Ambiente Messina

martedì 7 giugno 2016, di Piero Buscemi

Ritorniamo a parlare di Messina, a quasi tre anni dalla nomina della giunta Accorinti. Incontro con Saro Visicaro, responsabile dell’associazione Messina in Movimento.

Si è appena conclusa la prima fase per il rinnovo delle amministrazioni comunali, che richiameranno i cittadini a pronunciarsi ai prossimi ballottaggi per la nomina dei sindaci di alcune delle città più importanti del territorio nazionale. Approfittiamo della pausa di riflessione per analizzare l’operato dell’amministrazione comunale della città di Messina, protagonista non sempre in positivo, della cronaca politica.

Ci è venuto incontro in questo difficile argomentare, tra le tante materie toccate dagli amministratori messinesi in questo primo trienno di mandato, Saro Visicaro, coordinatore del blog Messina in Movimento e organizzatore di diverse iniziative popolari, tra le quali anche la lotta contro il passaggio dei Tir in città.

Quella che segue è un’intervista rilasciata da Visicaro, con la quale abbiamo voluto mettere in risalto, oltre ai pregi e alle lacune del governo Accorinti, anche le immediate prospettive per la soluzione degli annosi problemi della città dello Stretto.

Girodivite: Ritornando a parlare di Messina, verrebbe spontaneo chiederti “da dove cominciamo?”, ma preferiamo andare subito al dunque. Siamo alla vigilia del terzo anno di mandato del sindaco Renato Accorinti. Tra le varie vicende che hanno interessato la discarica, l’utilizzo del palazzetto per l’accoglienza agli immigrati o l’annoso problema dell’approdo di Tremestieri, in quale pensi di essere rimasto più deluso dalla nuova giunta? Puoi anche citare una problematica diversa da quelle citate.

Visicaro: Deluso dalla Giunta.

Girodivite: La tela di Penelope dell’approdo di Tremestieri è strettamente collegata al passaggio dei Tir in città, che ti ha portato ad una lunga battaglia sociale non ancora vinta. Le motivazioni si sono sempre arenate, è il caso di dire, con gli insabbiamenti dell’approdo. Vuoi spiegare ai lettori, secondo te, qual è stato il limite della gestione di questo insormontabile problema?

Visicaro: Le emergenze del comune di Messina costituiscono e definiscono ormai il profilo sociale ed economico di questa città. Diventa pure anacronistico definirle “emergenze” in quanto una emergenza è tale nel momento in cui essa emerge, appare, si concretizza. Dopo di ciò si dovrebbero avviare le soluzioni. La vicenda degli approdi e del transito dei tir nel centro della città è emblematico. Nel 2001 il governo italiano dichiaro,appunto, l’emergenza ambientale dopo la lotta condotta dal Comitato La Nostra Città. Vennero concessi finanziamenti corposi per risolvere il problema e si appaltarono gli approdi di Tremestieri e del Norimberga. Rimase però sempre attiva la Rada S.Francesco e ciò divenne il comodo alibi per Franza - Genovese e Matacena per continuare a traghettare dall’approdo più conveniente a loro. Ancora oggi dopo quindici anni. Accorinti venne eletto poco prima del rinnovo della ennesima concessione della Rada. Lo sollecitammo a non accettare quel bando in quanto componente di diritto del Comitato Portuale. Fece finta di non sentire e di non capire. Questa chiusura, sua e di tutti i suoi nominati e fiduciari, è la prerogativa di questa amministrazione. Una irresponsabile mancanza di dialogo e di confronto verso tutti coloro che vengono considerati avversari se non addirittura nemici. La laicità integrale non è nelle loro corde. Rimangono,tutto sommato,figli e prigionieri di una cultura cattolica integralista. Komeinista cioè. Questa caratteristica ha per esempio vanificato ogni possibile cambiamento nelle politiche sociali – accoglienza etc – nella questione della discarica di Pace.

