Quisquilie&Pinzellacchere. Nr. 89. Vorrei una Europa diversa. Burocrazia all’italiana.

martedì 7 aprile 2020, di Franco Novembrini


Vorrei, una volta passata la pandemia, una Europa molto diversa da quella attuale. Fra i miei desiderata primeggia la volontà di avere una UE meno burocratica e molto più solidale. Vorrei che ci fossero dei’paletti’’ che impediscano a politici di ogni risma di fare leggi incomprensibili e difficilmente applicabili. Purtroppo in questi anni troppe volte gli Stati che la compongono hanno fatto quello che ritenevano funzionale agli appetiti del proprio paese di origine mascherandolo con paroloni come libertà di impresa, globalizzazione e libera concorrenza.

Sono stati ammessi nell’Unione paesi che si erano liberati da dittature odiose ma, nello stesso tempo, sono stati tollerati ed a volte aiutati che a dirigerli fossero degli autocrati che delle libertà democratiche avevano ed hanno un concetto simile a quello dai quali i popoli si erano liberati.

Gli operai di molti di questi paesi sono stati utilizzati, mantenendo salari da fame,per esportare produzioni anche pericolose e senza garanzie per la sicurezza e la salute, con la scusa che il costo del lavoro era minore, impoverendo e ricattando Stati ed economie che già faticavano a tenere il passo con economie di paesi del Terzo mondo.

Come si può pensare che in Polonia ed in Ungheria ci siano democrazie compiute. Come non proibire ad aziende che producono in un paese poi paghino le tasse in un altro ed abbiano la sede legale in un altro ancora? Gli italiani, grandi assenti per anni nel Consiglio d’Europa, hanno firmato patti scellerati e addirittura hanno ’’deformato’’ la nostra Costituzione per adeguarla ai voleri di questa Europa e lo hanno fatto con la prosopopea di chi vuole comparire senza pagare per i danni fatti dalla propria ignoranza. Avete dei dubbi? Provate a cercare se qualche altro paese abbia fatto qualcosa di simile?

Ne abbiamo invece altri che hanno mantenuto la propria moneta e soprattutto i propri paradisi fiscali dove i nostri grandi evasori, la mafia e la ’ndrangheta hanno potuto nascondere il loro ’’malloppo’’.

Finirà questa pandemia e dovremo fare una grande opera di memoria come nella Resistenza e ricordarsi di chi si è sacrificato perché molti di noi potessero vivere e di quei parassiti e ’’borsari neri’’,che hanno speculato sulla salute degli italiani ed europei, difendendo i propri privilegi e il proprio potere politico in maniera cinica, magari invocando santi e madonne, proprio nella settimana nella quale con un bacio, parlo dei cristiani, si trasmise il tradimento, guarda caso per soldi. Lo dicevano molti padri costituenti che una delle nostre migliori difese è la memoria perché quello che è successo una volta può ripetersi.

Burocrazia all’italiana - A fronte di una sanità pubblica che sta uscendo dalla vicenda Covid-19 in maniera egregia con medici e personale ospedaliero di ogni ordine e grado in maniera che definirei eroica, senza nulla togliere alle strutture private che anche loro contano numerose vittime, si deve constatare il fatto che la burocrazia sta facendo emergere, spesso, il peggio dell’Italia. Parlo del blocco di ordini di materiale indispensabile in quanto mancava magari i ’’sacro timbro’’ e lo scaricabarile fra enti le cui decisioni non si viene mai a sapere da chi e come sono state prese.

Esempio piccolo ma illuminante che potrebbe essere il titolo di un film ’’Quattro modelli di autocertificazione in 4 giorni’’. La vicenda si riferisce ai quattro modelli di autocertificazione che si sono dovuti esibire in pochi giorni che sono costati ritardi, incomprensioni e non ultimi tonnellate di carta e inchiostro per stampanti per aggiornarsi. Il perché dovevano essere citati gli articoli di legge e i relativi commi superabili con il fatto che un divieto di uscire o regolamentare le uscite deve essere rispettato e citare commi e articoli di legge che pochi, se non gli addetti comprendono, poteva essere sostituito come i cartelli stradali di divieto che non portano scritto l’articolo di legge, semplicemente e visivamente avvertono di un divieto.

Bastava la scritta che la circolazione era vietata o fortemente ridotta per ragioni di salute pubblica. Ma così sarebbe stato troppo facile!



Franco Novembrini

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