Schizzi&Ghiribizzi. N. 78 - Articolo sospetto

giovedì 20 agosto 2020, di Franco Novembrini

Fra le notizie della scorsa settimana ho notato un articolo di Luigi Di Maio pubblicato sul Fatto Quotidiano la cui lettura mi ha provocato qualche dubbio.

Fra le notizie della scorsa settimana ho notato un articolo di Luigi Di Maio pubblicato sul Fatto Quotidiano la cui lettura mi ha provocato qualche dubbio.

ARTICOLO SOSPETTO - Dunque Di Maio ha scritto un articolo pubblicato con grande evidenza su cinque colonne. Dico subito che avrei preferito una intervista, fatta magari da un giornalista le cui domande avrebbero eventualmente contraddetto le sue parole. Se un politico pubblica qualcosa con la sua firma è come se facesse un comizio nel quale può scrivere una cosa che poi, inconsapevolmente, contraddirlo nella parte finale. Intendiamoci scrivere un articolo è sempre meglio che fare affermazioni apodittiche da un balcone dicendo di avere sconfitto la povertà, il malaffare ed i partiti che lo praticano, poi la cosa è tutta da verificare. In questo caso lo si può fare controllando ciò che è stato scritto. Inoltre, essendo in Italia, c’è bisogno anche di una particolare attenzione al non scritto ed al sottinteso ed all’altra peculiarità tendente a celare un proprio interesse camuffandolo con una iniziativa a favore di altri.

Il vocabolario usato da Di Maio coincide in molti punti con il frasario usato da molti democristiani della peggiore specie e, purtroppo, ne ha anche la stessa credibilità. Per fare un esempio attuale lo paragonerei, in maniera molto minore, al modo di agire e di parlare di Renzi. Ricordiamoci che è stato proprio la ’’lince di Rignano’’ lo sponsor del governo attuale ed ho anche l’impressione che, come aveva fatto Salvini, gli avesse promesso la primogenitura del nuovo governo. Tutto il PD, Zingaretti in primis era fermamente contrario all’accordo. Nel suo pezzo Di Maio fa uno strumentale accenno alla storia ed alle regole del MoVimento, quelle regole come uno vale uno e i due mandati delle quali dichiara l’intangibilità, lasciano perplessi.

Per il primo mi appello al giudizio dei lettori e il secondo considerato un totem che, se fosse ancora vivo Paolo Villaggio, o se qualcuno dei 5 stelle potesse esprimersi senza il rischio di essere espulso dal Di Maio prima maniera, concorderebbe sul giudizio del rag. Fantozzi sul film ’’La corazzata Potemkin’’. Ora l’ex portavoce dei pentastellati apre alla ricandidatura di Virginia Raggi, cosa che si è stramaledettamente conquistata sul campo, ma lo fa scrivendo che il MoVimento è ’’maturato’’, qualsiasi cosa voglia dire, ma non può sfuggire ad un attento lettore che una volta creata una falla attraverso la stessa via potranno passare anche altri. Chi? Forse possono aiutare le testuali parole finali dell’articolo: ’’E sono sempre pronto a mettere a disposizione la mia passione e le mie idee’’.

Era proprio necessaria una tale frase che farebbe arrossire monsignor De La Palisse? Oppure bisogna leggerla in altro modo. Confermo la mia idea che i ’’due mandati’’ siano una sciocchezza e che se una cosa è mancata in questi anni è stata invece la competenza che si acquista sul campo, per esempio per arrivare a conseguire una laurea ci vogliono perlomeno 20 anni, partendo dalle elementari, per poi poter iniziare una professione, come pensare che per fare il ministro, il sindaco o il presidente di Regione ne bastino meno la metà e che ne siano anche il limite massimo. Non sono certo per incrementare la politica come mestiere ma come dice un vecchio proverbio : ’’Non si nasce imparati’’.

Purtroppo i casi di ingenuità si sono contati a centinaia e lo scotto lo si è pagato nelle ultime tornate elettorali. Ultimo dubbio è stato l’intervento a gamba tesa durante la votazione agostana sulla piattaforma Rousseau, a consultazione ancora in corso, Luigi Di Maio è intervenuto tramite tv e giornali chiedendo di votare due SI’ alle sue proposte. Con quale giustificazione lo ha fatto? Non ne accenna nell’articolo. Concludo con un pensierino sulla famosa piattaforma che a volte qualche problema lo ha dato anch’essa. Un clic o un like, o qualsiasi altra scorciatoia elettronica non può sostituire una riunione od un confronto, magari dati i tempi, a distanza dove cittadini, termine caduto un poco in disuso nel MoVimento, esprimono idee e dubbi su ogni questione e poi la scelta della votazione nel periodo ferragostano è stata una idea della quale vorrei conoscere nome e cognome di chi l’ha partorita.

Avrete notato che c’è stato un certo calo nei partecipanti al voto e si è fatto uso delle percentuali dei votanti e le percentuali, come ricordava Trilussa, non sono un indizio di equa suddivisione dei polli. Alla piattaforma Rousseau non sono contrario e sono convinto di una sua validità, ma ho dei dubbi sul suo uso, del modo e da chi viene gestita. Certamente non è cosa che possa essere trasmessa come eredità di famiglia. Per concludere vorrei tranquillizzare i miei amici ’’di base’’ del MoVimento che le mie critiche non sono certo rivolte ai moltissimi che lavorano e si danno da fare perché i 5stelle restino nel solco dell’onestà politica di cui c’è estremo bisogno in Italia e non perdano occasione per criticare alcune scelte suicide che hanno portato al dimezzamento dei voti e ad accordi perlomeno discutibili. Più che la maturazione ’’nostra’’ si dovrebbero cambiare i cattivi esempi di certi alleati.



Franco Novembrini

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