Il Sindaco di Palermo e le segnalazioni dei cittadini

mercoledì 21 ottobre 2020, di Augusto Cavadi

La battaglia, anzi la guerra, agli incivili egoisti incapaci anche solo di ipotizzare un’ottica di bene comune va combattuta in maniera sistemica, complessiva

La decisione del sindaco Orlando di pubblicare sui social le foto dei cittadini che imbrattano, deturpano, inquinano gli angoli delle nostre strade ha suscitato delle “perplessità” in alcuni ambienti politici di “sinistra”. Dico subito che non condivido per nulla tali riserve: delegare alle organizzazioni partitiche di “destra” la difesa della legalità democratica è un errore già troppe volte ripetuto, con la conseguenza disastrosa che, in mano ai conservatori più o meno reazionari, è rimasto il vessillo della legalità e si è dissolta la qualifica di democratica, costituzionale, repubblicana.

Ciò premesso, va notato che la difesa della legalità non può realizzarsi a macchia di leopardo: non si possono seguire gli umori, o i malumori, dei cittadini e perseguire una volta chi posteggia in doppia e tripla fila, un’altra volta chi accumula rifiuti ingombranti, un’altra volta ancora chi costruisce abusivamente sulla riva del mare. La battaglia, anzi la guerra, agli incivili egoisti incapaci anche solo di ipotizzare un’ottica di bene comune va combattuta in maniera sistemica, complessiva. Dunque un sindaco, da solo, non può intestarsela. C’è bisogno di una sinergia di istituzioni e, dunque, di una regia che coordini e promuova: per esempio dell’iniziativa di un prefetto, in prima persona o mediante un suo delegato di fiducia che convochi, intorno a un tavolo, i vertici dei vigili urbani, della polizia, dei carabinieri, dei finanzieri.

Quale potrebbe essere la prima mossa, elementare ? Chiedere che per un raggio anche solo di un chilometro attorno ai commissariati di polizia o alle caserme dei carabinieri lo Stato imponga, senza eccezioni, le sue regole. Che almeno là dove sventola la bandiera della repubblica italiana i cittadini vedano che non comandano i mafiosi, i corrotti, gli abusivi, i prepotenti. Se a poche decine di metri da una caserma è possibile che file di auto stazionino permanentemente in zona rimozione o si rigenerino permanentemente discariche abusive senza che nessun esponente delle Forze dell’ordine intervenga almeno episodicamente, almeno simbolicamente, che messaggio recepiamo noi cittadini inermi? E’ credibile che se una vettura dei carabinieri si aggiunge alla decina di auto posteggiate in divieto davanti a un bar, è sempre e soltanto per ragioni urgenti di servizio? E’ credibile che decine di agenti entrino ed escano dal proprio commissariato senza accorgersi che in una grande arteria viaria molto vicina la corsia degli autobus è costantemente occupata da auto in sosta che esasperano le già insopportabili condizioni del traffico?

A ciascuno di noi capita, ogni giorno, di assistere alla prevaricazione insolente di automobilisti che non rispettano lo stop o di motociclisti che sfrecciano a pochi centimetri da pedoni in attraversamento sulle strisce: è credibile che simili manifestazioni di strafottenza così abituale, così radicata e così diffusa non capitino mai sotto gli occhi di un cittadino stipendiato per difendere l’incolumità – e direi anche la dignità - dei suoi concittadini? Sino a quando Palermo ma, più o meno, si potrebbero aggiungere molte altre città sarà una giungla a impunità garantita, chi depone sul marciapiedi davanti casa un divano e due poltrone della zia defunta proverà stupore nell’apprendere che il suo gesto di condivisione dei beni non ha suscitato nel sindaco quei sentimenti di gratitudine che si aspettava per aver messo a disposizione dei passanti un’opportunità di comoda sosta.


Augusto Cavadi

:.: Città invisibili

Parole chiave

Home page