Lentini, città distrutta redimibile?

martedì 5 novembre 2013, di Emanuele G.

Continua senza soste l’opera di distruzione di Lentini. Una volta “urbs nobilissima” e “piazza rossa”. Quando il suo riscatto?

Camminare per le strade di Lentini fa letteralmente piangere il cuore. Non c’è angolo della città che nel medesimo istante ci ricordi la sua grandezza passata e l’amaro presente. Lo spettacolo – se possiamo utilizzare tale infelice termine – che si presenta davanti ai nostri occhi è quello di una comunità in ginocchio. Smarrita. Abbandonata. Incapace di riprendere il senso della sua millenaria storia. Una comunità impoverita. Questo è il termine esatto. Un impoverimento ad ogni livello. Morale. Estetico. Economico. Sociale. Culturale. Politico. Siamo in presenza di un non luogo? Possibile che Lentini un tempo “urbs nobilissima” e “piazza rossa” sia decaduta in maniera sì fragorosa?

E’ una domanda che tutti noi che amiamo Lentini dovremmo porci. E attenzione alla facile dietrologia. Non aiuta certo a capire le ragioni dell’eclisse che Lentini sta vivendo. Con la dietrologia non si va da nessuna parte. Fa scattare quell’infernale meccanismo secondo cui la colpa è da addebitare sempre agli altri. E’ un atteggiamento da censurare poiché deresponsabilizza. Visto che sono gli altri ad aver commesso il guaio io mi sento con la coscienza a posto. Non è così che dobbiamo intendere il momento di riflessione sul difficile momento che Lentini vive. Il pericolo, infatti, è la cristallizzazione delle posizioni e la vanificazione di ogni sforzo per rimettere in moto la nostra città. Chi predica la dietrologia non ama Lentini. Anzi favorisce l’ulteriore aggravamento delle sue decennali criticità.

Pertanto la suddetta domanda va posta in altri termini: visto che siamo tutti d’accordo che Lentini ha un presente di sofferenze piuttosto evidente cosa possiamo fare per riscattarla? Perché riscattare Lentini significa riscattare ognuno di noi. E’ bene non dimenticare tale inciso. Tutto ha necessità di partire da noi stessi. Se riconfermiamo il senso della storia della nostra città. Se riconfermiamo le qualità civiche di noi cittadini. Se abbiamo un’idea della città che vogliamo e che vorremmo. Nulla vieta che un nuovo ciclo virtuoso abbia concrete possibilità di appalesarsi rilanciando in pieno Lentini.

Non possiamo credere che a Lentini non siano più presenti forze vive in grado di scommettere e scommettersi su un progetto di rilancio della città. Sarebbe un’offesa credere il contrario. Lentini in ogni settore ha persone e gruppi dotati di grande amore nei confronti della città e capaci di elaborare una piattaforma per il suo rilancio. Nell’antica Grecia esisteva il “governo dei migliori”. Orbene, Lentini ha necessità di dotarsi di un governo costituito dai suoi figli migliori. Quando affermiamo “governo” intendiamo qualcos’altro rispetto alla mera amministrazione comunale. I suoi figli migliori, per le proprie competenze e talenti, devono collaborare in un progetto orizzontale. Tendente a ridare slancio a un tessuto connettivo sociale che appare francamente sfilacciato e statico. Non è tempo di vanagloria personale. Che senso ha la vanagloria personale quando la casa comune brucia? Ha senso quando essa si può esplicare in un terreno fertile e rigoglioso.

Oltre al “governo dei migliori” dobbiamo far prezioso dono della lezione di lentinesi illustri che hanno dato tutto per la loro/nostra città. Un esempio su tutti. Meraviglioso. Inebriante. Geniale. Ci riferiamo a quel Guglielmo Tocco che ha ricoperto di un amore speciale la sua città. Tutto quello che ha compiuto nel corso della sua vita terrena – troppo breve ahimè! – è un ineguagliabile dono verso Lentini. Le piastrelle con su dipinte frasi celebri o versi di poesia. La sua meritoria iniziativa del dono di libri in favore alle giovani generazioni. Le innumerevoli serate di musica, danza, poesia, teatro e altro ancora. I suoi scritti. Le battaglie forti per la difesa dei monumenti. Ecco un esempio che dobbiamo tenere a mente se intendiamo aiutare concretamente la nostra Lentini. Guglielmo Tocco ha dimostrato un disinteressato amore nei confronti di Lentini. Senza se e senza ma. Non ha mai chiuso la porta in faccia a nessuno. Anzi ha aperto ai volenterosi senza pensarci un minuto in più.

Altro punto fondamentale è il recupero di una buona creanza civica. I cittadini di Lentini devono domandarsi se il comportamento da essi appalesato non abbia contribuito alla decadenza della città. La risposta è purtroppo positiva. Provate a viaggiare in lungo e largo per le strade. Vi accorgerete da tanti piccoli, in apparenza, dettagli che da tempo una certa educazione civica è andata a farsi benedire. Ciò innesca un circolo vizioso. I cittadini accusano la politica di uno “spettacolo” quantomeno discutibile, ma non estrinsecano nessun mea culpa. E viceversa. Il continuo perpetrare di atti e comportamenti che denotano uno scarso senso civico corrisponde a una formale dichiarazione di non amore nei confronti della città. Amore per un territorio significa rispetto delle regole. Non perché c’è qualcuno che le farà rispettare, ma perché le regole aiutano la creanza civica e, pertanto, la naturale predisposizione degli uomini a coltivare il proprio territorio. Se ogni cittadino di Lentini non fosse stato indifferente al bene comune credete che saremmo giunti a tale livello di decadimento?

Lentini appare una città chiusa. Stanca. Disillusa. Sbrindellata. Non bisogna insistere su questa strada. Deve aprirsi al mondo. Ad esempio ci sono progetti comunitari di cittadinanza e di collaborazione fra città che dovrebbero esser presi in considerazione. Permetterebbero a Lentini di evitare di guardarsi l’ombelico. Un errore al dir poco mortale. Più si è sintonizzati sul mondo che pulsa più Lentini sarà in grado di rigenerarsi. Le peculiarità locali – e Lentini ne ha a bizzeffe – trovano nella globalizzazione un’occasione più unica che rara per essere vincenti. Solo i luoghi che hanno caratteristiche precise, come Lentini, sono in grado di giocare un ruolo sulla scena internazionale. Localismo e globalizzazione non sono in antitesi. Stanno sì su due livelli differenti, ma comunicanti. Lentini si trova al centro del Mediterraneo. Ecco un primo ambito di orientamento strategico. E’ anche cerniera fra il nord europeo e il nord dell’Africa. E come non dimenticarci quella Grecia classica e bizantina che tanto ha importato nella storia di Lentini?

Tutto diventerà inutile se rivanghiamo vecchi strumenti quali la deresponsabilizzazione, gli attacchi personali, le invidie, gli interessi di gruppi, la chiusura alla modernità e così via discorrendo. Sì allora che la distruzione sarebbe definitiva. Ma se mettiamo in campo il meglio della storia di Lentini – i migliori, gli esempi, la creanza civica e l’apertura all’altro – abbiamo fondata speranza che anche nell’avvenire potremo raccontare altri capitoli luminosi della sua storia.


Emanuele G.

:.: Città invisibili

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