Quisquilie&Pinzellacchere. Nr. 78. Tre donne e 700 euro. Libia, ce lo chiede l’Europa. Ce lo chiedono gli speculatori internazionali.

mercoledì 15 gennaio 2020, di Franco Novembrini

Questa settimana vorrei scrivere di due vicende con protagoniste tre donne italiane che si sono rese protagoniste di due fatti...

Questa settimana vorrei scrivere di due vicende con protagoniste tre donne italiane che si sono rese protagoniste di due fatti scomparsi dalle cronache e sostituite dai chiacchiericci per il Festival di Sanremo o riabilitazioni di vecchi politici ’’esuli’’ in terra d’Africa.

NICOLETTA DOSIO - La professoressa Dosio, 73enne attivista dei NO-TAV, è stata condannata ad un anno e mezzo di carcere perché alcuni anni fa durante un blocco stradale invitava gli automobilisti a non pagare il balzello autostradale. Prima dell’esecuzione dell’arresto gli era stato proposto di chiedere pene alternative, cioè quelle finte pene che hanno permesso a molti politici che non sono riusciti a raggiungere l’agognata prescrizione, definita anche IV grado di giudizio, permette a molti di loro di dichiararsi assolti. La nostra grande Nicoletta ha rifiutato di essere emendata con una pena che, per lei, sarebbe stata una ammissione di colpa e si è coerentemente rifiutata di chiedere alcun tipo di grazia che senz’altro gli sarebbe stata concessa ha chiesto invece una specie di amnistia per tutti i condannati per gli stessi fatti. La pena di un anno e mezzo di carcere le è stata irrogata per aver causato un danno alla società autostradale di 700 Euro. Non so quanto la nostra amica prenda di pensione. Ma tenete in mente la cifra.

CINZIA FALCONE - Il Prefetto di Cosenza Cinzia Falcone, scusate se non scrivo Sua Eccellenza come vorrebbe il prefetto di Napoli, ma non ce la faccio. E’ finita ai domiciliari dopo una operazione di polizia che l’aveva intercettata perché aveva richiesto una ’’mazzetta’’ ad una imprenditrice del luogo, insomma una Mario Chiesa dei nostri giorni. Questa vicenda spero non cada nel dimenticatoio o in prescrizione perché va fatta piena luce e, se le cose si sono svolte nel modo descritto dalla Polizia, sono di una gravità inaudita. Sono gravi per diversi motivi: il primo è quello che una donna prefetto è divenuta quest’anno, meritoriamente, ministro dell’Interno e questo fatto le pesi enormemente. Il secondo è quello che se andate a controllare lo stipendio di un prefetto, in rete troverete che quello base annuo è di 99 mila euro più qualche spicciolo, tenete conto poi dei vari benefit che l’importante carica porta con se, auto con autista ecc. Dimenticavo secondo la Polizia la ’’mazzetta’’ era di 700 Euro, la stessa cifra che ha portato in galera la professoressa Dosio.

CINZIA FALCONE - La signora Cinzia Falcone, forse anche per il prestigioso cognome che porta, è stata l’imprenditrice che ha denunciato e fatto scoprire i magheggi della prefetto. Credetemi non deve essere stato facile per lei, a cui va tutta la mia stima, anche perché molti gli avranno senz’altro consigliato di lasciar perdere vista la pochezza della richiesta. Grazie signora Cinzia.

CE LO CHIEDE L’EUROPA - Per l’affare libico si dice che l’Europa vorrebbe un maggiore intervento italiano, specialmente militare. Quando poi si va leggere la lista dei richiedenti troviamo solo 2 paesi europei e due extra. Ora la UE è composta di 28 paesi ma Macron e Merkel si arrogano il diritto di dire cosa dobbiamo fare e che molto probabilmente faremo. C’è una frase da un film di Gigi Proietti che si attaglia alla situazione, questa: ’’Aho, vai avanti tu che a me me viene da ride!’’.

CE LO CHIEDONO I FONDI - Siccome si parla di revocare ai Benetton la gestione di Autostrade, alcuni fondi speculativi si sono mossi a difesa dei Benetton. Sono certo che lo fanno per difendere la libertà di impresa, minacciata da uno governo comunista che vuole che finisca il Bengodi di cui hanno usufruito questi fondi e la famiglia di Benetton. Honi soit qui mal y pense.



Franco Novembrini

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