Allerta in Italia su carni refrigerate provenienti dall’Argentina

giovedì 3 luglio 2014, di giovanni d’agata


Nuovo allarme alimentare: batterio killer. L’Italia ha attivato, il 2 luglio 2014, il Sistema rapido di allerta europeo (Rasff n° 2014.0908) avvisando le autorità sanitarie dei diversi Paesi europei sulla presenza di Shiga Toxin Escherichia coli nelle carni e derivati refrigerati, per sospetta contaminazione. Negli anni oramai tutti gli alimenti ne hanno fatto le spese: carne di maiale, di mucca, di pollo, uova e frutta. Oggi l’ennesimo allarme sulla sicurezza alimentare è partito dall’Italia, dilagando in tutta Europa. Al momento l’alimento incriminato è la carne refrigerata proveniente dall’Argentina. A innescare l’emergenza è stato un batterio, l’Escherichia Coli (E-Coli). Normalmente si tratta di un batterio innocuo che si trova nella parte bassa dell’intestino degli animali e dell’uomo, ed è fondamentale per i processi digestivi. Il ceppo argentino, tuttavia, è risultato molto aggressivo per l’organismo per via di una mutazione (il batterio mutato si chiama Shiga toxin-producing Escherichia coli). I sintomi iniziali sono: forti crampi, leggera febbre, talvolta vomito ed episodi di diarrea, con possibili tracce di sangue. Tuttavia, se non intervengono complicazioni, la malattia ha un esito favorevole e si risolve, mediamente, in 8 giorni. Le complicanze sono rappresentate dalla cosiddetta Sindrome Emoltica-Uremica (Seu), una patologia che causa insufficienza renale e anemia. La Seu colpisce soprattutto i bambini, gli anziani e in generale le persone malate e debilitate. Un’altra complicazione dell’infezione è la Porpora Trombotica Trombocitopenica (Ttp), una forma di Seu accompagnata da febbre e sintomi neurologici, osservata più frequentemente negli adulti che nei bambini. La terapia di cura consiste nell’immediata reintegrazione dei liquidi e dei sali persi. L’uso degli antibiotici, invece, è spesso controindicato, perché può promuovere il rilascio di ulteriori tossine da parte del batterio e quindi peggiorare il decorso clinico. Negli ultimi anni sono numerosi i casi di infezione umana legati al consumo di contaminati da microrganismi patogeni. Anche nel caso sospetto della carne in questione, si sottolinea che se questa carne viene cotta bene, almeno quattro minuti a 70°C si può consumare anche in presenza, eventualmente, del batterio, che viene inibito dalla temperatura. In Italia, al momento, non si registra alcun caso.

giovanni d’agata

Flash

Parole chiave

Home page