di Lentini non aveva, nelle sue sale di esposizione, nessuna moneta proveniente dal proprio territorio, benché l’antica Leontinoi fosse non solo una città greca importante, ma aveva una delle zecche più importanti dell’epoca. Una rappresentanza di monete di Leontinoi è possibile vederla al Museo Paolo Orsi di Siracusa.

I cittadini lentinesi e carlentinesi hanno voluto sopperire alla mancanza nel territorio, con questo atto di donazione. La moneta è stata acquistata in un negozio di numismatica a Roma. Nel corso dei decenni trascorsi si sono avute notizie indirette di ritrovamenti (le "truvature") e certamente scavi clandestini hanno permesso a privati di poter "possedere" reperti e vestigia provenienti dal territorio di Lentini e di Carlentini. Un atto che se apparentemente "arricchisce" dei privati collezionisti, dall’altro depaupera il territorio - ma soprattutto fa perdere alla conoscenza collettiva importanti vestigia e manufatti del passato: il collezionismo, lodevole in età antiquaria, ha il limite di non permettere una conoscenza scientifica dei manufatti - localizzazione precisa, contesto di rinvenimento ecc_ -. Tra Settecento e Ottocento si è diffuso l’idea del "bello" relativo al singolo oggetto; oggi un oggetto ha significato se può essere studiato nel contesto e nel luogo.

L’atto volontaristico dei cittadini colma dunque un piccolo "vuoto" simbolico, all’interno del Museo di Lentini, e nel cuore della città di Lentini/Carlentini. Nello stesso tempo è segno della nuova attenzione che la collettività manifesta per la propria storia e la propria identità, il rispetto dei luoghi. Nel recente passato questo senso apparteneva solo a una élite, aristocratica e ricca; anche nel Museo di Lentini è possibile rinvenire gli atti della generosità di quella stagione, grazie alle donazioni di collezioni provenienti da privati. Quello che si manifesta oggi, a fronte di una caduta di attenzione da parte di quelle élite aristocratiche e danarose di un tempo, è invece la formazione di una attenzione civica più diffusa - che si coagula attraverso associazioni e singole iniziative. Segno che il territorio non è così amorfo e così "senza speranza" come la vita quotidiana sembra suggerire. La ricerca di un "bello" e di un senso, che prova a contrastare il degrado e la dispersione della città quotidiana.


Sergej

:.: Città invisibili

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