Manuale d’amore - Il film italiano del momento

mercoledì 20 aprile 2005, di Salvatore Mica

Un azzeccatissimo Muccini ci prova disperatamente con un illustre sconosciuta e dopo sbalzi d’umore e figure barbine...

Gran bel film. Davvero piacevole. Era da tempo che non ridevo così di cuore di un film che parla di situazioni di vita.

Il film si estrinseca seguendo i passi di un presunto “Manuale d’amore”, un’opera dozzinale in audiocassetta destinata alla vendita in libreria la cui voce appartiene ad una delle protagoniste del film (la sorella di Muccini), il Manuale, quindi il film, si divide - come l’amore - in quattro fasi:

1) L’innamoramento

2) La crisi

3) Il tradimento

4) L’abbandono

Nella prima fase troviamo la storia forse più divertente. Un azzeccatissimo Muccini ci prova disperatamente con un illustre sconosciuta e dopo sbalzi d’umore e figure barbine...

Muccini ha eseguito un performance davvero eccellente, assolutamente addentro nella parte, si trova a proprio agio nelle vesti del giovane sfigato&spiantato. Uso del linguaggio giovanile assolutamente proprio, riferimenti mentali e familiari del giovane perfettamente verosimili, sembra di poter palpare il senso di inadeguatezza del “ragazzo medio”, favoloso il compagno di stanza di Muccini - di cui ci spiace non ricordare il nome - calzante a pennello la ragazza “con la puzza sotto il naso” la cui frase:

“Senti cosino, tu NON mi piaci!”

E’ già diventata un tormentone fra le teenager.

Nella seconda storia troviamo una Margherita Buy in splendida forma accoppiata con un perfetto Rubini. Ammetto di esser “viziato” nel mio giudizio, sono due attori italiani che ammiro molto, ma non credo di andare molto al di là del vero se affermo che questi due mostri sacri del Cinema si muovono con tanta familiarità nel ruolo assegnato loro da far sembrare quantomai “vivi” i personaggi rappresentati.

La storia della crisi è di per sé banale e triste: una coppia sta insieme da parecchio, trascinando il rapporto, lei vuole figli, lui no, lei vuole emozioni lui no, lui è disilluso e rassegnato, lei no. Lei è tenacemente disperata. Sono sul punto di lasciarsi ma qualcosa, l’abitudine probabilmente, la paura, o l’affetto, li tiene ancora assieme... La storia del declino dell’amore è in realtà una tragedia vissuta più o meno da ognuno di noi. Il regista e la grandezza dei due protagonisti, riescono assieme a non rendere noioso o deprimente la parte più consistentemente addolorata del racconto. Si ride, anche qui, pervicacemente.

La storia del tradimento è assolutamente pirotecnica. Una fantastica Littizzetto ci introduce nel pruriginoso tema delle passioni represse dallo stabile rapporto di coppia - della serie “sono sposato con figli!” - ed infine esplose nel tradimento. Normale? Si direbbe di sì. Accettabile? Assolutamente no! La morale Italiana vuole la sua parte, si fa ma non si dice! E rideteci su!

Abbandono: FINALMENTE IL RITORNO DI VERDONE. Dopo tanti clamorosi flop il Carlone Nazionale ne ha azzeccata una. Gli ultimi film di Verdone erano assolutamente inguardabili, qui ritrova freschezza, originalità e soprattutto umanità. Fuori dal ruolo della macchietta o del “tidevofarridereperforza” e dei ruoli oramai soliti, Verdone ritrova tutta la sua verve comica, medioborghese, umana, intimistica.

L’inizio e la fine coincidono, nel film come nella vita. Non vi svelo nulla - tranne la mia sensazione finale - stavolta pagando il cinema a me e alla mia ragazza non ho buttato via i soldi.


Salvatore Mica

Cinema - Visioni

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