Quisquilie&Pinzellacchere. Nr. 57. Delrio: ’’contratto’’ alla tedesca! Ma lo sa come si fa un contratto e con chi?

mercoledì 21 agosto 2019, di Franco Novembrini


Grande agitazione nel PD per la possibilità di fare un accordo con il M5s. Fra i pensatori di quello che, ostinatamente, alcuni ras continuano a chiamare partito si è levata l’autorevole flebile voce di Graziano Delrio che sostiene, contrariamente ad un anno fa, non secoli, che un ’’contratto ala tedesca’’ con i 5stelle è possibile ed augurabile. Ovviamente si augura che ciò avvenga con la stipula di un accordo corposo, cioè non con pochi patti chiari, ma con quei pastrocchi infiniti in cui lui ed i suoi soci sono maestri degni della coppa Volpi, non quella del cinema, ma quella del Tavoliere o di Rignano.

Al nostro ex ministro sfugge che il contratto tra i partiti tedeschi richiese molto tempo, che noi non abbiamo, regole precise e impegni da rispettare con serietà, di cui siamo carenti. Ora, a meno di un miracolo, ce li vedete voi Renzi, De Luca, Calenda, Orfini, Violante, Rosato, quello delle legge elettorale che tutti ci invidiano e i vari padrini e padroni delle tessere mantenere la parola data? Io no!

Ma non è finita qui. Dell’armata Brancaleone dovrebbero far parte anche Rifondazione, LeU, Potere al popolo, +Europa, che per essere più europei ha già pensato a dividersi ancora in decimali, di cui una parte in mano a Bruno Tabacci e l’altra a tale Emma Bonino che, in vita loro, hanno dichiarato una guerra senza quartiere alla coerenza. Che fare, scriveva Lenin, molti anni fa. Non ho consigli da dare ne indicazioni di voto. Certo che la situazione è grave, se è anche seria ci sarebbe da discutere, ma dover scegliere tra Cazzaro verde e certi personaggi, se non della sinistra, certamente sinistri, la voglia sarebbe di voler riavvolgere il nastro e tornare indietro di 40 o 50 anni, ai tempi difficili ma politicamente pieni di speranze di quei tempi.

Sempre parlando del contratto alla tedesca, faccio notare che i partiti tedeschi erano e sono consapevoli della forza elettorale di ognuno, e su quella base trattano, non lasciandosi ricattare da cespugli dell’1 o 2%, ed era chiaro che il premier sarebbe stata Angela Merkel che rappresentava il maggior partito della coalizione. In Italia, il primo ministro Conte, ’’riabilitato’’ persino da Scalfari, che lo scorso anno lo definiva un burattino in mano a Salvini e Di Maio, è coperto, more solito, di complimenti da tutti i novelli cantori della sinistra ma che ne chiedono la sostituzione, proponendogli un posto nella EU.

Questo secondo Delrio sarebbe possibile in Germania? Non credo proprio.



Franco Novembrini

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