Quisquilie&Pinzellacchere. Nr. 47. CSM e i volti della Giustizia. Alcuni giudici ingestibili e indipendenti.

mercoledì 12 giugno 2019, di Franco Novembrini


Non ho alcuna competenza in materia di amministrazione della giustizia, ma come cittadino italiano, provo un profondo disgusto per ciò che sta accadendo a Roma, al Consiglio superiore della magistratura. Qualche anno fa il Tribunale di Roma era chiamato ’’il porto delle nebbie’’per la possibilità di poter occultare o far sparire processi che il potere politico, zeppo di magistrati, che poi sarebbero tornati ad ’’amministrare la Giustizia’’, come si usa dire con linguaggio aulico, ma poco efficace. L’art. 101 della nostra Costituzione si compendia in pochissime righe: ’’La giustizia è amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge’’. Tutto qui. Vi sembra poco? Ovviamente no.

Vi sembra che la giustizia, quella giusta, sia amministrata in nome del popolo e che i giudici rispondano soltanto alla legge? Le storie che vengono raccontate da chi ha dovuto pagare una semplice multa, di cui magari non gli era stata notificata l’ingiunzione, o che gli sia arrivato un verbale per un divieto di sosta da un comune in cui non è mai transitato, possa cavarsela con una lettera, una telefonata e attendere magari una risposta con delle scuse? Beata illusione. Prima bisogna pagare il ’’pizzo’’ e poi ricorrere, spendendo 10 volte tanto della cifra sanzionata. Ma queste sono piccolezze che però non aiutano il cittadino a sentirsi tale e non suddito.

La cosa sconcia del CSM e della Magistratura in generale sono le correnti, non di pensiero, ma quelle che non hanno niente da invidiare a quelle dei partiti, con dei nomi che francamente cozzano con le poche righe chiare della Costituzione. Ne faccio un piccolo elenco, tenendo conto che ne nascono e ne muoiono secondo convenienze contingenti.

Magistratura democratica - Essendo questa corrente ’’democratica’’ si paventa che possa esisterne anche una se non ’’anti’’ almeno ’’mono’’.

Magistratura indipendente - Stesso discorso, per Magistratura indipendente, con l’aggravante che potrebbe distruggere il mito di monsieur de La Palice. Ma forse intendono essere indipendenti dalla Costituzione.

Autonomia e indipendenza. Questa poi, oltre all’indipendenza, vuole anche anche l’autonomia. A prenderla sul serio questa sigla, viene il dubbio che gli aderenti siano costretti ad agire in stato di costrizione e sotto controllo di ignote entità. Ma ben guardare mica tanto ignote.

Quello che desta meraviglia è che la carica di presidente del CSM appartenga al Presidente della Repubblica. Il ricordo di alcuni predecessori dell’on. Mattarella, più che esercitare la funzione di arbitro e garante della Costituzione, sono intervenuti a gamba tesa nella ’’partita’’ e favorendo nomine, usando spesso cavilli burocratici per far eleggere negli uffici apicali della magistratura, loro amici e sodali, magari di provenienza partitica. Non può essere un caso che Falcone e Borsellino, per non parlare del ’’giudice ragazzino’’, Rosario Livatino, Antonino Saetta, a cui aggiungerei Rocco Chinnici e numerosi altri erano giudici scomodi e non avvezzi a frequentare correnti e camarille giudiziarie, perciò veramente indipendenti e ingestibili, siano stati ostracizzati e scherniti.

POLITICA E CARRIERE - Vi sembra un paese normale quello in cui un giudice stia per venti anni in Parlamento e poi, se vuole rientrare in Magistratura possa richiedere, e spesso ottenere, un avanzamento di carriera senza aver mai diretto un processo? Vi sembra normale che un giudice possa dirigere, nei fatti, il CSM dopo aver fatto il sottosegretario o il ministro e comunque essere iscritto ad un partito? A me, francamente, no!



Franco Novembrini

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