I quattro vizi capitali del Ponte sullo Stretto

venerdì 20 febbraio 2004, di Sergej

Le associazioni ambientaliste hanno presentato ricorso al Tar contro delibera CIPE. Fonte: Vita.it

di Francesco Agresti (f.agresti@vita.it)

Fonte: Vita.it, 23/12/2003

Violazione della normativa in tema di tutela dell’ambiente, con gravi carenze nella Valutazione di impatto ambientale e nella normativa sui lavori pubblici; gravi carenze del progetto in tema di studi sismici e di geotettonica, pesantissimi dubbi sulla sostenibilità economica del ponte, gravi errori procedurali e mancato coinvolgimento dei comuni interessati. Questi, in sintesi, i motivi per i quali le associazioni ambientaliste Comitato per la Bellezza, Italia Nostra, Legambiente, WWF e CESIA hanno presentato ricorso al TAR chiedendo l’annullamento della Delibera CIPE che, in data 1 agosto 2003, ha approvato il progetto preliminare per la realizzazione del ponte sullo Stretto di Messina.

Quattro i "vizi capitali" del Progetto Ponte di Messina individuati dalle associazioni ambientaliste:

1) Violazione della normativa in tema di tutela dell’ambiente, dei beni culturali e di procedura di impatto ambientale: la valutazione di impatto ambientale non ha considerato le possibili alternative, sino all’"opzione zero", lo studio di impatto ambientale era carente sotto diversi aspetti. Inoltre la procedura di VIA è stata condotta in violazione del principio di trasparenza e di pubblicità, il Ministero dei Beni Culturali non si è espresso, non è stata condotta la valutazione ambientale strategica.

2) Carenze del progetto preliminare, in relazione alla normativa sui lavori pubblici: il progetto non ha considerato le possibili alternative progettuali, realizzative e tecnologiche; le dimensioni dell’opera non rispondono a effettive esigenze espresse dalle collettività locali e da quella nazionale; non è stata dimostrata la fattibilità tecnica dell’opera, in quanto il progetto presenta gravi carenze, ad esempio, in tema di studi sismici e di geotettonica.

3) Illegittimità legate agli aspetti economici e funzionali del ponte: la realizzazione dell’opera non viene giustificata né in relazione alle esigenze di trasporto né in relazione a uno sviluppo strutturale delle regioni interessate. La sostenibilità economica non è in alcun modo dimostrata.

4) Mancato coinvolgimento dei comuni interessati dall’opera, che non sono stati messi in grado di esprimere il loro parere sul progetto preliminare, con conseguenze sulle pianificazioni urbanistiche dei comuni coinvolti.

"Si tratta", spiegano le associazioni, "di un’opera di inusitate dimensioni che per le modalità tecniche nelle quali è stata concepita - unica campata di metri 3.300, larghezza di m. 60,4 e torri a terra alte m. 183 - unica al mondo. Il progetto è stato elaborato dalla società Stretto di Messina molti anni fa, prescegliendo una soluzione tecnica tra le altre possibili e prospettate, senza sufficiente ponderazione tra le diverse alternative e senza adeguato approfondimento della stessa fattibilità tecnica della soluzione selezionata, in un ambiente sottoposto a molteplici sollecitazioni di carattere naturale, sismico, idrogeologico".


Sergej

Il Ponte sullo Stretto di Messina

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