La fine del multiculturalismo

mercoledì 19 settembre 2018, di Sergej

Sviluppiamo qui alcune ipotesi.

Il “multiculturalismo” è un’idea novecentesca pre-1989. Nasceva, come molte idee ottocentesche e novecentesche, dall’idea illuministica, quella stessa da cui è derivata l’idea di scienza universale e unica (dell’Occidente, ma prospettata come “unica” e universale al resto del mondo). L’universalismo prevedeva la nascita di un uomo e di una umanità, una civiltà, universali - che superassero finalmente i limiti nazionalistici e imperialistici che la storia aveva conosciuto.

Con il 1989 si è spezzato l’idea universalistica, a favore dell’idea degli Imperi continentali. L’unione europea non è più la generatrice di un progetto universalistico, così come era stato pensato da “padri fondatori” (Spinelli & C.) ma è il piano di un Impero regionale che trova nell’ “euro” la sua moneta: appunto chiamare “euro” la moneta indica chiaramente una scelta ben precisa.

Non viene usato come nome un nome universalistico, come poteva essere “unità di conto UC” o una qualsiasi altra nominazione possibile; ma “euro” ovvero la moneta di una fortezza Europa che prostituiva l’ideale universalistico a favore di una replica degli ideali di potenza novecenteschi, continentalistici e non più nazionalistici, replica del modello Stati Uniti e non progetto innovativo e universalistico.

Le ideologie universalistiche hanno continuato a prospettare idee e esigenze: tra queste il multiculturalismo. Che si sono trovati spiazzati, e sono stati sconfitti nel nuovo “tempo” politico. La sconfitta del multiculturalismo e di altre idee universalistiche è proprie del tempo (arretrato) in cui hanno avuto campo le idee impero-continentali.

La crisi (di struttura e non congiunturale) del 2008 ha visto l’utilizzo di metodiche novecentesche (il keynesismo), lo Stato che torna prepotente a “sistemare le cose” dopo che il neoliberismo ha fallito: lì dove l’operazione funziona, si ha un rafforzamento dell’Impero regionale; lì dove la cosa non funziona, l’Impero regionale scricchiola. L’economia finanziaria rimane l’unica idea universalistica rimasta, lingua di comunicazione tra gli Imperi continentali (il paradosso che un tipo di economia sia una lingua, è una cosa che si è già vista e non è nuovo. L’Ellenismo, il tipo di civiltà più simile all’attuale nella storia recente, era una cosa simile). Il resto viene confinato e bollato come anacronistico nel “nuovo mondo”.

Così tutte le ideologie libertarie, comuniste, illuministe ecc_.

Nel “nuovo” (in realtà molto più vecchio dell’universalismo) scenario, si rafforzano le ideologie di difesa settoriale: il femminismo non più nell’ambito della liberazione collettiva ma nella rivendicazione all’interno del neoliberismo; il razzismo; il fanatismo religioso ecc_. Sono tutte ideologie del “particolare”, che servono al neoliberismo nel progetto di attuare l’idea di Impero continentale; puntellarsi come Imperi continentali in vista dello scontro successivo - la "resa dei conti" tra Imperi di cui le attuali guerre regionali sono solo un preannuncio, una simulazione scacchistica.



Sergej

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