Quisquilie&Pinzellacchere. Nr. 92. Le Rsa fonte di guadagni e di contagi

martedì 28 aprile 2020, di Franco Novembrini


La Regione Lombardia sta dando il peggior esempio di come la sanità dovrebbe essere gestita. La storia degli ultimi decenni è piena di scandali che vanno dai rimborsi, alle truffe e ruberie varie di ogni genere dalle forniture di protesi difettose alle dentiere passando anche per la medicina nucleare. La gestione del ’’Celeste’’ Formigoni è la cartina di tornasole della peggiore politica e gli assessori regionali, provinciali e comunali di svariate ’’confessioni’’ politiche indagati e condannati, purtroppo a pene lievi, tanto che alcuni sono tornati a pontificare su giornali e tv amiche, compreso Formigoni.

Ma la gravissima situazione del momento è quella delle Rsa, che in Lombardia sono migliaia, della loro certificazione e del modo con il quale l’hanno ottenuta, fanno sorgere molti sospetti. Del resto sarebbe strano che in questo settore fosse tutto limpido essendo spesso la gallina dalle uova d’oro. Come tutti sanno o dovrebbero sapere a gestire questo flusso di denaro sono molti nomi della politica italiana ed anche multinazionali che hanno finanziato partiti e organi di stampa di ogni colore, attraverso i capibastone di turno, i quali spesso hanno fatto campagna elettorale qualificandosi come coloro che, meritoriamente, ne avevano propugnato la creazione.

Chi non ricorda le visite, spesso con fascia tricolore, che in periodo elettorale venivano fatte ai vecchi, inquilini delle Rsa e agli ammiccamenti ai parenti ai quali spesso venivano dati i ’’santini’’ su chi votare, il tutto sotto gli sguardi benevoli dei dirigenti gli ospizi, perché alla fine di questo si tratta.

L’ho scritto già altre volte che vittime di questa situazione non sono solo i vecchi ospiti paganti ma anche tutto il personale, da quello sanitario a quello dipendente delle pseudo cooperative, che non hanno esitato a mandarli allo sbaraglio con il ricatto di un misero stipendio degno dei ’’caporali’’ dei campi di pomodori della Sicilia.

Scorrendo la lista dei padroni di queste case, quasi tutte con nomi di santi o beati, si scoprono nomi di indagati e condannati e di palazzinari con il pallino dell’acquisto di giornali comprensive delle redazioni, le quali purtroppo cambiano idee a seconda dell’acquirente. Chiaramente non sto parlando di piccoli giornali. Ora con le nuove tecnologie è possibile controllare giornalmente la rassegna stampa delle prime pagine di molti quotidiani e la visione, se fatta con un minimo di cognizione di causa, è francamente sconfortante. Le Rsa sono potenti a tal punto che non si riescono a sapere i numeri di quanti sono i morti, per non parlare delle cause dei decessi, neppure i familiari sono informati di ciò che è successo ai loro parenti e spesso vengono a sapere del loro decesso a cremazione avvenuta.

La cremazione, in questi casi, è cosa necessaria, viste le dimensioni della pandemia, però ha un grosso difetto, quello che non si saprà mai cosa ha provocato la morte se non una sommaria e di parte cartella clinica. La magistratura sta indagando meritoriamente e si debbono notare gli attacchi che subisce, appunto, da certi politici e dalla loro stampa amica.

Ricordo ancora che molti padroni di questi moderni ospizi, hanno appoggiato tutti i gruppi politici che contano e non meraviglia che poche siano le iniziative per fare chiarezza. Una delle prime grandi organizzazioni che vuole vederci chiaro è lo SPI-CGIL di Bergamo, il sindaco della città e quel tale Gori che era candidato del PD alla presidenza della Regione Lombardia, sconfitto alla grande dall’allora ignoto Fontana. I pensionati bergamaschi dello SPI hanno fatto per primi la raccolta dei dati dei morti che si differenziano molto da quelli ufficialmente ammessi dai vari organi e particolarmente dai dati forniti dagli ’’ospizi d’oro’’ che non hanno collaborato ed hanno minacciato i dipendenti che avessero fornito tali informazioni.

Si sono mossi in questi giorni anche le organizzazioni della CGIL di Monza e, soprattutto, a livello nazionale. Di altre strutture sindacali non ho notizie, come del resto non ho notizie, sarà che non ho cercato bene, di qualcosa di simile dello SPI del mio comune, Villasanta, sul cui territorio insiste una di queste strutture gestita da una multinazionale francese.

I dati servono perché non ci si può trincerare dietro un riserbo che, alla fine, nasconde e inquieta facendo crescere i sospetti. I dati che si riferiscono alla trasmissione del Covid-19 avvenuta nelle case di riposo se non conosciuti favoriscono chi ha colpevolmente gestito questa pandemia e non è peregrino pensare che fra qualche anno, se ci saranno dei processi, a pagare saranno magari gli infermieri e i parenti delle vittime e non certo coloro che hanno sottovalutato il rischio e magari, da come alcuni affermano, hanno accettato degli infetti in cambio di un aumento della retta. Ho notizia che in alcuni comuni lombardi si siano creati dei comitati di parenti degli ospiti e che, tramite avvocati, abbiano intrapreso azioni giudiziarie che potranno essere utili per fare chiarezza e, magari, giustizia se ne ricorrono i motivi.



Franco Novembrini

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