La massoneria è ritornata?

domenica 23 ottobre 2005, di Sergej

La massoneria è ritornata? Ma ci aveva mai lasciati? Sono queste due domande che spontaneamente sorgono dopo la lettura della "Storia (apologetica) della massoneria" di Mauro Cascio...

La massoneria è ritornata? Ma ci aveva mai lasciati? Sono queste due domande che spontaneamente sorgono dopo la lettura della "Storia (apologetica) della massoneria" di Mauro Cascio, edita dalla foggiana Bastogi editrice nella collana Biblioteca massonica.

Quella di Cascio è una storia appassionata e appassionante, da parte di uno studioso e giornalista (è stato anche direttore della Rivista di Studi Tradizionali Luz, e del trimestrale Diritto e Libertà) dichiaratamente massone. Un excursus lineare, chiaro, di buona lena divulgativa, volto a far conoscere valori e storia della massoneria, e difesa degli errori che hanno coinvolto questa associazione negli anni Ottanta del secolo scorso e che hanno rischiato di far scomparire la massoneria in Italia. Cascio mette in rilievo la storia migliore della massoneria in Europa e in Italia, le punte più alte e avanzate di una corrente di pensiero e di uomini che molto hanno fatto per il progresso civile e le conquiste anche democratiche in Occidente.

Dopo il fondamentale saggio di Aldo A. Mola (Storia della massoneria italiana : dalle origini ai giorni nostri) riedito nel 2003 nei Tascabili Bompiani e che è un punto di riferimento imprescindibile per chi si occupa della storia della massoneria nel nostro Paese - studio serissimo e corposo, oltre mille pagine, e che ha finalmente coperto una grave lacuna sugli studi storici di italianistica (la massoneria è assente sia nella Storia d’Italia Einaudi, che nelle storie di Candeloro e di Carocci), è difficile giungere oltre se non che anche per il saggio di Mola si pone il problema della partigianeria (Mola è un massone e non si nasconde certo nel suo linguaggio fiorito). Cascio compie un’operazione diversa, che è in parte storica ma è soprattutto d’orgoglio e di "parte". Non a caso, fin dal titolo, l’uso inusuale nella nostra pubblicistica, del termine di "apologetica" finora usata solo in campo clericale o religioso oppure nascosto per opportunismo o falsa coscienza. Il saggio di Cascio ha il merito dell’onestà di parte, l’onestà di chi si presenta per quello che si è. E’ anche un andare in senso inverso rispetto agli usi della stessa massoneria, che invece proprio sul nascondimento, sulla segretezza ha basato molta della propria vita e delle proprie ambiguità.

Fa bene Cascio a rivendicare con orgoglio quanto di positivo i massoni hanno dato alla storia europea. Non siamo d’accordo con lui sull’analisi della crisi degli anni Ottanta - la sua difesa di quei massoni, di quegli anni: e i massoni allora si chiamavano Gelli e P2 -. In questo il libro si inserisce nell’ambito di una pubblicistica del "ritorno" dei "perseguitati" di quegli anni, che io trovo segno di questi tempi (in negativo): le "memorie" di Stefania Craxi, o il revanscismo anti-magistratura da parte dei notabili corrotti della Prima Repubblica. Il libro ha la prefazione di Gianni De Michelis, politico impegnato nel difficile tentativo di una strategia del "ritorno in sella". De Michelis, a differenza di molti suoi colleghi socialisti, non è mai stato massone ma prova a "unire le forze" in vista di questa convergenza. La sua presenza ha questo significato politico.

Rimane il dubbio (tutto teorico o estetico se si vuole) del capire perché, in una società democratica, gruppi di uomini (e donne? esiste una massoneria di donne o esse continuano a stare fuori da tali organizzazioni del potere maschilista?) vogliano a tutti i costi basarsi sulla "segretezza" per appartenere a una associazione. Una "segretezza" che alimenta la menzogna e la paura della menzogna, e che non fa bene ai rapporti normali e che si vogliono civili. Su questo vorremmo rimandare a quanto scrive Georg Simmel in un saggio fondamentale: "Il segreto e la società segreta" (edito da SugarCo nella collana Tasco, nel 1992): "Noi basiamo le nostre più importanti decisioni su un complicato sistema di rappresentazioni, la maggior parte delle quali presuppone che ci si fidi di non essere ingannati. Ne consegue che nelle relazioni moderne la menzogna diventa qualcosa di molto più catastrofico, che mette molto più in questione i fondamenti della vita, di quanto non avvensisse prima".

Nata come associazione di autodifesa, di ceti e soggetti "più deboli" rispetto al potere (clericale, aristocratico e nobiliare, e di potere), la massoneria è diventata potere. Da movimento di rottura, e di costruzione di valori progressisti si è fatta portavoce dello status quo e di una metodica non democratica di gestione e perpetuazione dell’esistente. In alcune sua frange, gruppo di potere che ha mosso in senso regressivo, contro la modernizzazione e contro lo svecchiamento della classe politica ed economica. In questa ambiguità ha lottato contro l’altro potere esistente, quello della chiesa Cattolica. Nei territori meridionali, il proliferare delle logge massoniche e para-massoniche negli anni Ottanta e Novanta è andato di pari passo con il ritrarsi dello Stato dal controllo di questi territori: l’infiltrazione della delinquenza organizzata (la mafia) in certe logge para-massoniche è stato grave e certamente non ha fatto bene né alla vita delle popolazioni né alla stessa storia morale della massoneria.

Benvenuto dunque a questa Storia di Mauro Cascio, e alla sua difesa della massoneria. In nome di alcuni valori e nella riproposizione di modelli progressivi e "puliti" provenienti dalla propria storia. Ma attenti alla riproposizione di forme di ambiguità, di collusione e deviazione morale e di potere. E soprattutto in attesa di contributi di "terze parti", non appassionatamente schierati ma storicamente più rigorosamente scientifici.

Storia (apologetica) della massoneria / Mauro Cascio ; prefazione di Gianni De Michelis. - Foggia : Bastogi, 2005. - 154 p., br. - (Biblioteca massonica). - ISBN 88-8185-736-7. - 12 euro.


Sergej

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