Girodivite: Davanti alla constatazione che la precedente giunta sia ancora presente nella quotidianità dei messinesi, visti i continui scandali dei quali si sta occupando la magistratura, pensi che l’esperienza Accorinti sia un’occasione persa o una base, seppure da perfezionare, dalla quale progettare un futuro per la città?

Visicaro: Occasione persa. L’elezione di Accorinti del 2013, avvenuta al secondo turno, ha alimentato molte speranze ed aspettative in molti. Francamente devo dire che l’incredibile sorpasso, al ballottaggio, e dopo la “perdita” di circa quarantamila voti del candidato del PD faceva intuire che qualcosa di poco “rivoluzionario” fosse avvenuto nelle urne. Certamente una grossa fetta di cittadini nauseati dalla vecchia politica ha inteso esprimere un voto di protesta canalizzandolo su Accorinti. Cittadini che non si sono fidati della candidatura espressa dal movimento grillino e che hanno assecondato la imponente campagna mediatica condotta dalla Gazzetta del Sud e da altre testate a favore dell’attuale sindaco. Non credo che per domani sia utilizzabile questa stessa esperienza. La sinistra, l’area laica e riformista di Messina rimangono fortemente disgregate e incomunicabili. Credo anzi che la gestione amministrativa attuale abbia creato ancora più divisioni, frammentazioni e lacerazioni. Il piccolo gruppo che “protegge” le scelte di questa amministrazione è una sorta di loggia impermeabile ad ogni contaminazione. Si ritengono detentori di una “purezza” e di una “verità” diventando quindi soltanto autoreferenziali.

Girodivite: Nel giudicare l’operato di un’amministrazione, limitandoci a considerare solo la gestione ordinaria, quale manutenzione strade, servizi sociali o smaltimento rifiuti, hai mai pensato che la cittadinanza stessa sia complice distratta di un lassismo generale che ricade poi su tutti?

Visicaro: Messina non ha una vera cittadinanza. Non esiste una “opinione civile” identificabile. Esistono strati sociali, in larghissima parte di grande emarginazione. Ad un corpo numeroso e silenzioso di anziani si accompagna una certa area di giovani che sostanzia la propria esistenza tra divertimento e noia, tra disimpegno e assistenza. C’è poi la fascia dei quarantenni che deve in qualche modo vivere attraverso una attività lavorativa lecita o, purtroppo, criminale. Ovviamente, con questa necessaria generalizzazione, si intende dire che la Messina produttiva, colta, innovativa esiste, ma è purtroppo minoranza.

Girodivite: Pensi che in questi ultimi tre anni, la nuova giunta sia stata più sensibile verso quelle fasce sociali più deboli, che necessiterebbero di maggiore sostegno, anche economico, come ad esempio i disabili, i poveri o gli immigrati?

Visicaro: Probabilmente i componenti dell’amministrazione Accorinti hanno grande sensibilità verso gli ultimi. La questione è se la loro sensibilità si sia saputa trasformare in occasioni, indirizzi, politiche mirate. Basta guardarsi in giro per capire che non sono stati capaci. I motivi sono diversi. Quando Nino Mantineo, assessore al sociale, si dimise fece una dichiarazione dirompente. Disse e scrisse che i dirigenti responsabili dei dipartimenti impedivano, ostacolavano o ritardavano pretestuosamente ogni tipo di intervento indicato dalla politica. Quella mi era sembrata una splendida occasione per fare chiarezza. Mi era sembrata, finalmente, una dichiarazione coraggiosa da parte di un esponente politico. Mantineo fu sostituito e tutto rimase perfettamente come prima. L’attuale responsabile sembra molto legata ad una visione pedagogica del suo impegno politico. Una sorta di azione scolastica della sua attività. Il suo “dialogare” con i silenziosi non gli ha permesso di richiamare nelle sue funzioni una militante sociale preparatissima come Clelia Marano o di confrontarsi con uno come Antonio Mazzeo riconosciuto universalmente come persona esperta nel settore dei diritti umani. Il marcio nel sistema della cooperazione non è stato minimamente scalfito e così in tutte le proroghe concesse esattamente come avviene da sempre. Le vicende della mancanza di riscaldamento nelle scuole o la cancellazione delle mense scolastiche non sono da addebitare soltanto nella non approvazione dei bilanci.

