L’isteria comunicativa

mercoledì 21 febbraio 2018, di Sergej

Il problema della comunicazione diventa, così come pure il problema della società contemporanea, un problema medico. Di salute pubblica.

La moltiplicazione degli scriventi, grazie all’Internet e al moltiplicarsi di blog, post ecc_ solo parzialmente ha portato a una moltiplicazione dei “punti di vista” e degli apporti alla conoscenza, alla diffusione delle notizie e delle informazioni ecc_. Questo era prima monopolio dei mass media tradizionali: prima i giornali, cui poi si sono aggiunti telegiornali, radiogiornali, programmi televisivi e radiofonici; l’insieme di questi media ha costituito il mainframe tradizionale. Con il digitale, la moltiplicazione dei canali; all’inizio ciò ha consentito a chi prima non poteva parlare, di poter avere accesso alla comunicazione. Il mainframe tradizionale periodicamente conosce momenti di irregimentazione e conformizzazione, con rari momenti di liberazione. Lo scopo del mainframe è proprio quello di fornire le versioni ufficiali delle notizie, che i vari gruppi di potere vogliono che siano veicolati.

Nella fase iniziale, liberatoria, la comunicazione ha avuto un impulso positivo. Un attimo successivo è scattata la fase due della comunicazione digitale: il mainframe tradizionale ha cominciato a usare il digitale, e nel digitale si sono riversati una massa dilatatoria di persone, che hanno fatto diventare la comunicazione rumore. Tornare, da rumore alla comunicazione, è un passaggio delicato, che nel passato è avvenuto sempre tramite l’azzeramento d’imperio e la nascita delle imposizioni di regime (a carattere monocorde, monopolistico, totalitario).

La bulimia, l’ingrassamento della comunicazione all’interno del consumo della comunicazione. La comunicazione come circo Barnum, come supermercato, come indifferenziata produzione del rifiuto che genera rifiuti. La comunicazione spazzatura, che alimenta il cibo-spazzatura della comunicazione. E via di seguito.

Oggi tutti possono scrivere qualcosa. Il rumore non è solo il prodotto di questo gran brusio di gente che parla (e che farebbe auspicare e desiderare il silenzio) ma soprattutto è la ripetizione. Gran parte di chi parla infatti non apporta nulla di nuovo al dibattito, ma ripete solo (spesso senza accorgersene) luoghi comuni dominanti. Nel rumore, tutti parlano e nessuno ascolta; chi parla ascolta solo se stesso e ritiene definitiva la propria voce e la propria opinione. La tendenza così diventa quella di aumentare sempre di più il rumore, il tono della voce per coprire quella degli altri. La comunicazione diventa comunicazione non solo drogata (per l’intervento del mainframe e degli emettitori di potere) ma persino isterica.

Come si ferma un isterico? Il problema della comunicazione diventa, così come pure il problema della società contemporanea, un problema medico. Di "salute pubblica". Buon fascismo digitale a tutt*.



Sergej

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