Sabato 28 marzo ore 18,30 presso auditorium Polivalente di Lentini presentazione del libro Apotheke
giovedì 26 marzo 2015, di Giuseppe Castiglia
giovedì 26 marzo 2015, di Giuseppe Castiglia
Anteprima | APOTHEKE. IL LABORATORIO DEI VELENI | recensione di Domenico Cacopardo
Costruito intorno al caso, reale, dell’inquinamento prodotto dalla facoltà di Farmacia dell’Università di Catania, Apotheke, romanzo di Santi Terranova, unisce una storia di ordinaria criminalità ambientale alla narrazione romanzesca delle vicende dell’avvocato Antonio Valenti, impegnato nel processo, e di Giulia, la giovane laureata in economia e commercio che lavora, come bibliotecaria, per centocinquanta euro al mese, nel convento delle monache vincenziane. Il decesso del dottor Emanuele Patané, dottorando di ricerca, dovuto a un tumore contratto nelle aule tossiche della facoltà, è l’evento che mette in allarme l’ambiente e spinge a intervenire la Giustizia. Emergono i casi di altri frequentatori di Farmacia come Agata Annino e Lucilla Insirello, colpite da tumore, proprio per le medesime ragioni di Patané.
Valenti è l’alter ego dell’autore, avvocato penalista e parte civile per i familiari di molte vittime. Del processo, da lui stesso definito ‘lappusu’ (che intriga e allappa come una mela acerba), è quindi, conoscitore di prima mano, così come degli usi e del contesto degli uffici giudiziari catanesi. Quindi, senza cadere nel macchiettismo, emergono i «pastori» del presepe realizzato intorno a piazza Verga (sede del Tribunale) e al percorso Lentini-Catania. Dal pecoraio che occupa l’excasa cantoniera e regala tuma e bastarduni all’avvocato Valenti, al collega «scazzaratu», che si vanta di far rimettere in libertà in tempi record, i suoi clienti arrestati per i più vari motivi.
E c’è la giovane e fascinosa Sofia Ambrello, attratta da Valenti, a sua volta attratto.
Tutto alla fine, sarà condotto dalla penna dell’autore a unità: il rapporto con Sofia e il ruolo di Giulia. Quest’ultima, reduce dal completamento della schedatura dei libri delle vincenziane viene da esse, ben felici dei risultati ottenuti, segnalata a un giornale di Catania. Anche Giulia, quindi, appena assunta (con le provvisorietà usuali, ça va sans dire) seguirà il caso, presenziando all’ultima udienza, quella nella quale sarà pronunciata la sentenza.
Insomma, un mondo che appare intorno al processo e al protagonista Valenti.
Il merito della vicenda non va ripreso: è il sale di una vera storia che merita di essere conosciuta pagina dopo pagina.
Se dovessi cercare di stabilire a quale categoria letteraria appartenga Apotheke, dopo un’attenta riflessione rinuncerei: non è un giallo né un noir. Appartiene invece all’infinito genere narrativo siciliano, quello solido e spietato, figlio dell’Illuminismo e di una conoscenza della realtà sociale che rifugge da ogni pauperismo di maniera, quel genere che è ben lontano dal furbo occhieggiare al gusto dei nonsiciliani che cercano «colore» isolano, e che è stato bene interpretato da Leonardo Sciascia col piano rigore dei suoi romanzi più impegnati ed espliciti da Il giorno della civetta a Una storia semplice.
Un efficace «Istant book» da leggere senza fretta, assaporandone l’«Hybris», la cui componente essenziale, in questo caso è la coscienza di avere contribuito nel processo e di contribuire ora, con il romanzo, alla conoscenza di una storia per molti versi esemplare degli errori, delle facilonerie, delle incoscienze, delle collusioni che animano la vita di tutti i giorni a Catania come a Milano, ma a Catania e in Sicilia un po’ di più.
Intendiamoci, niente di didattico o di pedante: solo un romanzo sugli eventi di una facoltà, in una università di questo amato e disgraziato Paese.
Domenico Cacopardo www.cacopardo.it
