Viaggio scettico alla ricerca di Dio (1)

giovedì 15 settembre 2005, di Salvatore Mica

Inchiesta sulle giovani spiritualità siciliane. Tutti noi abbiamo sentito parecchi discorsi sulle nuove spiritualità, le nuove religioni, il nuovo modo di intendere la fede...

Tutti noi abbiamo sentito parecchi discorsi sulle nuove spiritualità, le nuove religioni, il nuovo modo di intendere la fede, tutti noi abbiamo subito, almeno una volta nella vita, spaventose filippiche sul nichilismo dei giovani, sulla nostra mancanza di valori, sul nostro cinismo, arrivismo, rampellismo, vuoto interiore, inutilità esistenziale, mancanza di rispetto per i sacri valori “Famiglia-Religione-Lavoro”.

Non parleremo di questo.

Ci occuperemo in quest’inchiesta di tutto ciò che riguarda la spiritualità dedicando attenzione particolare alle “nuove tendenze”, il nuovo modo di intendere la religione, scaveremo a fondo sul presunto “vuoto interiore” dei giovani, sui loro veri valori, sulle loro paure, sulle loro scelte spirituali e non.

Lasceremo i luoghi comuni al bar.

Nel nostro viaggio approfondiremo mondi dapprima solo sfiorati, conosceremo persone al limite tra saggezza e follia, apprenderemo regole di vita e strutture mentali lontani anni luce dalle nostre, scopriremo varchi, possibilità, limiti, insistenze, decisioni, ossessioni, paure, tecniche e riti di cui pochi potevano sospettare l’esistenza.

Checchè ne dicano moralisti e bigotti, il mondo spirituale dei giovani del nuovo millennio è un vero casino. Il nostro è un viaggio dentro questo mondo, lo scopriremo,analizzeremo, sezioneremo a fondo ovviamente senza tabù, senza scandali&scandalismi, senza giudizio, senza pudore, senza critica, senza soluzione in tasca. Saremo atei, agnostici, scettici, irrazionali, eterni debuttanti aperti all’infinito. Solo così potremo capire le verità che ci verranno via via proponendo i nuovi praticanti.

In quest’inchiesta vogliamo mettere in gioco davvero tutto di noi stessi. Cercheremo per quanto possibile di essere obiettivi e asettici, cercheremo, noi figli siciliani di cotanto maestro, di “eclissarci” dietro la narrazione, dietro le parole dei giovani&non che ci metteranno al corrente del loro intimo universo spirituale.

Abbiamo raccolto materiale a sufficienza per poter dire che i giovani sentono profondamente le esigenze spirituali vecchie e nuove che siano, vivono drammi colossali, diremo quasi esistenziali, nella scelta, acquisizione e riconfigurazione delle verità religiose.

Parleremo spesso di “riconfigurazione”, è un concetto essenziale nel mondo spirituale odierno; la nostra nazione è ancora fortemente caratterizzata dalla cattolicità, i bambini vengono instradati da piccoli nelle famiglie e nelle scuole, con buona pace dei principi che sostengono la laicità dello stato, alla “via” cattolica,è una trafila che abbiamo passato più o meno tutti: battesimo, comunione, cresima. Non in questo sta la novità, il mastodontico mondo cattolico si muove in maniera talmente lenta da risultare immobile se confrontato al velocissimo movimento delle nuove spiritualità, le novità, abbiamo potuto verificare, non risiedono nella “trasmissione” dei valori religiosi, tanto nella sfera della “ricezione” e della loro “riconfigurazione”. Ci fa buon gioco confrontare e convalidare le tesi dei Cultural Studies in fatto di comunicazione di massa in ambito religioso. Negli anni ’70 con l’avvento sistematico e “privatistico” delle comunicazioni di massa i sociologi e gli antropologi lanciarono l’allarme sul potenziale definitivo tramonto di ciò che loro definivano “cultura popolare”, detto in altri termini avevano paura che tutti fossero talmente occupati a guardare Costantino e “Il grande fratello” da non trovare più il tempo per produrre e trasmettere conoscenze popolari, lasciando tra l’altro sociologi&antropologi senza lavoro.I cultural studies hanno smentito entrambi i loro spauracchi: appurarono che i ceti popolari avrebbero si smesso di essere produttori di conoscenze alternative a quelle di altri ceti, ma avrebbero ricevuto e configurato diversamente le conoscenze che i comunicatori di massa avrebbero trasmesso loro; la diversità tra i ceti popolari e gli altri ceti si sarebbero mentanuti quindi, si sarebbe spostato solamente l’ambito: dalla produzione di conoscenze, alla loro ricezione & riconfigurazione.Così vaticinarono, ed il mondo sembra aver dato loro retta.

Per quanto riguarda i nostri interessi, abbiamo potuto constatare che le cose non stanno in maniera molto differente, se accettiamo l’assioma “Comunicatori di massa = Chiesa Cattolica” che nel nostro paese risulta quanto mai veritiero, possiamo perfettamente notare come le “comunicazioni religiose” ricevute dal “grande Media”(Chiesa cattolica) vengono ricevute e riconfigurate diversamente nei vari ceti e causano effetti diversi sui giovani rappresentanti i vari strati della società. Non è di nostro interesse però fare ricerca sociologica, per questo NON ci occuperemo dei ceti di appartenenza dei vari praticanti ne della loro formazione ecc...Ci interesserà soltanto il meglio del loro bagaglio esperenziale, la parte più intrigante, curiosa, affascinante, i nostri intervistati dovranno rispondere ad una girandola di domande che risulterà essere sintetizzabile in un unico grande interrogativo:

“Come conoscere l’infinito?”

La via all’infinito è complicata, fortemente singolare,piena di rinuncie e sacrifici, vedremo che, al contrario di quanto ci si vorrebbe far credere, pochi giovani cedono alle sirene del narcisismo e dell’edonismo, i nuovi praticanti sperimentano, leggono, conoscono, decidono e soffrono, fortemente, intimamente per la loro scelta religiosa, di qualunque natura essa sia, seguiremo questi “esploratori” della realtà con il massimo rispetto,documentando l’inizio,la fine e la meta, se c’è, della loro ricerca. E’ un mondo multiforme, variato, veloce e cangiante quello della spiritualità, affascinante nella sua mutevolezza, inevitabilmente trascureremo grosse sacche di credenti, viaggiatori, esploratori e ricercatori, ma tenteremo di documentare in maniera più completa possibile il caleidoscopico universo della riconfigurazione spirituale propria della nostra epoca.

Altro che nichilismo...


Salvatore Mica

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