Quisquilie&Pinzellacchere. N. 111 - Quello che i NO(n) dicono.

mercoledì 9 settembre 2020, di Franco Novembrini


Molti di noi sanno benissimo che nella politica e i suoi dintorni a volte vale molto di più ciò che viene taciuto di quello che viene giurato e spergiurato. Non fa eccezione la vicenda del referendum sul taglio, io preferisco ’’adeguamento’’ del numero dei parlamentari.

Durante le tre votazioni che si sono svolte nei due anni precedenti c’erano stati un governo diverso con una maggioranza diversa e molti partiti avevano votato con maggioranze bulgare a favore del taglio. Una cosa nuova? Non proprio. Ricorderete che agli inizi di tangentopoli successe la stessa cosa e nessun partito e tantomeno nessun onorevole si sarebbe schierato a difesa dei ’’mariuoli’’ se non direttamente interessato. Negli anni seguenti le cose cambiarono, giornali, tv e politici prezzolati parlarono di giudici manettari, giudici rossi, populisti, antipolitici, e i partiti ripresero a rubare con maggior virulenza e meno vergogna di prima. Ma dicevamo dei cambiamenti attuali.

Negli scorsi anni oltre a cambi di governo e di molte onorevoli ’’casacche’’, ci sono state anche delle rivergination nella direzione della tv di Stato e nei maggiori giornali che hanno virato a 360 gradi su ciò che avevano scritto per anni. Anche in questo caso niente di nuovo sotto l’italico cielo. La domanda allora che sorge spontanea è il perché si siano espressi quasi tutti i partiti per il taglio che certamente non volevano? La risposta potrebbe darla don Abbondio quando gli viene ingiunto di non celebrare il matrimonio e lui si adegua al volere dei potenti cercando mille scusanti.

Posso capire che un Sabino Cassese che oltre ad avere smodate aspirazioni politiche fino a sperare di sostituire Re Giorgio 2 mandati, non si dimentichi dei begli incarichi, profumatamente pagati, che i Benetton gli avevano affidato e che gli fecero dimenticare il loro nome nell’affare Ponte Morandi. Quello di cui mi capacito meno sono l’appoggio dei sindacati e dell’Anpi all’adeguamento dei parlamentari che parlano di articoli costituzionali che verrebbero violati, tacendo di quelli che sono stati da sempre o dimenticati o violentati che riguardano il mondo del lavoro con le stragi, cominciate nella Sicilia appena liberata, che ebbero inizio a Portella della Ginestra e continuate con l’uccisione di 135 sindacalisti e dell’Anpi che dovrebbe ricordare da dove viene il revanscismo filofascista odierno se tutti i governi si sono ben guardati dal fare luce su stragi si Stato e usando spesso rigurgiti fascisti per giustificare brutalità e nefandezze tollerate in barba alla Costituzione e alle leggi Scelba e Mancino, entrambi non certo dei rivoluzionari, le quali vietano la riorganizzazione del partito fascista e i raduni delle varie organizzazioni che fanno riferimento a quella ideologia.

Certo che trovare fra i sostenitori del NO l’immancabile Violante, quello del dialogo con i giovani di Salò, Cirino Pomicino, Gasparri, La Russa ed altri non deve essere una bella prova di coerenza. Della Lega di Salvini ne vogliamo parlare? Come gli è stato ordinato di votare e per quali nobili motivi? Una cosa mi ha sempre turbato è quella che molti sindacalisti, di ogni sigla e tendenza, una volta finita la carriera sindacale, ne hanno iniziata un’altra con la politica o viceversa e non credo che tutti i dirigenti vedano di buon occhio una diminuzione di poltrone non certo a titolo gratuito.

Ho detto che da parte dei votanti per il No viene ripetutamente citato il fatto che alcune regioni italiane sarebbero prive di rappresentanza in Parlamento e ciò sarebbe di nocumento alla democrazia, dimenticandosi che ogni cittadino ha il diritto costituzionale di rivolgere per la difesa dei suoi diritti al proprio Comune, alla propria Regione, che ha dei consiglieri eletti dal popolo e che possono benissimo rappresentare i suoi bisogni in quanto la regione produce leggi e regolamenti del proprio territorio e le regioni e i suoi consiglieri non esistevano quando fu scritta la Costituzione.

Il fatto è che le stesse sono in mano più al servizio dei partiti che ne fanno un uso spesso antagonista alla politica del governo centrale e non certo a favore dei cittadini. Altri rappresentanti che non esistevano al tempo della Costituente sono i parlamentari europei che anch’essi, spesso usati come deposito per ’’trombati’’, rappresentano gli interessi dell’Italia e degli italiani nella UE. Inoltre sempre un numero maggiore di italiani si rivolge alla Corte di Strasburgo per ottenere una giustizia che in patria non hanno. Se ognuno di questi enti rappresentasse gli interessi dei cittadini e non dei capibastone dei partiti pensate che non saremmo adeguatamente rappresentati?



Franco Novembrini

Quisquilie & pinzellacchere

Parole chiave

Home page