Quisquilie&Pinzellacchere. Nr. 32. Macron&Minchion. Libertà di stampa... e il riuso della loro carta

mercoledì 13 febbraio 2019, di Franco Novembrini

Il noto democratico, in casa d’altri, Macron si è arrabbiato per le offese arrecate alla Francia, ma come diceva un suo predecessore, Luigi XIV...

Il noto democratico, in casa d’altri, Macron si è arrabbiato per le offese arrecate alla Francia, ma come diceva un suo predecessore, Luigi XIV, l’Etat sest moi, e considerare come i sans-culottes i suoi avversari politici inavvicinabili da chiunque voglia capire le loro ragioni e cercare alleanze politiche nelle prossime elezioni. Lo strano è che non ha mai avuto niente da eccepire che razzisti e neofascisti italiani si selfieggiassero con personaggi come la famiglia Le Pen e ne condividessero i loschi intendimenti revanscisti.

No! I 5Stelle non dovevano parlare con i dirigenti dei gilet gialli. Ammetto che in un nascente movimento di quella portata ci siano infiltrati violenti e vedere i roghi di macchine e negozi mi fa venire in mente momenti tragici che in Italia, in ultima analisi, hanno portato voti alla destra più becera di cui abbiamo il copyright in Italia.

Evidentemente non si ricorda Macron, quello che lui e i suoi sodali hanno detto e scritto quando si è cominciato a parlare di colonizzazione dei beni degli stati africani Niger (uranio), Libia (petrolio), Repubblica Centrafricana (uranio, diamanti), dell’amico di due presidenti francesi, Bokassa. Poteva un tipetto così non appoggiare un golpista venezuelano (petrolio), anche se il paese è governato da un tiranno, ma comunque eletto dal popolo? No non poteva! Certo i numerosi ’’soccorsi’’ italiani a Macron sono assai sospetti e, credo, che dopo i risultati delle elezioni europee, saranno assai diversi. Siccome non bastavano i conati di vomito e i piccoli Mussolini che ci hanno affibbiato i francesi, non potevano mancare i commenti di due giornalisti (!?!) italiani. Qui di seguito...

LIBERTA’ DI STAMPA... - In questi mesi due giornali della galassia di B. fanno a gara a chi la spara più grossa in prima pagina. Di Libero sono famosi i titoloni sui gay, sui negher, dialetto lombardo, sui terroni e allusioni sessuali, tanto da farci rimpiangere il tg di Emilio Fede. L’altro giornale, sempre dello stesso utilizzatore finale, e con gli stessi finanziamenti dello Stato, parlo del Foglio, eterodiretto da Giuliano Ferrara, questa volta esorta Macron a rompere le relazioni con l’Italia in quanto ’’paese di merda’’, con una sottile precisazione, che lo sarebbe diventato tout court, negli ultimi mesi. Ora mi conforta il fatto che tal Ferrara non ne abbia imbroccata una negli ultimi anni e ciò farebbe ben sperare sulla tenuta della nostra povera Italia, ma se, putacaso, l’avesse indovinata, proporrei allo Stato di non dare più sovvenzioni per la carta a quel giornale ma di utilizzare la stessa carta, come si faceva una volta, ad altro uso.



Franco Novembrini

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