Girodivite: Ammettiamolo, le eccellenze di questa città, che non sono mai mancate nonostante tutto, in ambiente sportivo, ma anche artistico tra teatro, cinema o letteratura, non sono mai state una vera spinta culturale e sociale da emulare anche politicamente. Perché, secondo te?

Visicaro: Il limite storico di Messina è la frammentazione sociale da un lato e la lotta per il mantenimento dei monopoli in ogni settore, in ogni attività. Soltanto una amministrazione autorevole e capace potrebbe creare un collegamento tra i vari ambiti e dare incoraggiamento e opportunità alle eccellenze reali. Anche in politica ovviamente. Oggi assistiamo inerti ad un ruolo ed una presenza del rettore dell’Università in ogni tipo di attività. Ruolo e interventi che non gli competono. Sconfinamenti che una reale partecipazione democratica non dovrebbe e potrebbe accettare. Questo stato di cose permette l’accentramento del potere nelle mani dei così detti “poteri forti”. Insomma sulle questioni fondamentali avviene una sorta di triangolazione fuori dai percorsi e ambiti istituzionali. Basta un accordo tra media, imprenditoria e figure extra istituzionali per raggiungere qualsiasi obiettivo. Urbanistico, finanziario, economico – industriale che esclude e marginalizza la politica stessa e le assemblee elette.

Girodivite: Allarghiamo il discorso a livello nazionale. Un passato politico recente ha dimostrato che stiamo vivendo in un paese dove la legalità, lo stato sociale e l’accesso ai diritti essenziali, come sanità, scuola, lavoro, siano molto di più di un’ideologia utopistica. Pensi che a Messina, come nel resto del paese, i cittadini siano rassegnati a doversi sempre accontentare del così detto “meno peggio”?

Visicaro: Non è un paradosso. Se le istituzioni “vivono” nell’illegalità la certezza del diritto non esiste. Questa è la questione vera. Contro la rassegnazione, dal nostro punto di vista, esiste una sola medicina. La partecipazione. E’ per questo motivo che i radicali di Messina, assieme ad altri compagni, hanno avviato una lotta per fare inserire nello Statuto comunale la possibilità di indire referendum abrogativi, propositivi e confermativi. Sino ad oggi tutte le forze politiche hanno voluto impedire questa possibilità non permettendo di formalizzare e istituzionalizzare l’istituto referendario. Offriamo questa possibilità di riscatto al sindaco Accorinti e alla sua giunta. Contro la rassegnazione o i semplici proclami della “politica dal basso”.

Girodivite: Cosa, secondo te, abbiamo ereditato dalle precedenti generazioni? E, soprattutto, cosa pensi che lasceremo in eredità a quelle future?

Visicaro: L’eredità purtroppo è quella incrostata geneticamente. L’ambiguità di fondo, la mancanza di coraggio, il considerarsi sudditi e non cittadini. Quando sento che qualcuno condanna la polemica nelle discussioni e nei confronti trovo la spiegazione a tanta stagnazione. La polemica, il confronto, sono la vita del vivere civile. Non l’insulto o la rabbia ovviamente. Il rischio grandissimo oggi è quello di moltiplicare l’omologazione, di annientare le diversità. Purtroppo il web, le reti sociali virtuali rendono reale questo rischio. Da un lato chi “vive” dentro la rete si illude di potere criticare tutti e tutto. Si crede di essere liberi delle proprie idee. Ma si è solo liberi dalle idee. Per ognuno esiste il proprio punto di vista o il copia incolla di un’altra immagine, un’altra frase, un’altra affermazione. La morte del dialogo. La morte della ragione.


Piero Buscemi

:.: Città invisibili

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